Fotografia sociale
Il ritratto della felicità
Lorenzo non ha ancora 30 anni e sta per terminare il Conservatorio. Suona il bassotuba e gli piacerebbe diventare stabile in orchestra. “Questo esclude categoricamente che io possa lavorare in questo Paese, le orchestre stanno chiudendo e le opportunità lavorative scarseggiano sempre più”. Infatti le esperienze in orchestra le fa all’estero, in particolare in Spagna ma soprattutto in Cina. Ph. Danilo Garcia Di Meo
Ludovica Sanfelice
03/06/2015
Roma - “Lentamente muore chi non capovolge il tavolo quando è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, chi rinuncia ad inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta di fuggire ai consigli sensati”.
Ispirandosi a questi versi della scrittrice brasiliana Martha Medeiros, il giovane fotografo Danilo Garcia Di Meo ha realizzato un progetto intitolato “L’ipotesi di Martha, storie felici di mestieri e desideri” che parzialmente sarà esposto dal 17 giugno negli spazi dell’Università eCampus di Roma con le immagini della serie “Per amore e per lavoro”, vincitrici del concorso fotografico “I love my work” promosso da SNFIA Arte in collaborazione con l'Ong AMREF.
FOTO: PER AMORE E PER LAVORO
Alla base degli scatti: un’indagine di carattere sociale che ha spinto Di Meo a verificare la teoria delineata dalla Medeiros raccontando le storie di un gruppo di persone che ha saputo riconoscere la propria passione e l’ha inseguita fino a farne una professione. Anche a costo di abbandonare certezze e carriere più solide in nome della soddisfazione e dell’appagamento.
Tra i soggetti ritratti c’è chi ha coltivato i propri talenti sin dall’infanzia e chi invece ha avuto un’epifania in età più avanzata. In nessun caso il denaro ha condizionato le scelte e su ogni vantaggio ha prevalso il desiderio di assecondare le proprie attitudini e trasformarle in attività quotidiane.
Storie positive, dunque, che alla crisi economica e al diffuso sacrificio delle aspirazioni rispondono con il benessere e la determinazione di chi con coraggio e impegno si è concesso di fare ciò che ama.
Ispirandosi a questi versi della scrittrice brasiliana Martha Medeiros, il giovane fotografo Danilo Garcia Di Meo ha realizzato un progetto intitolato “L’ipotesi di Martha, storie felici di mestieri e desideri” che parzialmente sarà esposto dal 17 giugno negli spazi dell’Università eCampus di Roma con le immagini della serie “Per amore e per lavoro”, vincitrici del concorso fotografico “I love my work” promosso da SNFIA Arte in collaborazione con l'Ong AMREF.
FOTO: PER AMORE E PER LAVORO
Alla base degli scatti: un’indagine di carattere sociale che ha spinto Di Meo a verificare la teoria delineata dalla Medeiros raccontando le storie di un gruppo di persone che ha saputo riconoscere la propria passione e l’ha inseguita fino a farne una professione. Anche a costo di abbandonare certezze e carriere più solide in nome della soddisfazione e dell’appagamento.
Tra i soggetti ritratti c’è chi ha coltivato i propri talenti sin dall’infanzia e chi invece ha avuto un’epifania in età più avanzata. In nessun caso il denaro ha condizionato le scelte e su ogni vantaggio ha prevalso il desiderio di assecondare le proprie attitudini e trasformarle in attività quotidiane.
Storie positive, dunque, che alla crisi economica e al diffuso sacrificio delle aspirazioni rispondono con il benessere e la determinazione di chi con coraggio e impegno si è concesso di fare ciò che ama.
COMMENTI
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Dal 4 al 10 marzo sul piccolo schermo
Dall'arte povera ad Andrea Mantegna, "pittore in scultura", gli appuntamenti in tv
-
Roma | Dal 1° marzo al 16 giugno al Museo di Roma a Palazzo Braschi
A Roma una mostra racconta l'uomo e il politico Giacomo Matteotti
-
Roma | Un cantiere “aperto” nel cuore di Roma
Nuovo look per le statue del Vittoriano: al via il restauro firmato Bulgari
-
Brescia | Dall’8 marzo al 28 luglio
“Testimoni”. Le novità del Brescia Photo Festival 2024
-
Brescia | Al Brescia Photo Festival fino al 28 luglio
Nel segno del colore. Novant'anni con Franco Fontana
-
Venezia | Dal 20 aprile alla Casa di detenzione femminile della Giudecca
"Con i miei occhi": l'arte come inclusione e sfida ai preconcetti. Il Padiglione della Santa Sede si racconta