GENESI E STORIA DELLE COLLEZIONI THYSSEN-BORNEMISZA

Thyssen
 

24/03/2002

Forse l’ultima e la più grande fra le collezioni private d’arte nel mondo quella del Barone Hans Thyssen-Bornemisza, che ha aperto le sue porte al pubblico nel 1992, a seguito di un accordo stipulato fra il Regno di Spagna e lo stesso Barone. Da dieci anni è possibile ammirare i capolavori di questa prestigiosa collezione nelle sale del Museo Thyssen, situato nel cuore culturale di Madrid. Mai prima di allora si era riusciti a contemplare la raccolta in tutta la sua ampiezza, che, assieme all’alto valore di ogni singola opera, rappresenta una delle principali caratteristiche di questa collezione. Se si dovesse coniare una definizione appropriata, volta a spiegare il valore di questo patrimonio, si potrebbe affermare che la Collezione Thyssen rappresenta la summa dell’arte mondiale dal Medioevo ai nostri giorni. Il nucleo originario è sorto grazie all’impegno del padre dell’attuale barone: Heinrich Thyssen-Bornemisza. Nato da un ricco industriale renano, Henrich iniziò a costituire la sua collezione durante i primi anni del Novecento, scegliendo come sede la residenza ungherese di proprietà della baronessa Margit Bornemisza, con cui si sposò nel 1905. Ben presto Henrich Thyssen si trasferì in Olanda, dove, nel 1921, nacque l’attuale barone Hans Henrich. Malgrado le avversità economiche del dopoguerra, Henrich continuò a collezionare dipinti; il suo genere preferito fu il ritratto, oltre a una particolare propensione per i pittori tedeschi del Quattro e Cinquecento. Cranach, Holbein, ma anche maestri olandesi come van Eyck entrarono a far parte della raccolta assieme a capolavori di artisti italiani quali Ghirlandaio, Carpaccio, Tiziano. Nel frattempo la collezione si spostò a Villa Favorita a Lugano; cominciarono le prime aperture al pubblico, ma a causa della seconda guerra mondiale ogni attività della Galleria venne sospesa. Fu grazie all’impegno del figlio Hans Henrich se la Galleria di Lugano fu riaperta al pubblico. Malgrado la parziale divisione della collezione, Hans riuscì a mantenere unita la parte principale della raccolta familiare, e nel corso degli anni recuperò alcune opere ormai in possesso delle sorelle. Mai pago delle sue conquiste, continuò a collezionare nuovi tesori, spaziando da opere del Medioevo italiano a quelle del Settecento francese, fino a scoprire un’ attrazione per l’Espressionismo tedesco. Ma la sua sete di nuovi orizzonti artistici non si esaurì e così continuò a collezionare dipinti impressionisti e di artisti delle Avanguardie di inizio Novecento. Mirò, Magritte si trovarono accanto ai maestri antichi, in una Galleria incapace ormai di ospitare un numero così alto di opere d’arte. Nacque così il progetto di trasportare la collezione altrove, optando per l’attuale sede madrilena, grazie anche all’intercessione della Baronessa Carmen, di nazionalità spagnola, sposata con il Barone dal 1985. Presto la Baronessa cominciò a interessarsi d’arte, costituendo una raccolta che con l’andare del tempo è divenuta una vera e propria appendice della principale collezione familiare. Più di ottocento pitture vanta il patrimonio nato grazie a Carmen Thyssen-Bornemisza; un tesoro d’arte che spazia anch’esso dalle pitture antiche all’arte contemporanea, a dimostrazione della naturale sensibilità artististica che questa famiglia conserva da più di un secolo.

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