NUove tendende dal mondo dell'arte

Damien Hirst: quando l'artista diventa gallerista

Damien Hirst, FOr the love of God Photographed by Prudence Cuming Associates © Damien Hirst and Science Ltd
 

Ludovica Sanfelice

02/07/2015

Damien Hirst torna a far parlare di sè, ma questa volta per una faccenda che nulla ha a che vedere con un’opera. L’artista vivente tra i più quotati del mondo, all’alba dei cinquant’anni, ha infatti deciso di diventare un gallerista.

Il suo spazio, progettato dagli architetti Adam Caruso e Peter St. John e costato 25 milioni di sterline che l’artista ha sborsato di tasca propria, aprirà nel sud di Londra, a breve distanza dalla Tate Britain.

Nel nuovo museo, che si chiamerà Newport Street Gallery e inaugurerà il prossimo 8 ottobre con una personale del pittore inglese John Hoyland, verranno programmate esposizioni curate dallo stesso Hirst con opere provenienti dalla sua collezione personale composta da oltre 3000 pezzi d’arte moderna e contemporanea. Un patrimonio che comprende nomi come Francis Bacon, Banksy, Jeff Koons, Sarah Lucas, Pablo Picasso, Gavin Turk e include oggetti storici, tassidermie e modelli anatomici scelti secondo il gusto del proprietario.

Sebbene Hirst abbia già esposto in passato parti della sua collezione alla Serpentine Gallery nel 2006 e alla Pinacoteca Agnelli di Torino nel 2013, il nuovo spazio gli consentirà di dedicarsi alla sua collezione con continuità e mostrare i risultati di questo lavoro al pubblico che potrà accedervi gratuitamente. Ma come accade per ogni progetto legato al nome di Hirst non mancano gli aspetti controversi e i più maligni leggono in questa operazione una formula per incrementare il valore delle opere in mostra, che guarda caso appartengono all’artista.

D’altro canto, l’attenzione che l’artista sta dedicando alla nuova creatura lascia intendere che voglia lanciarsi a capofitto in nella nuova carriera e non è escluso che possa lanciare una tendenza.


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