The Soul Expanding Ocean #3: Dineo Seshee Bopape / #4: Diana Policarpo

Diana Policarpo, Immagine del viaggio di ricerca alle Isole Selvagge in Portogallo, Ciguatera | Courtesy of TBA21–Academy | © Diana Policarpo

 

Dal 09 Aprile 2022 al 02 Ottobre 2022

Venezia

Luogo: Ocean Space

Indirizzo: Campo San Lorenzo - Castello 5069

Orari: Mer - Dom 11 - 18 | Lun - Mar chiuso

E-Mail info: info@ocean-space.org

Sito ufficiale: http://www.ocean-space.org


TBA21–Academy presenta a Ocean Space due nuove commissioni per il programma espositivo 2022: all’artista sudafricana Dineo Seshee Bopape e all’artista portoghese Diana Policarpo. Pur essendo tra loro indipendenti, le due mostre personali sono connesse da diversi elementi comuni. Nell’ambito del ciclo espositivo biennale The Soul Expanding Ocean a cura di Chus Martínez, le due commissioni danno voce e corpo all’Oceano, quale depositario di storie coloniali le cui narrazioni intrecciano passato, presente e futuro. A raccontare le storie sono microrganismi e alghe che coesistono sin dagli inizi dell’evoluzione, rocce, voci, immagini in movimento come onde, la terra che conserva i ricordi e la sostanza delle azioni passate che hanno compromesso la vita in diversi modi. Le due installazioni accompagnano il visitatore in un’esperienza che vuole rompere la separazione cristallina e immutabile che disgiunge natura e cultura, cultura e mito, scienza e fede.
 
Le mostre si terranno nel periodo della 59a Esposizione Internazionale d'Arte, la prima Biennale Arte a Venezia a tre anni dall'inizio della pandemia. Il programma di TBA21–Academy propone una comprensione sistemica delle strutture e dei cicli della natura in relazione all'arte e alla cultura, mirando a recuperare lo spazio per un pensiero speculativo sul nostro futuro ecologico.

The Soul Expanding Ocean #3: Dineo Seshee Bopape
Ocean! What if no change is your desperate mission L’opera di Dineo Seshee Bopape inizia con un viaggio alle Isole Salomone, da dove l’artista fa rotta verso le piantagioni del Mississippi fino alla Giamaica, per poi fare ritorno a casa, in Sudafrica. Il viaggio diventa un linguaggio grazie al quale le linee del tempo convergono e s’intersecano nello spazio delle acque. L'approccio di Bopape fonde indagine magica, curiosità storica, saggezza tradizionale, senso di e per l'illusione, immaginazione e speranza per creare un'opera sull'azione post-post-coloniale in dialogo con l’Oceano, come “essere”.
Con questa commissione l'artista muove un ulteriore passo verso il connubio tra la Terra e la memoria dell’Oceano. I materiali utilizzati da Bopape nelle sue opere insegnano al visitatore a comprendere che i tempi antichi e leggendari non appartengono al passato, perché l’epoca coloniale e dell’oppressione non è storia passata, come non lo sono distruzione e sfruttamento delle risorse. L’immagine simbolica della “nave fantasma” di schiavi immersa nell’Oceano viene utilizzata come chiave di lettura della complessa giustapposizione di materiali artistici e linguaggio, un’opportunità di stregare (e destrutturare) la vita contemporanea, contribuendo alla sua delicata trasformazione. Per Bopape, l'invisibile - come gli spiriti e le energie che muovono le azioni e ci connettono con l'ambiente che ci circonda - è centrale nelle sue opere video e con la realtà aumentata che attiveranno una presenza multiforme ad Ocean Space.
 
Bopape ha partecipato al secondo viaggio alle Isole Salomone organizzato da TBA21–Academy con la curatrice della mostra e all’epoca responsabile del programma di ricerca The Current II, Chus Martínez. L'esperienza di Bopape dell’Oceano alle Isole Salomone ha dato vita a modi immersivi per creare connessioni tra questa nuova esperienza sensoriale, gli antenati, le vie degli schiavi e una pratica in grado di toccare il pubblico così come gli spiriti dell’Oceano hanno toccato l’artista. La commissione è inoltre ispirata a una residenza di ricerca presso l’Alligator Head Foundation, fondazione di conservazione marina giamaicana promossa da TBA21–Academy che vede la gestione dell'East Portland Fish Sanctuary e che s’incentra sulla confluenza tra scienza, arte e comunità.
 
‘Immagina di vedere il mare con una pioggia torrenziale, alle Isole Salomone. Stai nuotando e, all’improvviso, ti ritrovi sotto un acquazzone scrosciante, così fitto, così potente, come mai t’è capitato prima. Ti abbassi leggermente sott’acqua, come a cercare rifugio. Strano, chi avrebbe mai pensato di doversi immergere totalmente in acqua per aver un tetto sopra la testa…! Con il naso a fior d’acqua, gli occhi assistono al motivo che milioni di gocce creano sulla superficie dell’Oceano. Eppure, nella loro bellezza, ricordano all’improvviso i segni lasciati dalle ferite sulla pelle. Milioni di vite sfregiate, colpite dalle armi, gettate alla morte nell’Oceano dopo patimenti inenarrabili’. - Chus Martínez
 
TBA21–Academy e Pirelli HangarBicocca hanno collaborato alla realizzazione di una delle opere in esposizione. Dal 6 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023 Pirelli HangarBicocca presenterà la mostra personale di Dineo Seshee Bopape, a cura diLucia Aspesi e Fiammetta Griccioli.
 
The Soul Expanding Ocean #4: Diana Policarpo
Ciguatera L’ultima opera commissionata a Diana Policarpo per Ocean Space vedrà lo sviluppo di un’installazione multimediale, che utilizza video e audio per enfatizzare un senso di presenza, immortalando, allo stesso tempo, il personale processo di ricerca dell’artista. Prendendo come punto di partenza il viaggio di ricerca alle Isole Selvagge portoghesi (Ilhas Selvagens), nell’Oceano Atlantico settentrionale, l’artista crea un caso di studio nella mappatura delle storie coloniali attraverso il tracciamento della biodiversità naturale.
Grazie alle lenti tecnologiche, le telecamere sono in grado di catturare le attività di esseri viventi in strati che l’occhio umano non riesce a percepire. Incorporati nella sostanza stessa delle installazioni, questi video diventano altro materiale scultoreo e, in quanto tale, assumono la stessa funzione: creare una drammaturgia che ci fa comprendere come la scienza sia implicata nei processi coloniali e intrappolata in relazioni di potere. Mentre i microrganismi hanno fatto parte dei miti sin dai tempi antichi e la narrazione di storie assume una qualità filmica, in entrambe le installazioni di Policarpo si potrebbe dire che la telecamera è più prossima a una bocca che racconta, che a un occhio che cattura.
Questa nuova realizzazione segna un notevole salto di scala nell’ambizione di diventare la più grande installazione scultorea della Policarpo ad oggi, offrendole l’occasione di esprimere totalmente il proprio linguaggio artistico. Nel suo approccio alla scultura, trasparenza e fluidità assumono una valenza politica ed estetica centrale. Nell’intento dell’artista, le nostre esperienze corporee ne saranno toccate e trasformate, divenendo esse stesse una sostanza liquida simile all’acqua, capace di aderire alle ambientazioni create dall’artista. Attraverso la materialità delle opere d’arte, si avrà la sensazione di trovarsi dentro l’Oceano e da lì, di riflettere.
‘I nostri occhi diventano lenti, vediamo come un microscopio, vediamo come una telecamera che registra le profondità dei mari, vediamo come un drone. Diana Policarpo gioca con la nostra presenza fisica nello spazio per rendere visibili i molti modi in cui l'Oceano dà senso alla vita. L'installazione è un'isola, un'isola selvaggia, non toccata dagli umani’. – Chus Martínez
Coprodotta da TBA21–Academy e dal Centro de Arte Moderna Gulbenkian, in collaborazione con l’Instituto Gulbenkian Ciência.
 
Dineo Seshee Bopape è nata nel 1981 secondo il calendario gregoriano, nel 1974 secondo il calendario etiope, l'anno del gallo d'oro, di domenica. Se fosse stata ghanese, si sarebbe chiamata Akosua o, abbreviato, Akos. L’anno in cui nasce vede registrati 22 uragani nell'Oceano Atlantico e 4 cicloni nell'Oceano Indiano vicino al Mozambico. Umkhonto We Sizwe compie numerosi assalti clandestini contro lo stato dell'apartheid. Lo Zaire è il principale produttore mondiale di cobalto; in Cile viene istituito il Codice dell'acqua, che separa la proprietà dell'acqua dalla proprietà della terra; si tiene a Ginevra laConferenza Internazionale delle ONG sulle Popolazioni Indigene e la Terra; Bob Marley muore; nell'Oceano Pacifico è visibile un'eclissi solare anulare; USA e Giappone sono in prima linea nell'industria mineraria dei fondali marini, Thomas Sankara va in bicicletta alla sua prima riunione di gabinetto; la tratta degli schiavi è ufficialmente abolita in Mauritania; Machu Picchu è dichiarato patrimonio culturale; la Nuova Zelanda riconosce 16 fiumi e laghi come "Eccezionali", proteggendoli per sempre. L'uragano Katrina porta inondazioni nei Caraibi. Un accordo Haiti-USA consente alla guardia costiera degli Stati Uniti di pattugliare il corridoio marittimo tra Haiti e Cuba. Si narra che le balene franche nate in quell’anno siano le più lunghe nate da allora. La nonna paterna dell’artista muore affetta da demenza. Altri eventi concomitanti nell'anno della sua nascita sono forse troppi per essere pienamente conosciuti: alcune cose sono continuate, alcune sono cambiate, altre sono finite, alcune sono iniziate, alcune si sono trasformate. All’epoca, la popolazione mondiale era di circa 4,529 miliardi. Oggi Bopape è una dei 7 miliardi e si definisce con molteplici aggettivi.
 
Diana Policarpo è un’artista e compositrice visual che si serve di strumenti visivi e musicali, tra i quali disegno, video, scultura, testo, performance e installazioni sonore multicanale. Policarpo indaga la politica di genere, le strutture economiche, la salute e le relazioni intraspecifiche attraverso la ricerca transdisciplinare speculativa. Crea performance e installazioni per approfondire esperienze di vulnerabilità ed empowerment associate all’esposizione dell’individuo al mondo capitalistico. Le sue opere sono state esposte in tutto il mondo, tra le altre anche in occasione di mostre personali presso Kunsthall Trondheim (NO), Galeria Municipal do Porto (PT), Museum of Art, Architecture and Technology - MAAT (PT), Kunstverein Leipzig (DE), Kunsthalle Baden-Baden (DE). Policarpo ha da poco esposto, esibito e proiettato la sua opera presso Kunsthall Oslo, W139, Amsterdam; Mars Gallery, Melbourne; Peninsula Gallery; New York; Whitechapel Gallery, LUX- Moving Image, Cafe OTO e Institute of Contemporary Arts a Londra. Policarpo è stata insignita del Prémio Novos Artistas Fundação EDP 2019 e del illy Present Future Prize 2021.
 
Chus Martínez è direttrice dell’Art Institute presso l’Accademia di Arte e Design FHNW di Basilea; per il biennio 2021-22 è la Curatrice di Ocean Space a Venezia, il centro di TBA21–Academy per la diffusione della conoscenza, la ricerca e l’attività di sostegno a favore delle tematiche oceaniche attraverso l’arte. In passato ha guidato il progetto The Current II(2018– 20), promosso da TBA21–Academy. The Current è l’ispirazione che ha portato ad Art is Ocean, un ciclo di seminari e conferenze ospitato dall’Istituto d’Arte che analizza il ruolo degli artisti nel concepire nuovi modi per sperimentare la natura.
TBA21 Thyssen-Bornemisza Art Contemporary è una delle principali fondazioni internazionali per il patrocinio e l’arte, nata nel 2002 su iniziativa di Francesca Thyssen-Bornemisza, filantropa e collezionista della famiglia Thyssen che da quattro generazioni si prodiga per l’arte e i servizi alla comunità. Tutta l’attività si basa, fondamentalmente, sul contributo degli artisti e sulla convinzione che arte e cultura possano innescare un cambiamento e una trasformazione sociale e ambientale.
 
TBA21–Academy è stata fondata nel 2011 come centro di ricerca da TBA21 Thyssen-Bornemisza Art Contemporary.Ecosistema culturale che promuove un rapporto più stretto con l’Oceano attraverso la lente dell’arte, per ispirare un approccio attento e attivo, da dieci anni l’Academy è un incubatore di ricerca collaborativa, produzione artistica e di nuove forme di comprensione combinando arte e scienza. Grazie a un programma diversificato, TBA21–Academy ha dato vita ad Ocean Space a Venezia, a una comunità locale e internazionale vivace e dinamica. 
 
Situato nella Chiesa di San Lorenzo a Venezia, Ocean Space ha inaugurato a marzo 2019 come centro globale per catalizzare l'alfabetizzazione critica dell'oceano, la ricerca e la sua difesa attraverso le arti. 
Fondata e guidata da TBA21–Academy e grazie ad attività in costante crescita, questo ambasciata degli oceani ha promosso un maggiore impegno e azioni collettive sulle tematiche oceaniche più urgenti.
 
Pirelli HangarBicocca è una fondazione non-profit di arte contemporanea, nata a Milano nel 2004. Si estende per circa 15.000 metri quadri su quello che fu un sito industriale ed è ora uno degli spazi espositivi più ampi d’Europa. Presenta importanti mostre personali di artisti italiani e internazionali, ideate per questa architettura unica. Dal 2012, sotto la direzione artistica di Vicente Todolí, la fondazione Pirelli HangarBicocca ha allestito mostre personali di Ragnar Kjartansson, Dieter e Björn Roth, Micol Assaël, Cildo Meireles, João Maria Gusmão e Pedro  Paiva,  Joan  Jonas, Céline Condorelli, Juan Muñoz, Damián Ortega, Philippe Parreno, Petrit Halilaj, Carsten Höller, Kishio Suga, Laure Prouvost, Miroslaw Balka, Rosa Barba, Lucio Fontana, Eva Kot’átková, Matt Mullican, Leonor Antunes, Mario Merz, Giorgio Andreotta Calò, Sheela Gowda, Daniel Steegmann Mangrané, Cerith Wyn Evans, Trisha Baga, Chen Zhen, Neïl Beloufa e Maurizio Cattelan. Il programma espositivo 2022 comprende Anicka Yi, Steve McQueen, Bruce Nauman e Dineo Seshee Bopape.
Ogni mostra è accompagnata da una monografia dell’artista e da un programma pubblico di eventi. Oltre alle mostre temporanee, Pirelli HangarBicocca ospita due installazioni permanenti: la celebre opera site-specific di Anselm Kiefer, I Sette Palazzi Celesti 2004-2015, e l’imponente scultura di Fausto Melotti, La Sequenza (1981).
 
Fundação Calouste Gulbenkian è una fondazione internazionale con finalità artistiche, didattiche, benefiche e scientifiche. Operando dalla sede principale a Lisbona e attraverso le delegazioni di Parigi e Londra, uno dei principali obiettivi della fondazione è il cambiamento climatico, inteso come la nostra più grande e urgente sfida. La Fondazione ha un museo e un centro di arte moderna, un’orchestra e un coro, una biblioteca d’arte e un archivio, e un istituto di ricerca scientifica.
 
Il suo Centro de Arte Moderna (CAM) è stato fondato nel 1983 come luogo di sperimentazione e per ospitare la collezione di Arte Moderna e Contemporanea acquisita dagli anni '50. Nel 2023 CAM celebrerà il 40° anniversario e riaprirà al pubblico con un edificio completamente ripensato da Kengo Kuma e un ampio giardino opera di Vladimir Djurovic.
L’Instituto Gulbenkian Ciência (IGC) è destinato alla ricerca biologica e biomedica e alla formazione innovativa post-laurea, ponendo la scienza al centro della società. Si prefigge di comprendere come l’organismo si formi e interagisca con il suo ambiente, formulando approcci innovativi al trattamento delle malattie e alla sostenibilità del pianeta. 
 

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