A lenta percezione. Protagonisti della pittura analitica

Elio Marchegiani, Grammature di colore, 1974, cm. 92 x 67. Intonaco

 

Dal 07 Aprile 2017 al 23 Aprile 2017

Verona

Luogo: Spazio espositivo di Piazzetta Pescheria n.7

Indirizzo: piazzetta Pescheria 7

Orari: tutti i giorni - eccetto il lunedì - dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 20

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 3926956046



Da venerdì 7 aprile a domenica 23 aprile 2017 presso il suggestivo spazio espositivo di Piazzetta Pescheria n.7 a Verona, sarà ospitata la mostra “A lenta percezione. Protagonisti della pittura analitica”, dedicata alla produzione di alcuni dei più celebri esponenti della corrente della Pittura Analitica, in Italia e in Europa.
In ragione della forte rivalutazione che negli ultimi anni ha interessato la Pittura Analitica e i suoi protagonisti - che nell’inesauribile carica vitalistica dimostrano un’eccellente qualità anche nella produzione più recente – la mostra di Verona intende unire e mettere a confronto le opere dei precursori della corrente: Winfred Gaul, Mario Nigro e Giuseppe Uncini, e dei principali esponenti, quali Rodolfo Aricò, Carlo Battaglia, Eros Bonamini, Enzo Cacciola, Marcello Camorani, Vincenzo Cecchini, Antonio Freiles, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Elio Marchegiani, Vittorio Matino, Paolo Masi, Carmengloria Morales, Claudio Olivieri, Giorgio Olivieri, Gottardo Ortelli, Paolo Patelli, Pino Pinelli, Pope, Lucio Pozzi, Claudio Verna e Gianfranco Zappettini, a testimonianza del carattere eterogeneo della corrente e dei suoi esiti estetici.
 
La Pittura Analitica nasce alla fine degli anni Sessanta, come conseguenza e reazione ad una complessa situazione di crisi, stravolgimenti e nuovi fermenti culturali; si registra soprattutto da parte di molti artisti, un ambivalente atteggiamento verso le nuove istanze del Concettuale: la consonanza, da un lato, con la necessità di riflettere, indagare ed analizzare il linguaggio dell’arte; dall’altro, un forte tentativo di reagire alla sempre più diffusa convinzione che, auspicando il definitivo abbandono di ogni finzione rappresentativa, il mezzo della pittura risulti ormai superato, anacronistico, sterile.
 
La corrente analitica si può considerare quindi come frutto di un’inclinazione, un atteggiamento, un sentimento appartenuto ad un nutrito numero di artisti che trovò un terreno comune nel reagire alla profetizzata fine dell’arte pittorica attraverso una riflessione sul ruolo dell’artista, sull’atto del dipingere e sull’oggettualità dell’opera, analizzata nelle sue componenti fisiche, tangibili, strutturali. Fondandosi sugli elementi primari della pittura - quali il segno, il colore, la tela, il telaio, il pennello - essa mostrava una volontà di rifondare la pratica pittorica a partire proprio dagli elementi minimi e depurarla di ogni accezione emozionante ed emozionale, instaurando così con essa da un lato un rapporto semplice, sincero, “artigianale”, e dall’altro intendendola come procedura d’analisi delle strutture compositive dell’opera stessa.
 
Le opere in mostra intendono evidenziare infine la meravigliosa complessità della Pittura Analitica: sebbene restando aniconica ed autoreferenziale, essa non disdegna spesso elementi che provocano nell’osservatore effetti lirici e sottilmente emozionali, come le velature tonali, la sapiente composizione delle luci e dei chiaro-scuri, la forza della linea e l’impatto del colore, ed un ritmo a volte composito e sinfonicamente articolato.
 
 

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