Il Museo è allestito all’interno del Kulturbrauerei, nel quartiere berlinese di Pankow
La vita ai tempi della DDR
Il murale Mio Dio, aiutami a sopravvivere a questo amore mortale di Dmitri Vrubel
L.Sanfelice
02/12/2013
Cosa significava vivere a est del Muro ai tempi della Repubblica Democratica Tedesca?
Nel vivace quartiere berlinese di Pankow, all’interno del Kulturbrauerei, ex-complesso in cui si fabbricava birra, riconvertito negli anni Settanta in un polo multidisciplinare per le arti e la cultura, è stato inaugurato “Alltag in der DDR”, un nuovo museo pubblico (ad ingresso gratuito) destinato a coltivare la memoria di quelle abitudini così complesse e alienanti che vennero spezzate il 3 ottobre del 1990 quando la cortina fu abbattuta e la città riunificata.
Alla sfida di raccontare quel particolare periodo storico disponendo di 600metri quadri, il nuovo spazio permanente accompagna la scommessa di competere con l’iniziativa privata che nel 2006 ha dato vita al DDR-Museum, istituzione che in pochi anni si è imposta nei circuiti turistici per la sua capacità di coinvolgere i visitatori attraverso simulazioni interattive.
Alltag in der DDR nasce comunque nel segno di una vocazione più politica e intende mettere in discussione ogni genere di nostalgia legata a quell’isola inventata da Mosca agli albori della guerra fredda per descriverne privazioni, silenzi, censure.
Ricorrendo ad una collezione di circa 800 oggetti originali, con documenti ufficiali, rapporti della Stasi, audio e video, la mostra si concentra sugli effetti del modello di stampo sovietico e del lavoro di controllo e spionaggio sulla vita di ogni giorno mettendo in luce i profondi condizionamenti imposti attraverso educazione, lavoro e forme di intrattenimento.
Nel vivace quartiere berlinese di Pankow, all’interno del Kulturbrauerei, ex-complesso in cui si fabbricava birra, riconvertito negli anni Settanta in un polo multidisciplinare per le arti e la cultura, è stato inaugurato “Alltag in der DDR”, un nuovo museo pubblico (ad ingresso gratuito) destinato a coltivare la memoria di quelle abitudini così complesse e alienanti che vennero spezzate il 3 ottobre del 1990 quando la cortina fu abbattuta e la città riunificata.
Alla sfida di raccontare quel particolare periodo storico disponendo di 600metri quadri, il nuovo spazio permanente accompagna la scommessa di competere con l’iniziativa privata che nel 2006 ha dato vita al DDR-Museum, istituzione che in pochi anni si è imposta nei circuiti turistici per la sua capacità di coinvolgere i visitatori attraverso simulazioni interattive.
Alltag in der DDR nasce comunque nel segno di una vocazione più politica e intende mettere in discussione ogni genere di nostalgia legata a quell’isola inventata da Mosca agli albori della guerra fredda per descriverne privazioni, silenzi, censure.
Ricorrendo ad una collezione di circa 800 oggetti originali, con documenti ufficiali, rapporti della Stasi, audio e video, la mostra si concentra sugli effetti del modello di stampo sovietico e del lavoro di controllo e spionaggio sulla vita di ogni giorno mettendo in luce i profondi condizionamenti imposti attraverso educazione, lavoro e forme di intrattenimento.
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