Alla scoperta delle chiese romaniche

La Chiesa di San Claudio al Chienti
 

20/02/2002

La fine delle invasioni barbariche (IX-XI secolo), la maggior tranquillità sul territorio, le più prospere condizioni economiche insieme determinarono tra l’XI e il XIII secolo in quella porzione di territorio che oggi corrisponde alla regione delle Marche, un improvviso risveglio delle arti e in particolar modo dell’architettura. Basti pensare ai numeri del patrimonio monumentale e paesaggistico locale, unico nel suo genere: più di duecentotrenta edifici testimoniano la grande produzione di architettura religiosa in epoca romanica. A parlarci della storia di quel periodo saranno allora gli stessi edifici romanici che si incontrano attraversando l’intera regione e in particolare la zona lungo il fiume Chienti, tra Civitanova Marche e Tolentino. Il breve itinerario qui illustrato prende il via dalla suggestiva chiesa di Santa Maria al Piè di Chienti, detta anche dell’Annunciata, in località Montecosaro, per poi proseguire in direzione dell’antichissima chiesa di San Claudio al Chienti, sorta sulla città romana di Pausola. Una deviazione verso Pollenza suggerisce l'occasione della visita alla suggestiva cripta di Santa Maria di Rambona (per visitare la cripta occorre rivolgersi alla canonica vicina). Le ragioni della florida attività architettonica vanno cercate nel passato. La regione, ripartita dopo la caduta dell’Impero romano tra l’Esarcato bizantino e i longobardi del ducato di Spoleto, fu a lungo contesa dall’Impero e dallo Stato della Chiesa, al quale venne annessa solo nel XIII secolo. La diffusione del monachesimo (nell’altomedioevo i benedettini e a partire dal XIII secolo gli ordini mendicanti e i cistercensi) e la mancanza di un forte potere centrale, con la conseguente nascita di piccole autonomie, furono senza dubbio i due fattori che favorirono il risveglio edilizio con il conseguente sorgere di numerose chiese, edifici civili e cinte murarie. Ma la storia locale è anche legata al ruolo di regione di confine e di passaggio: fu infatti luogo di transito tra Roma e Ravenna, le due più importanti città del Medioevo italiano, punto di sbarco per imbarcazioni provenienti dall’Oriente e quindi centro di diffusione della cultura mediorientale oltre che veneziana. Non è un caso quindi che una delle caratteristiche principali dell’architettura romanica marchigiana sia proprio la riproposizione di tipologie di diverse e lontane aree culturali. Un giro tra queste splendide abbazie sarà senza dubbio il modo migliore per scoprire a poco a poco quanto dell’identità di questa terra sia da ricercare in questo suo lontano e affascinante passato.

COMMENTI