Il Museo Egizio di Torino capofila di un grande progetto europeo

Parte da Torino la nuova vita del Museo Egizio del Cairo

Il Museo Egizio del Cairo oggi. Mohamedsamir1994 [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], from Wikimedia Commons
 

Francesca Grego

30/01/2019

Torino - Aree espositive ridisegnate, nuove modalità di fruizione, digitalizzazione e studio degli archivi, legami sempre più stretti con la società e programmi di ricerca potenziati che valorizzino i legami con gli importanti monumenti del territorio: è pronto a partire il rinnovamento del Museo Egizio del Cairo, sostenuto dall’Unione Europea con 3,1 milioni di euro per supportare la candidatura del sito a Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.
 
Capofila del progetto è il Museo Egizio di Torino, forte di un’illustre tradizione e dell’innovativo allestimento inaugurato quattro anni fa, ma nelle operazioni saranno coinvolte le più importanti istituzioni europee del settore: il Louvre, il British Museum, l’Ägyptisches Museum und Papyrussamlung di Berlino, il Rijksmuseum van Oudheden di Leida, il BBR di Berlino, l’Istituto Francese di Archeologia Orientale e il nostro Istituto Centrale per l’Archeologia (ICA).
Si partirà dal restyling delle gallerie d’ingresso e delle sale destinate al corredo delle Tombe Reali di Tanis, contestualmente alla redazione di un nuovo piano museale, per poi definire una visione strategica dettagliata capace di spaziare dalla gestione del sito alla conservazione dei suoi tesori, dal coinvolgimento del pubblico all’immagine del patrimonio egiziano all’estero.
 
“È per noi tutti un grande privilegio intervenire su quello che per ogni egittologo rappresenta ‘la madre’ di tutti i musei, la culla dell’egittologia, il museo in cui è possibile trovare le più importanti collezioni del mondo”, spiega il direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco: “Si tratta di un progetto di altissimo valore scientifico e culturale, che offre alle principali collezioni egittologiche europee l’opportunità di operare in un’ottica di piena collaborazione, fianco a fianco con i colleghi egiziani, in un processo di reciproco arricchimento che porterà grandi benefici alla nostra attività.
Dall’unione di prestigiosi musei europei prende forma quello che mi piace definire una sorta di ‘museo impossibile’, frutto del bagaglio intangibile che ciascuno di noi porta con sé. Per la prima volta infatti viene messo in totale condivisione il sapere delle rispettive collezioni, in un dialogo finalizzato a consacrare il museo di Piazza Tahrir quale fulcro dell’egittologia mondiale”.
 
Si rinnova così il legame secolare che unisce l’Egitto al capoluogo sabaudo: “Nel Cinquecento”, spiega la presidente del museo torinese Evelina Christillin, “lo storico di corte attribuì ai Savoia un’antica discendenza egizia per accreditarsi agli occhi dell’intera Europa. Ora siamo orgogliosi di tornare con Torino e con il nostro museo nel cuore dell’Egitto, per vivere un’esperienza di collaborazione scientifica e professionale nel Paese che ci ha consentito di essere quello che siamo: un centro di ricerca e di saperi legati sempre di più alla splendida civiltà fiorita sull’altra sponda del Mediterraneo”.
 
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