A Roma la conclusione dello scavo di via Alessandrina restitisce al Foro di Traiano una nuova prospettiva

Torna alla luce, con eccezionali tesori, un nuovo tratto dei Fori Imperiali

Via Alessandrina al termine dello scavo | Courtesy Zetema Progetto Cultura
 

Samantha De Martin

14/12/2020

C’è la testa di Dioniso, attribuibile alla prima età imperiale, con edera e corimbo e gli occhi in pasta vitrea, reimpiegata come materiale da costruzione in una fondazione di XIII secolo.
E c’è quella di Augusto, di dimensione doppia rispetto al vero, in marmo bianco a grana grossa proveniente molto probabilmente dalle cave dell’isola di Thasos, che ritrae l’imperatore in età giovanile.
Accanto a questi due straordinari gioielli, oltre 60 frammenti del Fregio d'Armi del Foro di Traiano, un fitto e articolato palinsesto decorativo composto da armi e armature accatastate le une alle altre in modo apparentemente casuale, che rappresentano le spoglie belliche dei popoli vinti e dei vincitori, deposte a simboleggiare la raggiunta pax romana.
Questi eccezionali ritrovamenti della Roma antica arrivano direttamente dal sottosuolo del primo tratto di via Alessandrina, nel cuore della capitale. Facevano parte dell’apparato decorativo del Foro di Traiano, realizzato nei primi anni del II secolo d.C. a celebrazione delle vittorie sui Daci.
Erano stati rinvenuti nel corso dello scavo archeologico realizzato grazie all'atto di mecenatismo della Repubblica dell’Azerbaigian, la cui conclusione, presentata qualche giorno fa nel corso di una conferenza stampa digitale, ha restituito a Roma una nuova porzione dei Fori Imperiali.
E adesso i reperti scultorei e architettonici venuti alla luce durante lo scavo - alcuni dei quali oggi in corso di restauro e di studio - si mostrano al mondo per la prima volta.
Grazie all’ultimazione dello scavo archeologico del primo tratto di via Alessandrina si potrà adesso ammirare, con un unico colpo d’occhio, la piazza del Foro di Traiano con il complesso monumentale dei Mercati di Traiano.
L’opera, curata da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo - Parco Archeologico del Colosseo, restituisce alla città una nuova prospettiva e una migliore leggibilità del Foro di Traiano, offrendo un nuovo colpo d'occhio sull’area archeologica centrale.


La testa di Dioniso dopo il ritrovamento

Ma in che modo è cambiato l’impatto visivo di una delle aree più suggestive di Roma?
Con questo scavo, svoltosi ininterrottamente da marzo 2018 fino allo scorso novembre sotto la direzione scientifica degli archeologi della Sovrintendenza, è stato rimosso il tratto settentrionale della via Alessandrina che collegava l’attuale piazza del Foro di Traiano a largo Corrado Ricci. L’intervento ha anche permesso di ricostruire la storia del centro monumentale della città di Roma, riportando alla luce una nuova porzione della piazza del Foro di Traiano, oltre ai resti delle abitazioni del quartiere medievale.
“Il Foro di Traiano - ha spiegato Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali - è un capolavoro dell’urbanistica romana di cui finora non si coglieva appieno la grandiosità. Oggi è più facile capire perché la costruzione fosse definita 'degna dell’ammirazione degli dei' ".
Come ha sottolineato anche Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo, l'intervento di via Alessandrina restituisce alla fruizione pubblica l'area del Foro Traiano in tutta la sua grandiosità. Questo intervento rientra in una strategia condivisa dal Parco archeologico del Colosseo e da Roma Capitale finalizzata a definire l'apertura di un percorso unificato tra i Fori imperiali e il Foro romano - Palatino, per una fruizione senza barriere.
E per ricomporre, in un dialogo tra tessere di estremo fascino, lo straordinario mosaico dell'antichità.



Il Fregio storico dopo il ritrovamento | Courtesy Zetema Progetto cultura

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