Anri Sala: tra il giorno e la notte
Time after Time di Anri Sala
12/05/2004
Anri Sala, uno dei giovani artisti più interessanti della scena contemporanea, è in mostra a Parigi (sino al 16 maggio, poi al Deichtorhallen di Amburgo dal 13 maggio al 1° agosto) in un’esposizione monografica organizzata dal dipartimento contemporaneo del Musée d'Art moderne de la Ville de Paris.
Cinque video dell’artista albanese realizzati tra il 2002 e il 2004 sono ospitati dagli spazi medievali dell’ex convento dei frati Cordeliers, avvolti nella semioscurità. Lo spettatore che li attraversa si ritrova in una sorta di zona limite, tra coscienza e incoscienza, dove la facoltà percettiva non ha più riferimenti. Sala ha seguito personalmente l’allestimento dei video con i curatori Laurence Bossé, Hans Ulrich Obrist e Julia Garimorth per creare questa particolare atmosfera, che è poi quella del crepuscolo: quindici minuti che separano il giorno dalla notte durante i quali tutto è incerto. Una twilight zone che in francese viene resa con l’espressione entre chien en loup, in riferimento all’impossibilità di distinguere con sicurezza il cane dal lupo. Espressione scelta come titolo stesso della mostra e che individua nel tema dell’incertezza della visione uno dei fili conduttori dell’opera di Anri Sala. All’artista è dedicata anche una pubblicazione, la prima di un certo spessore, che raccoglie diversi testi critici fra cui quelli dei curatori.
L’allestimento della mostra si distacca dal tradizionale modello del cubo nero - l’oscurità totale in cui di solito viene proposta la fruizione della videoarte - rendendo labili i confini tra opera e spazio espositivo attraverso la penombra delle ampie sale del convento. Le proiezioni dell’artista invece di immagini luminose fanno apparire qualcosa di più scuro ancora: la notte. Inquadrata dagli schermi dei video, la densità notturna viene intaccata solo dalle luci fredde, rapide e taglienti, oppure lente e avvolgenti, che offrono alla percezione dello spettatore porzioni di forme. Sono intermittenze visive che restano impresse sulla retina e che cercano conferme, attraverso un diverso canale percettivo, nei suoni e nei rumori, così come avviene nella notte.
Ai suoni non a caso Sala ha dato grande importanza: il rumore del mare in Ghostgames (2002), la musica del DJ solitario sui tetti di New York in una notte piovosa e pirotecnica in Mixed Behaviour (2003), l’impatto violento del rumore del passaggio delle macchine accanto ad un cavallo abbandonato in time after time (2003), il gioco semantico teso a far emergere la musicalità della lingua Wolof in Làkkat (2004). Anche nell’ultimo video, Dammi i colori (2003), che si distacca dagli altri per la sua narratività, è il suono della voce del sindaco di Tirana ad accompagnarci per le strade di una città notturna e degradata e a raccontarci il singolare progetto di partecipazione dei cittadini al rinnovamento urbanistico, attraverso la scelta dei colori e la pittura delle facciate dei palazzi che li ospitano.
Entre chien en loup è un esempio di mostra in cui viene fatto un uso sapiente dello spazio, dentro e fuori dei video, per creare un campo percettivo dove i soggetti delle opere di per sé insignificanti, sono portati ad un livello di astrazione che ne rivela l’intensità dei significati. Apparizioni instabili, come in un dormiveglia in cui non siamo mai certi di cosa sia stato.
Anri Sala -"Entre chien et loup"
Fino al 16 maggio 2004 al Couvent des Cordeliers, ARC / Musée d'Art moderne de la Ville de Paris
15, rue de l'École de Médecine
75006 Paris
info: 0033 (0)1 53 67 40 00
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