L'inaugurazione il 30 settembre

A Torino riaprono le OGR: 35mila metri quadri destinati a cultura e arte

Una sala delle nuove OGR di Torino. Ph. by Daniele Ratti. Courtesy of Press & Communication
 

Samantha De Martin

07/09/2017

Torino - Mille giorni di cantiere, cento milioni di euro investiti dalla fondazione no profit CRT e un'imponente operazione di recupero di un'area complessiva di oltre 30mila metri quadri, pronta a diventare il nuovo cuore pulsante della creatività.
A partire dal prossimo 30 settembre Torino avrà le sue nuove OGR - Officine Grandi Riparazioni - la cattedrale della storia industriale della città, al centro di un imponente intervento di ristrutturazione e recupero funzionale.

Da ex officine per la riparazione dei treni - per circa un secolo, uno dei principali poli italiani per la costruzione e la sistemazione delle locomotive e dei veicoli ferroviari - a nuove Officine della cultura contemporanea, dell'innovazione e dell'accelerazione d'impresa, con una forte vocazione internazionale.

L’intero complesso di archeologia industriale - che racchiude il maestoso edificio a forma di H, le palazzine degli uffici e tutte le aree scoperte - è stato riqualificato dalla Fondazione CRT che, attraverso la Società Consortile per Azioni OGR-CRT, si è avvalsa di capacità professionali e imprenditoriali del territorio.
Grazie alle molteplici destinazioni d’uso delle nuove Officine, Torino accoglierà l’unico esempio di riconversione industriale in Europa con tre “anime” perfettamente integrate tra loro: la ricerca artistica, quella scientifica, tecnologica e industriale, e l’enogastronomia - con attività di somministrazione di food & beverage - che si integrano perfettamente tra loro.

«Le OGR sono la sfida più straordinaria di tutti i 25 anni di storia della Fondazione - spiega Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione CRT e delle OGR -. Ci sono state tante complessità, ma c'è stato soprattutto l’entusiasmo di ridare vita a un luogo bellissimo e unico, un elemento forte della comunità cittadina, aprendolo al mondo».

Oltre a rappresentare un luogo di «generazione e rigenerazione delle idee» come lo ha definito il direttore generale delle OGR, Massimo Lapucci, il nuovo hub di sperimentazione e produzione di contemporaneità, oggetto dell'imponente operazione di recupero, arricchisce e completa la nuova configurazione urbanistica dell’ambito “Spina 2”.
Questa fertile area urbana è caratterizzata, infatti, dalla compresenza, nel raggio di pochi metri, della stazione ferroviaria dell’alta velocità di Porta Susa, del Politecnico, di importanti poli privati di ricerca e istituzioni culturali di eccellenza.

Due nuove piazze, connesse funzionalmente alle Officine, ma liberamente fruibili dai cittadini, completano il rinnovo urbanistico di questa vivace porzione di Torino.

Ad inaugurare la Corte Est, affacciata su corso Castelfidardo, che diventerà uno scrigno di opere d'arte en plein air, sarà Procession of Reparationists, realizzata dall'artista contemporaneo William Kentridge.
Camminando lungo la pavimentazione il visitatore potrà immergersi tra interessanti elementi artistici - i profili metallici che ricordano le vecchie rotaie ferroviarie - e di arredo urbano, come le collinette e le panchine dal design ispirato alle locomotive dei treni.

Su via Borsellino, la Corte Ovest, con un giardino caratterizzato dall’antica torre dell’acqua e da un palco, sarà invece il ritrovo perfetto nel corso di eventi, spettacoli, esposizioni.
La campagna preliminare di indagini ambientali in corrispondenza delle due corti ha rivelato anche alcune sorprese: due vasche interrate contenenti residui del passato industriale delle OGR.

Le Officine Nord - con spazi distribuiti su un’area complessiva di circa 9.000 metri - saranno la fucina delle arti contemporanee e ospiteranno mostre, spettacoli, concerti, oltre a una vera e propria digital gallery.
Il cuore di quest'area è il “Duomo”, un'imponente sala alta 19 metri nella quale i vagoni dei treni venivano posizionati in verticale per le manutenzioni.
A ricordare i trascorsi dell'edificio, anche alcuni murales conservati sulle pareti, al centro di un gioco di rimandi e contaminazioni tra memoria e contemporaneità.

Una lunga promenade di circa 200 metri corre lungo le Officine Sud. Nelle due campate laterali, gli ambienti vetrati per le sale riunioni e i blocchi di uffici open space testimoniano la rinnovata identità del luogo, divenuto un importante hub per la ricerca, polo per lo sviluppo progettuale nel settore delle industrie creative, centro di sperimentazione funzionale.

Ma le nuove OGR saranno anche un'importante "stazione" enogastronomica.Tra le Officine Nord e Sud, in corrispondenza del Transetto, sorgerà un ampio spazio di circa 2mila metri quadri con mezzanino dedicato al gusto, chiamato simbolicamente Snodo, che ospita anche due ristoranti, un’area lounge un cocktail bar e uno smart bar.
Ad arricchiere il Transetto sarà anche l’opera d’arte Track, commissionata all'artista venezuelano Arturo Herrera. Il grande murale composto da un intricato reticolo di linee che ricordano un tracciato di binari, prendendo spunto dal passato ferroviario del sito, sarà ospitato sulla parete d’accesso alle Officine Nord, e costituirà una sorta di porta d’ingresso alla sezione dell'edificio dedicata alle arti.

Superate le maggiori difficoltà legate soprattutto alla complessità del processo di riqualificazione - che ha dovuto coniugare la salvaguardia dell’identità delle OGR all’applicazione delle nuove tecnologie nel rispetto dell’ambiente - ma anche ai vincoli architettonici e storico-artistici esistenti, alle condizioni della struttura, abbandonata per decenni, e alla sua estensione, la missione può dirsi perfettamente riuscita.
Il 30 settembre l'ouverture. Poi la nuova macchina artistica di Torino scalda i motori per il suo esplosivo Big Bang, un ricco programma di percorsi artistici, a ingresso libero fino al 14 ottobre.

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