Il 23 ottobre appuntamento a Milano per il premio che celebra il valore della varietà

In Triennale i vincitori di Carapelli for Art 2019

Carapelli for Art 2019
 

Francesca Grego

14/10/2019

Milano - Dall'incontro delle diversità può nascere nuova ricchezza: un concetto di una semplicità disarmante che funziona bene in arte come in agricoltura, in un luogo di lavoro come nei piatti che portiamo in tavola. A chi ne ha fatto una bandiera e a chi tende a dimenticarlo è dedicata la seconda edizione di Carapelli for Art, il premio che la nota azienda olearia fiorentina ha istituito un anno fa per sostenere le arti visive, la cultura e la creatività.
Dopo il successo della prima edizione, Carapelli for Art fa un passo avanti e diventa internazionale con quasi 1400 partecipanti provenienti da 52 paesi del mondo. Identico il tema proposto ai concorrenti delle categorie Open (artisti professionisti) e Accademia (allievi delle Accademie di Belle Arti). “Unione. L'incontro tra le varietà che porta a nuovo valore” trasporta nel mondo dell'arte un criterio da tempo noto ai maestri dell'olio: il più pregiato oro verde nasce infatti dall'alchimia tra varietà di olive scelte e valorizzate ciascuna nei suoi caratteri d'eccellenza.
Scopriremo molto presto come il messaggio sia stato interpretato dagli artisti. Mercoledì 23 ottobre i quattro vincitori e i destinatari delle menzioni speciali incontreranno finalmente il pubblico alla Triennale di Milano, con la partecipazione dei rappresentanti delle Accademie di Brera, Roma, Firenze, Carrara di Bergamo, Torino, Napoli, Versailles, Granada, Foggia, LABA di Firenze.

In attesa di conoscerli da vicino, ecco una piccola anteprima progetti vincitori, caratterizzati - manco a dirlo - da una varietà di approcci, stili e linguaggi artistici.
A conquistare il primo premio nella categoria Open sono Andrea Zucchini ed Enrico Boccioletti, rispettivamente con un video e un'installazione scultorea. Con la sua opera Dreamwalker, Zucchini interroga il patrimonio naturale e umano della Valcamonica, dove l'uomo ha lasciato tracce a partire dal Mesolitico. Storia, geologia, psicologia si incontrano in un viaggio tra le incisioni rupestri, dando vita a un'esplorazione viscerale di un luogo che a stratificazioni di epoche e identità unisce una carica di buodiversità sorprendente.
Tutt'altra musica quella proposta in Loomer da Boccioletti. Qui regna la tecnologia: pannelli acustici, microfoni elettrostatici, amplificatori, speaker e lampadine UV incontrano i telefoni cellulari del pubblico per sperimentare la smaterializzazione del corpo caratteristica dell'era digitale. Un dialogo alieno – ma pur sempre un dialogo - riattiva così quella capacità della scultura di agire sul paesaggio “reale” che è al centro della Land Art.
Altrettanta curiosità suscitano le due menzioni speciali assegnate nella categoria. In Oloide g. olmo stuppia dissotterra una scultura sepolta da anni in un oliveto siciliano con l'aiuto di due migranti ingaggiati grazie ai soldi del premio, mentre A futura memoria di Laura Pugno ci consegna il calco in resina della neve sciolta dall'artista in alta montagna: montata su un avveniristico piedistallo, l'opera allude provocatoriamente a una possibile museificazione dei ghiacci in seguito ai cambiamenti climatici in atto.

Volti di persone di diversa origine, cultura e status sociale si rincorrono invece in Wonderland, il video con cui l'iraniana Mehernoosh Roshanaei conquista il premio Accademia di Carapelli for Art. Al flusso visivo si sovrappone un discorso sconnesso e poetico, frutto della lettura automatica di parole suggerite da uno smartphone. Come conservare le specificità di ciascuno in una società omologante? È questa la domanda chiave di un lavoro che mette in scena la tensione tra individui e tecnologie.
I nuovi media si vestono di ironia nell'altra opera vincitrice della categoria Accademia. In Indonesia Giacomo Alberico parte da Google Earth per finire sul libretto di carta ripiegata Leporello. L'obiettivo è creare un ibrido geografico, un luogo tagliato su misura di desideri e fantasie, in cui le immagini della città d'origine – Chieti – si fondano con esotici paesaggi indonesiani.
Fotografia e pittura sono infine i mezzi scelti da Andrea Di Lorenzo (Foglie di fico) e Carlos Casuso (Interno I), destinatari delle menzioni speciali per i giovani artisti: se il primo prova ad abbracciare in un unico momento visivo pratiche che vanno dalla scultura alla performance, il secondo riflette sulle specificità del mezzo pittorico a partire dalle sue stesse contraddizioni.  

COMMENTI