Anno 999: viaggio alla fine del millennio

999: viaggio alla fine del millennio
 

16/07/2003

Nei giorni incerti in cui "le fedi si rafforzano sulla linea di congiunzione tra i millenni", ha inizio il viaggio del mercante Ben Atar. Per mare, dalla profumata ed assolata Tangeri fino a Parigi, e poi via terra, fino a Worms. Siamo alla vigilia del nuovo millennio, nell'anno 999. In un libro delicato come una miniatura, "Viaggio alla fine del millennio", il grande scrittore israeliano Abraham Yehoshua, pacifista e rispettoso conoscitore della cultura araba, ci dà una sottile lezione di rispetto e tolleranza. A salpare per il lungo viaggio è Ben Atar, ricco mercante ebreo, che parte dal Magreb per rivedere l'amato nipote (e socio) Abulafia. Su una nave "antica, ma di legno pregiato", carica di spezie e di profumi, di fichi e di datteri, di pesce in salamoia e di olio d'oliva, di pelli di leopardo e di tessuti ricamati. Ma, nonostante il carico, la nave non lascia la terra per un'avventura commerciale ma un tentativo di riconciliazione. Il ricco mercante quarantenne è infatti bigamo. Ben Atar è amante tenero ed uomo attentissimo a non privilegiare nessuna delle due mogli, secondo un codice di regole ed un antico senso della giustizia e dell'equità, che gli deriva dall'educazione religiosa e dalle tradizioni. Eppure la bigamia appare come un peccato troppo grande per il nipote Abulafia, che tronca ogni rapporto con lo zio. Decisione difficile, per Abulafia, sospeso fra l'amore per lo zio e la disapprovazione della moglie, un'intransigente ebrea ashkenazita. Ben Atar non si rassegna, deciso a rivedere il nipote e a sostenere la legittimità della sua situazione familiare. Per questo il lungo viaggio da Tangeri fino a Parigi avviene in compagnia delle due mogli, testimonianza vivente della validità della bigamia. Con loro saranno Abu-Lutfi, il socio ismaelita, ed un rabbino originario dell'Andalusia, che avrà il compito di supportare le tesi di Ben Atar davanti ai tribunali religiosi. E di convincere, dall'alto della sua autorità religiosa, la devota moglie di Abulafia e i suoi parenti. Allora, come oggi, i contatti fra le culture diverse non sono facili. La grande civiltà del Medio Oriente vive il suo apice, mentre l'occidente è solcato da conflitti, da malattie, dall'ignoranza e dalla paura incombente dell'arrivo del nuovo millennio. Paura che risuona nelle parole "mille e non più mille". Proprio per evitare gli incontri con i cristiani, il mercante ebreo ed il terzo socio arabo, decidono per un itinerario difficile e poco praticato, quasi sconosciuto alla cartografia dell'epoca: la navigazione cauta in prossimità della linea costiera di Portogallo, Spagna, Francia. Fino a giungere, dopo mesi in mezzo al mare, alla foce della Senna. L'arrivo del colorato vascello orientale, carico di ornamenti, è un avvenimento per ogni villaggio nel quale la nave sosta. Ed il contatto fra i due mondi, le due culture, è un misto di curiosità e di diffidenza, di fiducia e di sospetto reciproco. Ma ancor più risalta il rapporto fra le due culture ebraiche, lo scontro fra Oriente ed Occidente, fra sefarditi ed ashkenaziti. Una volta giunto in Francia Ben Atar si sottoporrà a due processi, che otterranno due giudizi opposti. Uno, espresso da una giuria di ebrei illetterati, sarà favorevole al mercante ebreo. L'altro, che avrà come giudice un unico "saggio" presso il consiglio ashkenazita della città di Worms, sarà contrario. Un libro sullo scontro di civiltà, in cui Yehoshua tesse, come in un arazzo, una trama ricca e colorata. Ma "Viaggio alla fine del millennio" è anche un libro sull'amore e sulla capacità di amare più persone contemporaneamente, sul rispetto delle convinzioni reciproche e sulla comprensione. Quale è la cultura vincente, quale l'amore vero? Difficile valutare, oggi come mille anni fa. Saranno il dolore e la morte a trovare la soluzione.

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