I Piceni

 

17/05/2001

Nella zona a Nord e a Sud del fiume Tronto, tra il IX ed il IV secolo a.C., i Piceni diedero vita ad una civiltà omogenea basando la loro fortuna sulle vie degli scambi che gravitavano attorno all’Adriatico: la via dell’ambra, i passaggi alpini verso il centro Europa e le coste della Dalmazia e dell’Istria. Nel VII secolo a.C. i Piceni vivono il loro apogeo: in quel periodo si impone una cultura principesca simile a quella che caratterizza nello stesso periodo Etruria e Lazio. La grande differenza rispetto alle altre realtà del centro Italia è la mancanza di centri urbani rilevanti; i Piceni si organizzano in numerosi insediamenti sparsi. Le nostre conoscenze non sono limitate ai ritrovamenti archeologici. Altre importanti fonti riguardanti i Piceni le troviamo, seppur solo dal IV secolo a.C., in autori greci e latini quali Strabone, Polibio, Plinio e Livio. Nelle opere di questi scrittori la popolazione viene ricordata per i suoi forti guerrieri e per la bontà dei prodotti agricoli da essa coltivati (grano, frutta, vini). Il declino del popolo piceno inizia lentamente dal V secolo, quando le classi mercantili si sostituiscono per importanza all’aristocrazia. In questo stesso periodo, nella zona di pertinenza dei Piceni, si insedia una colonia di Siracusani che vengono a fondare la città greca Ancona con l'obiettivo di controllare il mare Adriatico, mentre il Centro Nord viene occupato dai Galli Senoni. Questo è il secolo delle grandi contaminazioni culturali: si fondono elementi della civiltà etrusca, greca, transalpina, che si riscontrano in molti materiali trovati negli scavi. Nel 295 a.C. presso Sentino i Romani sconfiggono una coalizione di Galli, Etruschi, Umbri, popoli medio-italici. Meno di trent’anni dopo (268 a.C.) i consoli Publio Sempronio Sofo e Appio Claudio Rufo assoggettano i Piceni. Simbolo della caduta picena la costruzione della via Flaminia ad opera del censore Gaio Flaminio tra il 220 e il 219 a.C.: la civiltà picena da questo momento in poi vedrà legato indissolubilmente il suo destino a quello di Roma.

COMMENTI