Zeng Fanzhi: Near and Far/Now and Then

© Zeng Fanzhi | Zeng Fanzhi, Lóng Táitóu II, 2019–23, oil on canvas I Photo courtesy of the artist and Hauser & Wirth

 

Dal 17 Aprile 2024 al 30 Settembre 2024

Venezia

Luogo: Scuola Grande della Misericordia

Indirizzo: Sestiere Cannaregio 3599

Curatori: Michael Govan e Stephen Little


Il Los Angeles County Museum of Art (LACMA) è lieto di presentare Zeng Fanzhi: Near and Far/Now and Then, una mostra di nuovi lavori dell’artista Zeng Fanzhi (nato nel 1964), che verrà inaugurata in concomitanza con l’edizione 2024 de La Biennale di Venezia. La mostra avrà luogo all’interno della storica Scuola Grande della Misericordia, dal 17 aprile al 30 settembre 2024, con un allestimento progettato dall’architetto Tadao Ando.

Verranno qui esposti gli sviluppi più recenti della pratica artistica di Zeng Fanzhi. Near and Far/Now and Then presenterà per la prima volta al pubblico due cicli di opere recenti dell’artista: nuovi dipinti astratti e opere su carta fatta a mano e trattata con inchiostro, grafite, gesso, polvere d’oro e pigmenti minerali, mai esposte prima d’ora.

A co-curare la mostra sono Michael Govan, amministratore delegato e direttore Wallis Annenberg del LACMA, e Stephen Little, Curatore Florence e Harry Sloan di arte cinese e capo dipartimento per l’arte cinese, coreana, del sud e del sud-est asiatico.

“Le opere di Zeng Fanzhi sono celebrate soprattutto per l’equilibrio tra la maestria tecnica e l’emozione,” dice Michael Govan. “Near and Far/Now and Then farà luce sull’ambiziosa pratica pittorica di Zeng, e l’intervento architettonico di Tadao Ando farà brillare le interconnessioni evidenziate dal nuovo corpus di opere di Zeng.”

“Nei suoi lavori, Zeng Fanzhi impiega due diversi tipi di materiali: uno spesso e topografico, l’altro sottile e traslucido,” afferma Stephen Little. “Le sue opere sollecitano anche due approcci opposti nella partecipazione dei visitatori – uno distante, l’altro profondamente intimo. Inquadrata nell’insieme delle tradizioni asiatica ed europea dalle quali attinge, questa mostra guiderà i visitatori, con le sue molte tensioni visive, verso una serie di scoperte.”

Opere d’arte esposte

La mostra farà luce sull’ambiziosa pratica pittorica di Zeng di ridefinire l’astratto attraverso esercizi di rappresentazione figurativa, e viceversa. I nuovi dipinti a olio dell’artista sono il risultato di decenni di ricerca sulla teoria del colore, che attinge, sfidandole, alle pratiche impressionista e puntinista, dove le immagini si materializzano solo attraverso l’attenta collocazione di singoli segni di colore. Qui gli strati delle pennellate creano elementi figurativi facilmente riconoscibili da lontano, ma che si dissolvono nella materialità del dipinto a olio se osservati da vicino. Le variazioni di tonalità di un colore cedono il passo a schemi intrecciati di colore, spesso con più di trenta tipi di pigmenti brillanti, in una sola immagine.

L’esposizione fornirà uno sguardo approfondito sulla sua padronanza del medium, della sua tecnica bagnato su bagnato, e dell’enfasi sulla mera materialità della pittura, che definisce il suo lavoro. In un mondo ormai inondato da immagini elaborate digitalmente, Zeng sfida chi osserva le sue opere a riconoscere la superiorità della pittura come arte e mestiere secolare.
Le opere su carta fatta a mano danno una nuova direzione al lavoro di Zeng, che combina, con ambizione, le iconografie cristiana, buddista e della pittura dei letterati. Richiamano immediatamente i punti più alti dei paesaggi monocromi a inchiostro risalenti alle dinastie Song (960-1279) e Yuan (1260-1368), rievocando allo stesso tempo le ambiguità dei paesaggi a inchiostro della tarda dinastia Ming e della prima dinastia Qing, eseguiti da pittori quali Zou Zhilin (1574-ca. 1654), Hongren (1610-1663), e Dai Benxiao (1621-1691). Il soggetto si muove con fluidità dal crocefisso alla rappresentazione di rocce e vecchi alberi – simboli, nella cultura tradizionale cinese, di forza, resilienza e longevità. Come i dipinti di Zeng, questi disegni squisiti sfidano consapevolmente ogni categorizzazione, allineandosi con le grandi tradizioni asiatica ed europea.

Percorso di mostra

Al piano terra della Scuola Grande della Misericordia, ai visitatori si presenteranno le proporzioni classiche dell’edificio del XVI secolo, racchiuse tra due dipinti a olio a più pannelli: uno che allude all’iconografia buddista e l’altro a quella cristiana. Al piano superiore, i visitatori troveranno lo spazio diviso in cinque sezioni tematiche.
Il progetto di Tadao Ando è una progressione di pareti con una serie di aperture sempre più grandi, che creano un cono prospettico. Queste aperture collegano la vista dei due dipinti più grandi, uno a ogni estremità dello spazio, come al pianterreno; in questo caso però i due dipinti non sono figurativi ma suggeriscono piuttosto l’astrazione di luce e acqua. Sulle pareti di Ando e intorno a esse è esposta una selezione dei dipinti a olio più piccoli di Zeng. Sullo sfondo dei maestosi spazi della Misericordia – pregni di storia e riccamente decorati da affreschi – il progetto di Zeng offre al suo pubblico l’esperienza viscerale dell’arte.

Il LACMA

Negli anni, il LACMA ha sviluppato un robusto programma di arte cinese attraverso mostre innovative, partnership internazionali e acquisizioni significative. Di recente il museo ha consolidato il suo patrimonio di arte cinese contemporanea. Nel 2019 il LACMA ha acquisito il monumentale Untitled (2018) di Zeng Fanzhi, grazie alla generosità di Dominic ed Ellen Ng, e ha effettuato altre acquisizioni cruciali, tra cui la donazione promessa da Gérard e Dora Cognié, nel 2018, di oltre 300 dipinti cinesi contemporanei a inchiostro e l’acquisizione delle Zodiac Heads di Ai Weiwei, una donazione da parte del (defunto) Budi Tek nel 2022. A Los Angeles, il LACMA ha presentato numerose mostre di arte cinese contemporanea, tra le quali si evidenziano Legacies of Exchange: Chinese Contemporary Art from the Yuz Foundation (2022); Ai Weiwei: Circ/e of Animals/Zodiac Heads (2022); lnk Dreams: Se/ections from the Fondation INK Collection (2021); e The A/Iure of Matter: the MateriaiArt of China
(2019).

Nato a Wuhan, in Cina, nel 1964, Zeng Fanzhi si è laureato presso lo Hubei lnstitute of Fine Arts di Wuhan nel 1991. Durante i primi anni della sua formazione, Zeng si è immerso nell’arte occidentale, nella filosofia e nelle tecniche del Realismo Socialista del 1985 New Wave Movement in Cina. Questi interessi sono stati determinanti nel permeare le prime serie di dipinti, Meat Series e Hospital Triptychs. Questi primi lavori, tra il 1989 e il 1994, hanno preparato la scena per una pratica pittorica intensamente personale ed espressiva, che documenta un periodo prolifico di sviluppo sociale ed economico della storia cinese.
Lavorando sulla scia della rapida modernizzazione e urbanizzazione della Cina, Zeng ha poi rivolto la sua attenzione alle figure presenti nelle industrie che lo circondavano. Ispirate da artisti quali Francis Bacon, Willem De Kooning, Max Beckmann, queste opere, note come le serie Mask e Behind the Mask, si pongono a cavallo tra realismo e immaginazione per rivelare una preziosa riflessione autobiografica e introspettiva sui suoi tempi e un’attenzione meticolosa al dettaglio tecnico, che si fonde con un ricco corpo di ritrattistica e immagini uniche.
Negli ultimi due decenni, Zeng ha familiarizzato di nuovo con la filosofia della pittura cinese tradizionale e in particolare con i lavori che vanno dalla dinastia Wei del nord a quelle Song e Yuan, dal quarto al quindicesimo secolo. Arricchito da questi nuovi interessi, Zeng si è avvicinato ulteriormente all’astrazione. I lavori raggruppati nella serie Abstract Landscape hanno sperimentato quattro fasi evolutive caratterizzate da paesaggi fortemente gestuali, che presentano la stessa energia dinamica della sua ritrattistica. Queste tele sono attraversate da linee meticolose e calligrafiche, che si fondono, oscurandoli, con gli oggetti leggibili dello sfondo, per indagare la tensione complessa tra natura, mondo animale e umanità.
In parallelo alle sue sperimentazioni con il paesaggio astratto, Zeng ha continuato a sviluppare un linguaggio più sperimentale nello studio dei ritratti: la serie We include facce distorte dipinte a distanza molto ravvicinata, con pennellate ampie e circolari che creano un aspetto frenetico e urgente. Per creare questi dipinti, Zeng usa tutto il corpo, allungandosi su grandi tele per stendere il colore con più pennelli contemporaneamente.

Nato a Osaka nel 1941, Tadao Ando è un architetto autodidatta famoso a livello mondiale e fondatore, nel 1969, della Tadao Ando Architect & Associates. I suoi lavori più rappresentativi includono la Church of the Light [Chiesa della luce], Osaka, Giappone, la Pulitzer Arts Foundation [Fondazione d’Arte Pulitzer], St. Louis, MO, e
il Chichu Art Museum [Museo d’Arte Chicu], Naoshima, Giappone. Ha ricevuto innumerevoli premi, tra cui il Premio Istituto Giapponese di Architettura (1979), il Premio Accademia Giapponese d’Arte (1993), il Premio di Architettura Pritzker (1995), la Medaglia d’oro dell’Istituto Americano di Architettura (2002), l’onorificenza Persona con meriti culturali (2003), la Medaglia d’oro dell’Unione Internazionale degli Architetti (2005), la Medaglia d’oro per le arti del Centro John
F. Kennedy (2010), l’Ordine per i meriti culturali (2010), l’Ordine francese delle arti e delle lettere (Commandeur) (2013), il titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia (2015), il premio lsamu Noguchi (2016), e il titolo di Comandante della Legion d’Onore (2021). I suoi lavori sono stati oggetto, per citarne solo alcune, di mostre personali al Museum of Modem Art, New York (1991), al Centro Pompidou, Parigi (1993, 2018), e ad Armani / Siros, Milano (2019). È stato visiting professor presso le università di Yale, Columbia e Harvard. Dal 1997 è professore presso l’Università di Tokio, ed è attualmente professore emerito.

Crediti: Questa mostra è organizzata dal Los Angeles County Museum of Art.


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