Al cinema dal 26 al 28 ottobre

Come raccontare un uomo senza volto? Parla Elio España, regista di "Banksy - L'Arte della Ribellione"

BANKSY – L'arte della ribellione I Getty Images | Courtesy of Adler Entertainment
 

Francesca Grego

21/10/2020

Mondo - Mancano solo pochi giorni e Banksy - L’Arte della Ribellione svelerà al pubblico cinematografico la storia dell’artista contemporaneo più misterioso al mondo. Con il team del suo studio SpiritLevel, il regista Elio España si è lanciato sulle tracce dello street artist di Bristol, tornando con un carico di aneddoti, immagini e testimonianze di chi Banksy lo conosce da molto vicino. Distribuito in Italia da Adler Entertainment, il film sarà nelle sale di tutta la penisola dal 26 al 28 ottobre in una proiezione evento. 
La curiosità è davvero tanta. In attesa di soddisfarla sul grande schermo, abbiamo cercato di saperne di più con Elio España. 

Come è nata l’idea di un film su Banksy?
“L’idea mi è venuta subito dopo che la sua opera Girl with Balloon si autodistrusse durante la famosa asta da Sotheby’s nel 2018. L’episodio fece un incredibile rumore, più di quanto il lavoro di Banksy avesse fatto fino ad allora. Pensai che fosse davvero l’artista contemporaneo più influente del secondo millennio e mi resi conto che la sua storia non era stata ancora raccontata”.


Banksy - L'Arte della Ribellione I Courtesy Adler Entertainment

Quali sono state le sfide più difficili e gli stimoli più intriganti di questo lavoro?
“In realtà la risposta è la stessa: lavorare con un soggetto anonimo. Credo che una delle ragioni per cui nessuno ha mai provato a fare un film su Banksy è che raccontare la storia di un personaggio completamente anonimo era una sfida troppo grande. Per quanto sia stato difficile, questa sfida mi è sembrata eccitante, molto diversa da tutto ciò che avevo fatto prima e probabilmente da quello che farò in futuro. Alla fine ho trovato una mia strada per raccontare Banksy. Spero che il pubblico ritenga che io ci sia riuscito almeno un po’.
E poi mi sono davvero divertito a ripercorrere le scene dell’hip-hop e dei graffiti anni Novanta, o Shoreditch all’inizio del millennio: entrambi hanno giocato un ruolo importante nella mia vita. Sebbene sia un film su Banksy, ha dentro anche molte cose che mi riguardano personalmente”. 

Hai detto che questo film ci farà cambiare molte delle idee che abbiamo su Banksy. Per esempio?
“Credo che le persone tendano a immaginare Banksy in una sorta di vuoto: è uno stencil divertente e intelligente che appare in qualche città, da qualche parte nel mondo; una piece di agit-prop o una mostra occasionale. Nel film invece scopriranno un artista molto ambizioso e motivato, la cui carriera è cresciuta costantemente: dalla scena dei graffiti, che non tutti associano a Banksy, alla costruzione di un business artistico multiforme di cui con ogni probabilità molte persone non sono consapevoli. Ci sono tante contraddizioni nella storia di Banksy e penso che queste contraddizioni sfideranno i preconcetti che ci sono in giro”. 


BANKSY – L'arte della ribellione I Getty Images | Courtesy of Adler Entertainment

Immagino che il documentario abbia richiesto un importante lavoro di ricerca. Ti sei imbattuto in scoperte che ti hanno sorpreso?
“Ricostruire la storia di Banksy è stata una continua sorpresa. Tuttavia l’esempio che sto per citare non riguarda Banksy, ma Robert Del Naja, che è molto presente nel film. Sono sempre stato un grande fan dei Massive Attack e ovviamente Del Naja è noto anche per le sue opere d’arte, cosa che ha alimentato la teoria secondo cui lui e Banksy sarebbero la stessa persona. Ma non mi rendevo conto di quanto Del Naja sia stato centrale nell’intera storia dei graffiti nel Regno Unito: è davvero il primo artista di graffiti in Gran Bretagna. Il suo impatto sulla cultura è stato molto più forte di quanto pensassi (e avevo già capito che era enorme). Questa è stata una grande sorpresa”. 

Banksy è forse l’artista più popolare e controverso del nostro tempo. Oltre il personaggio mediatico, che idea ti sei fatto di lui?
“Banksy è senza dubbio un individuo molto ambizioso. Da artista desidera che le persone vedano il suo lavoro ed è stato molto bravo a promuoverlo. Ma attrarre l’interesse del 'mainstream', i soldi o i collezionisti sono cose che in una certa misura escono fuori dal suo controllo. Un artista mette il suo lavoro là fuori e aspetta che il pubblico risponda: potrebbe rimanere nell’ombra o attrarre milioni di follower, non è qualcosa che si possa veramente pianificare. Uno dei motivi per cui Banksy è diventato così popolare è che il suo lavoro è sempre stato molto, molto accessibile e ha una dimensione concettuale, non solo estetica. E come dice Steve Lazarides nel film, essere populista non significa necessariamente qualcosa di negativo, significa solo che piaci alla gente. Tornando all’inizio, anche il valore delle opere di Banksy è fuori dal suo controllo: Girl with Balloon è stato venduto da Sotheby’s per un milione di sterline, ma per lui ne valeva solo 150, perché questo è il prezzo per cui aveva venduto la stampa”. 


Banksy in Messico, Dal film BANKSY – L'arte della ribellione I Courtesy of Adler Entertainment

In che modo Banksy ha cambiato il mondo dell’arte? 
“Ha dimostrato che si può avere successo anche restando fuori dalle strutture artistiche tradizionali: scuole d’arte, gallerie, musei e mecenati. Che era possibile esistere alle proprie condizioni al di fuori da quel contesto molto ristretto ed elitario. Ha dimostrato che l’arte appartiene a tutti, ha fatto sentire alla gente comune, che si era sempre sentita esclusa, di poter godere dell’arte. è stata una rivoluzione”. 

Pensi che Banksy approverebbe il ritratto che viene fuori dal film?
“Chi può dirlo?”


BANKSY – L'arte della ribellione I Getty Images | Courtesy of Adler Entertainment

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