A Torino dal 12 aprile al 26 maggio

Picasso, Braque e Cocteau si incontrano alla Salamon

Pablo Picasso, Homme masqué et modèle, 1954, litografia a colori datata in lastra, 320 x 240 mm
 

Samantha De Martin

13/04/2018

Torino - Un sodalizio speciale, nel segno dell’amicizia, cementato dall’euforia dell’avanguardia. È un dialogo forte quello che unisce Pablo Picasso, Georges Braque, Jean Cocteau, i tre maestri poliedrici e anticonformisti che hanno lasciato un segno profondo nel mondo artistico di inizio secolo e che si ritrovano alla Galleria Elena Salamon Arte Moderna di Torino, in un contesto che ricorda un po’ le atmosfere artistico-intellettuali della Parigi bohémienne.

A tessere, fino al 26 maggio, questo dialogo tra i tre amici e colleghi saranno oltre cento litografie, quasi tutte a colori, realizzate in un arco di tempo che va dal 1934 al 1963, e appartenenti a diverse serie composte dai tre nel corso della loro carriera.
Come si evince dal percorso espositivo, tori e tauromachie sono una costante nell’ampia produzione picassiana. Per l'artista il toro è simbolo di lotta, vittima sacrificale e, al tempo stesso, potenza distruttrice. Opere come Petit Corrida rievocano la tradizionale cerimonia che riconduce all’eterno conflitto tra vita e morte.

Il primo incontro tra Picasso e Braque avvenne durante un’esposizione al Salon d’Automne, nel 1907, periodo di svolta per il maestro di Malaga che proprio in quell'anno realizzò le Les Demoiselles d’Avignon, uno dei suoi dipinti più celebri, ma soprattutto uno dei più importanti nello sviluppo iniziale del Cubismo.
Ed è a stretto contatto con Braque che il pittore di Guernica elabora una nuova concezione della composizione, definita ‘cubismo sintetico’, ed è proprio dal proficuo confronto tra i due, all'inizio del Novecento, che prenderà forma una nuova visione dello spazio, con oggetti smembrati e sfaccettati, creati dallo spezzettarsi dei piani.
In Hommage a Georges Braque del 1964 - opera presente in mostra - i segni del Cubismo, con quella sua impellenza di opporsi alla meccanica riproduzione del reale e alla presunta superficialità di osservazione delle correnti precedenti, appaiono già evidenti. D’altronde il pittore di Argenteuil - con la sua opera incentrata sulle nature morte, sull’armoniosa scomposizione degli oggetti ritratti, attraverso il largo impiego di materiali fino a quel momento estranei alla pittura - dalla carta di giornale a quella da parati - è stato tra i capostipiti della rivoluzione cubista.
Uccelli, fiori e paesaggi sono temi ricorrenti nella sua opera, come si evince dai lavori in mostra Trois Oiseaux, Le Bouquet o Papier collé.

E poi c’è Cocteau, poliedrico poeta, saggista, pittore, drammaturgo, sceneggiatore, regista e attore, la cui amicizia con Picasso si rafforza a partire dal 1917. Esempio emblematico delle loro proficue frequentazioni è il viaggio, tra Roma e Napoli, che i due compiono insieme a Léonide Massine e Sergej Diaghilev.
Questa esplosiva comitiva di artisti, tra l’euforia delle avanguardie e lo scempio della guerra, scriverà una pagina memorabile di storia del teatro, che avrà la sua apoteosi in Parade, spettacolo a tema circense scritto e diretto da Cocteau, coreografato da Massine, con le musiche di Erik Satie, i balletti russi di Diaghilev, le scene e gli straordinari costumi di Picasso.
Con i suoi soggetti fortemente ispirati alla mitologia classica, l’opera grafica dell’irriverente, autoironico ed esuberante artista francese reca traccia di tutti i movimenti avanguardisti.

Dal 16 al 27 Maggio, per l'intera durata della mostra, al Teatro Regio di Torino andrà in scena La Voix humaine, dall’omonima tragedia di Jean Cocteau.


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