Mediterraneo Mirò

Opera di Joan Mirò
 

22/11/2002

La mostra, oltre ad occupare gli spazi del Complesso di Santa Sofia, prevede l’allestimento di una sezione fotografica nella Chiesa della SS. Addolorata. Come mai questa diversa dislocazione? M.B.“Non si tratta di una mostra fotografica, vale a dire di documentazione, finalizzata a far leggere attraverso le immagini rapite dall'obbiettivo fotografico brani della vita dell'artista. È una mostra che celebra un grande fotografo spagnolo, qual è Francesc Català-Roca, e, nello stesso tempo, ci offre la testimonianza di una profonda amicizia, di un sodalizio che attraversa ben quarant'anni di storia del XX secolo. Porla in apertura, in pratica ricreare con queste grandi immagini lo spazio, il luogo della quotidianità, insomma lo studio di Palma, ancora abitato da gesti, da segni, risponde all'esigenza di far incontrare l'uomo, la figura Miró. Tutto ciò attraverso la "scrittura" fotografica di un amico.” Mediterraneo Mirò rimarrà a Salerno fino al 16 gennaio; sono previste “tappe” in altre città italiane? M.B. “È quanto ci auguriamo, anche se i tempi sono regolati dalle Fondazioni che, a fine mostra, hanno la necessità di sottoporre le opere a controlli. Posso dirle che alla data odierna siamo già a lavoro per il progetto, da realizzare il prossimo anno in una città della Lombardia, di un'altra grande mostra dedicata agli arazzi realizzati da Miró, nonché ai tessuti, ai collages.” Massimo Bignardi, (Salerno 1953) è Docente Ordinario di Storia dell'Arte presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli. Storico dell'arte, dal 1980 è impegnato come critico militante curando l'allestimento di numerose mostre. Tra le tante si segnalano: "Cagli, dal primordio all'archetipo", Roma, Castel Sant'Angelo, 1984; "The Modernity of Lyrism", Gummesons Konstgalleri, Stoccolma e Joensuu Art Museum, 1991. Ha collaborato, curando le sezioni su "Boccioni e il manifesto del 1916" e "Capri e Positano futuriste 1917-1924", alla mostra "Futurismo e Meridione", Palazzo Reale, Napoli 1996. Ha inoltre curato le mostre: "Artinceramica", Palazzo Reale, Napoli 1997; "Il Tesoro delle Banche. Pittura e Scultura in Italia 1915-1945", Palazzo Reale, Caserta 1997; “Arie mediterranee", Medelhavsmuseet di Stoccolma, 1998; ", "Insorgenze del Classico. In cammino da Oplonti", Villa Campolieto, Ercolano 2001; "Terre Mediterranee", Museo delle Arti Applicate, Belgrado 2002. È stato commissario, per la sezione “Verso il Duemila”, del Premio Internazionale della Ceramica di Faenza, 1985, nonché della XI Quadriennale d'Arte Nazionale, 1986; del XXXIV Premio Termoli del 1989. Nel 1996 e nel 1998 è stato direttore artistico del Premio Nazionale di Ceramica di Vietri sul Mare; nel 2000 ha ordinato la sezione "A cielo aperto. La ceramica contemporanea italiana", nell'ambito della 40ª Mostra Internazionale della Ceramica di Castellamonte. Nel 1991 ha curato la catalogazione e la sistemazione scientifica e museale della "Raccolta Contemporanea" della Pinacoteca Civica di Macerata. È stato incaricato dal Comune di Campobasso, in qualità di direttore scientifico, di redigere il piano di fattibilità della Galleria Civica di Arte Moderna. Dall'anno accademico 2000-2001 è coordinatore del Corso Sperimentale in "Arredo Urbano" promosso dal Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli. Di recente è stato nominato direttore del FRAC Baronissi (Fondo Regionale d'Arte Contemporanea) promosso dalla Regione Campania e dalla Provincia di Salerno.

COMMENTI