Viaggiare nei mondi virtuali

Internet
 

16/07/2003

L'interconnessione mondiale delle reti, ben definita dall'acronimo ormai imperante del "www" (world wide web), ha creato un vero e proprio mondo parallelo dove la dimensione spazio-temporale subisce forte degenerazioni. La metafora della "navigazione" su Internet ben esprime lo stato di esistenza nomade che il mondo virtuale incoraggia e che restituisce al tema del viaggio un significato per certi versi tribale. Su Internet lo spostamento prevale sulla dimora, il viaggio verso la meta da raggiungere e, forse non a caso, la terminologia più utilizzata in campo informatico deriva proprio dal mondo nautico. Ed è proprio dall'esperienza di un viaggio virtuale che trae spunto l'originale libro di J.C. Hertz, I surfisti di Internet (Feltrinelli, Milano, 239 pagine, €6,71), una sorta di diario di bordo scritto in forma umoristica da una appassionata nethead, una navigatrice dei nostri tempi. Dalle chat ai newsgroup, dalle mailing list alle Mud (giochi di ruolo), la nostra esploratrice non esclude proprio nessuno, vive e fa vivere ai lettori, l'etica anarchica di Internet in tutte le sue più esileranti manifestazioni. Protagonisti del viaggio, gli abitanti invisibili della rete, gli hackers e i phreakers, i voyers, i neofiti e chi più ne ha più ne metta. L'occhio indiscreto della giovane surfista si spinge sino agli spazi più reconditi di un universo pieno di leggende metropolitane dove donne cyborg, transessuali, vecchi sciovinisti, ufologi e "tuttologi", giocatori di ogni età e di chissà quale sesso, si ritrovano giorno e notte, in bar virtuali a chiacchierare sugli argomenti più bizzari. Nel nuovo millennio, dunque, fare surf non vuol dire soltanto cavalcare le onde delle spiagge californiane ma può significare inoltrarsi nel maremagnum di Internet, senza avere alcuna meta prestabilita. I surfisti di Internet hanno ben poco di sportivo, stanno comodamente seduti davanti allo schermo del computer, vagando tra i siti nella speranza che qualcosa accada. Perché in Rete qualcosa accade sempre, qualsiasi cosa, come ci rammenta la giovane studentessa che, durante il suo viaggio picaresco, si è trovata a sperimentare di tutto. L'autrice affronta con la dovuta disinvoltura e autoironia il suo approccio con l'universo del cyberspazio, anche là dove il confine tra reale e virtuale diventa sempre meno distinguibile. "La rete sembra più grande dall'interno che dall'esterno. Puoi imbatterti in una festicciola in un castello contenuto in una bocca di vetro per pesci in una stanza di una casa di bambole in una villa di Napoli nel cyberspazio. È frattale: più giri e più velocemente sembra allontanarsi l'orizzonte." Sembra il racconto surreale di un cantastorie un po' esaltato ma è quanto effettivamente può accadere all'interno del labirinto virtuale. Per chi non ha mai avuto il coraggio di spingersi oltre, e crede che Internet sia solo uno sterile cumulo di dati, la lettura di questo libro può essere davvero illuminante.

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