Giovani artisti in galleria

Nataliya Chernakova: una luce (che è una promessa) dalla Russia

L'allestimento presso la Galleria Lorenzo Vatalaro di Milano in occasione della personale di Nataliya Chernakova, Est, dal 15 Ottobre al 16 Novembre 2016
 

Eleonora Zamparutti

21/09/2016

Milano - Tommaso Trini firma la curatela della personale ”Est” della giovane Nataliya Chernakova che inaugura il 15 Ottobre e resterà aperta fino al 16 Novembre a Milano presso la Galleria Lorenzo Vatalaro. Un nome, quello di Trini, che da solo vale come certificazione di appartenenza al gruppo dei giusti.
 
Il percorso scolastico
Russa, con un background scolastico di tutto rispetto (ha studiato Industrial Design in Russia e Ingegneria al Politecnico di Milano, mentre oggi è iscritta al secondo anno del Master of Arts al Royal College of Art di Londra) Nataliya Chernakova è una dei tanti giovani che si trova a fare i conti con la realtà del mondo che la circonda. Quel background in disegno industriale, fisica e ingegneria oggi le torna utile, specialmente nella fase di allestimento di una mostra. Dopo aver ricevuto un’educazione molto accademica con materie come disegno, scultura, matematica, fisica e altro è giunta a Milano e qui ha iniziato a dipingere. Poi è arrivata a sorpresa l’ammissione al Royal College of Arts di Londra.
“Londra è una città che offre molto. Recentemente ho visto una rassegna di film di Tarkovskij che mi ha colpita, trovo che la sua opera sia molto meditativa, offre un punto di osservazione sulle cose primarie” afferma l’artista.
 
La personale di Milano
Nataliya Chernakova è ora a Milano con una mostra site specific composta di 19 quadri e una scultura in vetro, realizzata a Murano con la collaborazione di un mastro vetraio. Si tratta di uno studio di sostanzialità, di ritorno all’essenziale, al minimo per trovare la via al celeste.
“Ero interessata ai luoghi di culto, alle chiese. Sarà che la religione è la grande novità in Russia dopo il 2000: negli ultimi 15 anni si è avviato un progetto di ricostruzione delle chiese demolite durante il periodo sovietico. Tuttavia i russi hanno un modo di credere molto dubbioso, crediamo in varie cose. Io credo nell’energia, penso che numerose persone che si radunano in un luogo di preghiera abbiano la capacità di esprimere una forte energia e di diffonderla nel cosmo. Alla fine occorre poco per nutrire la nostra anima”. E questo spiega la scelta minima dei modi espressivi: niente colore, solo grigio, riduzione ai minimi termini del linguaggio figurativo. Il risultato è un lavoro concettuale di forte impatto. “La luce è la protagonista in tutti questi dipinti. Più tardi ho scoperto anche che il colore grigio è proibito nell'iconografia ortodossa. È considerato una miscela di bene e di male - un colore di oscurità e di vuoto, un colore di non esistenza. Nella religione ortodossa il grigio significa la morte della carne e la eterna vita dell'anima”.
I lavori sono fortemente è connessi con una forma, la forma si illumina e diventa luce. Nelle tele è ricorrente la linea del cerchio, così carica di significato nel mondo pagano, traccia del divino nell’iconografia religiosa e figura complessa ed equilibrata da un punto di vista geometrico.
 
Gli spunti di riflessione
Gli spunti di riflessione arrivano da ogni parte. Dopo aver visitato la chiesa di Santa Maria Assunta nell’isola di Torcello a Venezia e aver osservato da vicino le chiese ortodosse delle capitali russe del cerchio d’oro, Nataliya Chernakova ha incentrato la sua ricerca sulle icone, e sull’iconostasi delle chiese bizantine che sembrano in qualche modo ispirare la semplicità contemporanea. “Un tempo le immagini erano davvero poche, oggi viviamo bombardati da un flusso ininterrotto di immagini e di informazioni che nel mondo digitale hanno un’estetica molto particolare adattata ai media, ai social network, ai videogiochi. Ancora non ci accorgiamo del segno che sono destinate a lasciare su di noi”. 
Nella nuova produzione c'è invece un ritorno al figurativo con figure femminili che riprendono in una chiave nuova i segni dei grandi del Novecento Picasso, Matisse, Cézanne e altri.

COMMENTI