Maurizio Cattelan al cinema il 30 e il 31 maggio

Be Right Back, l'irriverenza di Maurizio Cattelan al cinema. La nostra recensione

Dogwoof Documentary Still | Maurizio Cattelan. Be Right Back
 

Samantha De Martin

19/05/2017

Roma - Il 30 e il 31 maggio sarà nelle sale "Maurizio Cattelan Be Right Back – Il Film", un appuntamento della stagione della “Grande Arte al Cinema”, realizzata da Nexo Digital con i media partner Radio DEEJAY, Sky Arte HD e MYmovies.it.

Dal giorno in cui espose alla parete della sua galleria, come unica opera in mostra, il rapporto della polizia relativo al fantomatico furto della sua “opera d'arte invisibile” o dal momento in cui costrinse il gallerista Massimo De Carlo a rimanere per ore letteralmente attaccato al muro con lo scotch, fino allo svenimento, si sarebbe dovuto immaginare che Maurizio Cattelan non era un artista qualunque.
Questa volta è il cinema a rendere omaggio ad uno dei geni più dissacranti del panorama artistico contemporaneo, al “monello” di Padova che ha fatto dell'ironia e della provocazione, a tratti spietata, il magnetico, inconfondibile segreto del successo.

Il 30 e il 31 maggio esce nelle sale "Maurizio Cattelan: Be Right Back", distribuito in esclusiva per l'Italia da Nexo Digital e da Feltrinelli Real Cinema, un dinamico, divertente, travolgente documentario che descrive la vita, le opere, i successi di uno degli artisti più geniali degli ultimi anni, attraverso interviste e testimonianze di galleristi, critici d'arte, amici, attraverso i racconti e gli aneddoti dell'ex fidanzata, della sorella Giada e della sua attuale compagna.

Bizzarro, magnetico, manipolatore, divertente, l'artista prende forma grazie alle storie che le persone a lui più vicine snocciolano, a partire dall'adolescenza.
«Capii cosa ci si aspettava da me - racconta Cattelan - e decisi di diventare altro, l'arte era un bisogno impellente», talmente impellente da indurlo, pur di apparire sulla prestigiosa rivista Flash Art, a incollare la fotografia di una delle sue sculture sulla copertina della rivista, dopo averne acquistato alcune copie, per distribuirle poi nei negozi e nelle gallerie, riscuotendo un inaspettato interesse da parte di tutti.

Dalla Biennale di Venezia, durante la quale Cattelan trasforma la pubblicità di un profumo nella sua personale opera d'arte, alla Biennale dei Caraibi, dove non figurano affatto opere d'arte, ma soltanto artisti intenti a bere e a fare il bagno, o all'anti-Biennale allestita davanti a una discarica di Palermo con tanto di scritta “Hollywood” sulla collina e brindisi con autorevoli critici e galleristi alquanto perplessi, aneddoti, racconti e testimonianze si avvicendano nel film con una freschezza che ammalia e, accendendo il sorriso, ripercorrono le geniali strategie di evasione escogitate da un artista a volte assolutamente incapace di realizzare la sua opera d'arte.

Il documentario descrive anche molte delle opere che hanno reso celebre l'artista più amato e odiato dalla critica e dal pubblico, soggetti indimenticabili e installazioni che affrontano il fallimento in modo meditativo, ripercorrendo emozioni alienate e disinvolte critiche al potere, talvolta in un modo profondamente tragico e doloroso.
La celebre opera, cambiata in fase di allestimento, che ritrae papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite, dal titolo La nona ora, aveva destato talmente scandalo durante una mostra in Polonia che due deputati l'avevano assaltata nel tentativo di danneggiarla. E allo stesso modo avevano creato non poco imbarazzo i tre bambini impiccati al ramo di un albero al centro di Milano, l'enorme dito medio in marmo di Carrara davanti al Palazzo della Borsa, intitolato L.O.V.E., l'inquietante sagoma di Hitler, ritratta in posizione orante, dal titolo Him, e ancora Lo scoiattolo suicida, il tragico Pinocchio protagonista di Daddy Daddy, venduto per due milioni di dollari, come anche Frank and Jamie, i due poliziotti rappresentati a testa in giù con tanto di pistola e lacrimogeni. Opere che avevano scatenato reazioni non generose da parte del pubblico, ma in fondo che cos'è l'arte se non lo straordinario tentativo di attivare quel caleidoscopio di emozioni, accendendo, in ognuno, la scintilla del sentimento?

Non poteva mancare, in questa brillante carrellata attraverso la vita e le opere di Cattelan, il suo scherzoso zampino, una burla che il pubblico avrà il piacere di gustare quasi alla fine del documentario.
Ed è sempre in coda che si inserisce, come a coronamento dell'intera produzione dell'artista, la stravagante mostra allestita al Guggenheim Museum, dove Cattelan finì per sfidare persino la struttura dell'edificio realizzato da Frank Lloyd Wright “appendendo” i suoi lavori realizzati in 20 anni di carriera, come fossero panni stesi ad asciugare. Un successo straordinario per questo “giullare di corte”, truffatore esuberante, “Gianburrasca dell'arte” come è stato definito, che con irriverenza ha declinato l'invito ad abbracciare l'età adulta, ma che ci ha insegnato con il sorriso a credere “che tutto sia possibile”.

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