Apre al pubblico il gioiello dei Farnese sul Palatino

Festa Barocca: restaurato il Ninfeo della Pioggia

Ninfeo della Pioggia I Courtesy Parco Archeologico del Colosseo
 

Francesca Grego

25/10/2023

Roma - Torna in vita un gioiello dimenticato del Barocco romano: nel cuore dei celebri Horti Farnesiani sul Palatino, il Ninfeo della Pioggia è pronto a svelare le sue ingegnose meraviglie, mentre un’art-based experience ne restituisce l’incanto al pubblico contemporaneo tra musica dal vivo e tecnologie multimediali. 
Un luogo per la festa e il diletto, incastonato nei giardini più ammirati dell’Europa seicentesca: questo era il Ninfeo della Pioggia, oltre che la testimonianza dell’influenza di Roma antica nella cultura rinascimentale e barocca. Raccolti in una grande stanza semi sotterranea decorata con affreschi e sculture antiche, gli ospiti dei Farnese godevano della penombra rinfrescante e del melodioso risuonare della Fontana della Pioggia, pensata per evocare lo stillare naturale dell’acqua dal cielo.
 
Inaccessibile per decenni a causa del cattivo stato di conservazione, il Ninfeo si apre al pubblico dopo un complesso restauro portato a termine dal Parco Archeologico del Colosseo. “La Fontana della Pioggia è stata restituita al suo aspetto originale, con il suo gioco idraulico di sette vaschette metalliche di diverse misure e le sue decorazioni a finte stalattiti”, racconta la responsabile del progetto Roberta Alteri: “Il restauro degli affreschi ha consentito il recupero integrale dei testi pittorici ancora conservati, che nuove ricerche di archivio attribuiscono alla mano del Modanino, interessante figura del Barocco ancora poco nota”. Ed è proprio grazie agli affreschi, oggi di nuovo leggibili, che possiamo avere un’idea precisa della funzione del Ninfeo: “uno spazio concepito illusoriamente come una pergola in un giardino, animato da musica e canti, poesia e colte conversazioni all’ombra degli antichi e della natura simulata grazie agli artifici dell’architettura”, spiega Alfonsina Russo, direttore del Parco Archeologico del Colosseo.
 
Nei prossimi mesi un ambizioso progetto di valorizzazione accenderà i riflettori sul monumento. Grazie a un mix di musica dal vivo, immagini in movimento, suoni e parole, il format esperienziale Festa Barocca restituirà ai visitatori la vita del Ninfeo durante i suoi anni d’oro. Dal 13 al 15 dicembre, inoltre, un convegno internazionale indagherà le realtà dei ninfei antichi a Roma e nel Lazio, mentre la mostra Splendori Farnesiani (12 dicembre 2023 – 7 aprile 2024) racconterà al pubblico la storia dei giardini dei Farnese sul Palatino, ricostruendo con opere d’arte e apparati multimediali le atmosfere della festa, del banchetto e della cultura botanica e zoologica del Seicento.
 
Il Ninfeo della Pioggia, una meraviglia da riscoprire
Il Ninfeo della Pioggia è stato il cuore segreto di un grande progetto architettonico. Questa sala seminterrata, aperta lungo il pendio settentrionale del Palatino, fu voluta ai primi del Seicento dal cardinale Odoardo Farnese, colto e raffinato collezionista, come “triclinio estivo”, un ambiente ombroso e fresco dove cercare rifugio dalla calura circondati da una collezione di marmi antichi. Alla morte del cardinale, il suo nipote ed erede omonimo, l’ambizioso Odoardo Farnese duca di Parma e Piacenza, trasformò l’antico giardino familiare nell’espressione delle proprie velleità di grandezza.
 
Al di sopra del triclinio estivo venne eretto il Teatro del Fontanone: una sequenza di terrazze e scalinate che, arrampicandosi intorno a una grande fontana, terminava con due uccelliere gemelle, aperte da arcate e coperte da ardite cupole in rete metallica. Colonne e balaustre furono decorate con statue, piante esotiche e vasi di agrumi, mentre le pareti si coprivano di fantasiosi graffiti eseguiti dal pittore Giovan Battista Magni, detto il Modanino.


Ninfeo della Pioggia (dettaglio) I Courtesy Parco Archeologico del Colosseo 

Nascosto sotto questa vera e propria scena teatrale, anche il vecchio triclinio estivo fu trasformato, assumendo l’aspetto di un sontuoso ninfeo. Sulla parete interna venne installata la Fontana della Pioggia che, ricevendo le acque dal Fontanone superiore, attraverso un complesso sistema di tubi le lasciava cadere fra rocce calcaree, stalattiti e sette tazze con numerosi zampilli. Lungo le pareti della sala il Modanino affrescò un finto intreccio di tralci di vite, ricreando anche all’interno l’allestimento di un giardino antico. L’illusione era ancora più spettacolare sulla volta, dove un gioco di prospettive simulava l’esistenza di un’apertura dalla terrazza superiore, circondata da balaustra, coperta da un pergolato ricco di grappoli e uccelli variopinti e popolata da musici intenti a suonare.  A rendere l’esperienza ancora più sorprendente, l’improvvisa apertura dei giochi bagnatori, fontane nascoste che attendevano i visitatori al varco per prendersi ancora una volta gioco di loro.
 
"Festa Barocca". Il Ninfeo rivive in un’esperienza contemporanea
Festa Barocca è il nostro invito a riscoprire il Ninfeo della Pioggia come ambiente immersivo, in cui la contaminazione tra musica dal vivo e tecnologia diviene odierna metafora dell’antico binomio natura/artificio”, racconta il video designer Luca Attili, che intorno al monumento ha creato un’esperienza inedita insieme alla regista Giulia Randazzo. “Abbiamo provato a dare corpo - carne e ossa! - a concetti storici e ad avvolgere questo corpo di spirito poetico”, spiega Randazzo: “Ci siamo divertiti a convertire in immagini visibili le idee e i contenuti scientifici dei curatori, che hanno condiviso con noi la loro sapienza sui luoghi in cui abbiamo operato”.
 
Entrando nel Ninfeo, gli spettatori saranno accolti da ambienti sonori, glassarmoniche e idrofoni, che rievocheranno tanto il possente scrosciare delle acque primordiali del diluvio, quanto lo stillare dell’acqua del Ninfeo. All’interno, musiche barocche, videoproiezioni e racconti orali condurranno dapprima alla scoperta della storia del monumento e poi in un viaggio nel tempo effimero della festa. “Con il team creativo abbiamo lavorato molto su acquerelli, piante, dipinti e altre immagini storiche, combinandole tra loro alla ricerca di un linguaggio emozionale”, ricordano i curatori Alessio De Cristofaro e Roberta Alteri: “La parte musicale della Festa, poi, è pensata come un trionfo dei temi barocchi: amori, mondo pastorale, risveglio della natura, erotismo, riletti in chiave contemporanea”.

COMMENTI