Maarten Baas. Second Act

Second Act, installazione site-specific di Maarten Baas, Fondaco dei Tedeschi, Venezia
Dal 20 May 2021 al 21 November 2021
Venezia
Luogo: Fondaco dei Tedeschi
Indirizzo: Calle del Fontego dei Tedeschi
Orari: 10 – 18.30
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Il Fondaco dei Tedeschi presenta dal 20 maggio al 21 novembre “Second Act”, un’installazione site-specific di Maarten Baas che permea tutta la sede del Fondaco, dal quarto piano, alla corte fino alla porta d’acqua.
Le opere di Maarten Baas sono un riflesso del tempo in cui viviamo. Nel corso degli anni l’artista e designer ha creato diverse installazioni pluripremiate durante eventi, come il Salone del Mobile di Milano, Art Basel / Miami, e mostre internazionali come la Biennale d'Arte di Venezia. La sua rivoluzionaria collezione di mobili bruciati, Smoke, è stata presentata a New York subito dopo l'11 settembre, mentre la sua famosa Real Time Series è stata lanciata dopo la crisi finanziaria del 2008.
“Era, ed è tuttora, un periodo di incertezza e paura. Le persone non sanno come reagire, cosa aspettarsi e quale sarà la nuova realtà con cui dovremo fare i conti. – dichiara l’artista Maarten Baas - È difficile fare una dichiarazione sul tempo che stiamo vivendo senza poter guardare oltre una settimana. È per questo che ho voluto paragonare il tempo alla suspense di uno spettacolo teatrale: quando si aprirà il sipario cosa vedremo? Il sipario permette di evocare il mondo sconosciuto nascosto dietro di esso. Sono grato al Fondaco dei Tedeschi che mi ha dato questa opportunità di esporre a Venezia in un momento così importante e spero anche di ripresa globale”.
Per una parte della sua installazione intitolata “Second Act”, ideata assieme allo scenografo Theun Mosk, l’artista olandese ha scelto di mettere in scena quattro lunghi sipari, sospesi nella corte interna del Fondaco dei Tedeschi, che celano una rappresentazione di cui non si conosce la trama. Il visitatore diventa così spettatore, partecipe di un’esperienza dall’epilogo incerto, così come quella vissuta in questo periodo di pandemia: “Quando il sipario si aprirà, cosa vedremo?”
Sempre ispirati al mondo del teatro che, a Venezia, trova un’eco particolare, Baas e Mosk hanno immaginato un’installazione per la riva d’acqua del Fondaco, composta da venti schermi disposti secondo un angolo di 45 gradi. Su ognuno di loro scorrono i titoli di tutte le opere annullate o rimandate nel mondo durante il periodo di chiusura dei teatri. “Le opere cancellate, come gocce di pioggia cadute dal cielo, danno un’idea della quantità di tutto ciò che non è accaduto durante l’anno” sottolinea Baas.
Il Padiglione al quarto piano del Fondaco ospita Sweepers, parte della famosa serie Real-Time Clocks. Per la prima volta sono presentati sotto la forma di orologi da camino - cioè quegli orologi che trovano facilmente la loro collocazione su mensole e tavoli. Questi orologi mostrano all’interno due uomini che spazzano il quadrante, indicando il passare dei minuti in tempo reale: “La polvere è sempre presente come simbolo dello scorrere del tempo. Qualunque cosa accada, non si può fare altro che andare avanti” esplicita Baas.
Le opere di Maarten Baas sono un riflesso del tempo in cui viviamo. Nel corso degli anni l’artista e designer ha creato diverse installazioni pluripremiate durante eventi, come il Salone del Mobile di Milano, Art Basel / Miami, e mostre internazionali come la Biennale d'Arte di Venezia. La sua rivoluzionaria collezione di mobili bruciati, Smoke, è stata presentata a New York subito dopo l'11 settembre, mentre la sua famosa Real Time Series è stata lanciata dopo la crisi finanziaria del 2008.
“Era, ed è tuttora, un periodo di incertezza e paura. Le persone non sanno come reagire, cosa aspettarsi e quale sarà la nuova realtà con cui dovremo fare i conti. – dichiara l’artista Maarten Baas - È difficile fare una dichiarazione sul tempo che stiamo vivendo senza poter guardare oltre una settimana. È per questo che ho voluto paragonare il tempo alla suspense di uno spettacolo teatrale: quando si aprirà il sipario cosa vedremo? Il sipario permette di evocare il mondo sconosciuto nascosto dietro di esso. Sono grato al Fondaco dei Tedeschi che mi ha dato questa opportunità di esporre a Venezia in un momento così importante e spero anche di ripresa globale”.
Per una parte della sua installazione intitolata “Second Act”, ideata assieme allo scenografo Theun Mosk, l’artista olandese ha scelto di mettere in scena quattro lunghi sipari, sospesi nella corte interna del Fondaco dei Tedeschi, che celano una rappresentazione di cui non si conosce la trama. Il visitatore diventa così spettatore, partecipe di un’esperienza dall’epilogo incerto, così come quella vissuta in questo periodo di pandemia: “Quando il sipario si aprirà, cosa vedremo?”
Sempre ispirati al mondo del teatro che, a Venezia, trova un’eco particolare, Baas e Mosk hanno immaginato un’installazione per la riva d’acqua del Fondaco, composta da venti schermi disposti secondo un angolo di 45 gradi. Su ognuno di loro scorrono i titoli di tutte le opere annullate o rimandate nel mondo durante il periodo di chiusura dei teatri. “Le opere cancellate, come gocce di pioggia cadute dal cielo, danno un’idea della quantità di tutto ciò che non è accaduto durante l’anno” sottolinea Baas.
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