All’Home Festival dal 30 agosto al 3 settembre

Pistoletto a Treviso: 50 anni della Venere degli Stracci e un Terzo Paradiso “spaziale”

Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci
 

Francesca Grego

28/08/2017

Treviso - Compie mezzo secolo la Venere degli Stracci di Pistoletto, l’opera simbolo dell’Arte Povera e della creatività contemporanea che ha accostato provocatoriamente la bellezza levigata della dea di Bertel Thordvaldsen a un cumulo di stracci variopinti, scarto di una società dei consumi sempre più vorace.
Per celebrare la ricorrenza, nell’House of Arts dell’Home Festival di Treviso la Venere rivivrà in una nuova installazione collettiva grazie alla partecipazione del pubblico, che potrà contribuire al rinnovamento dell’opera portando sul posto i propri abiti usati.
 
Ma non è finita: l’House of Arts sarà anche il palcoscenico dell’ultimo capitolo della saga del Terzo Paradiso, che dal 28 luglio è sbarcato nientemeno che nello Spazio.
Dopo aver fatto il giro del mondo, da Cuba a Pompei, dal Parco del Palazzo dell’ONU a Ginevra a una zona calda delle migrazioni contemporanee come il confine tra Francia e Italia, l’iconica opera dell’artista biellese si appresta a diventare un ponte tra la Terra e lo Spazio, grazie alla collaborazione dell’astronauta Paolo Nespoli, impegnato nella missione VITA dell’Agenzia Spaziale Italiana.
 
Scaricando l’app gratuita SPAC3, sviluppata dall’European Space Agency e RAM Radioartemobile insieme ad ASI e Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, chiunque può sovrapporre alle fotografie spaziali scattate da Nespoli le proprie immagini terrestri, ispirate ai 17 temi dello sviluppo sostenibile dell’ONU.
Le immagini generate diventeranno parte di un grande mosaico interattivo, una scultura virtuale in perpetuo movimento che invita all’armonia e all’innovazione responsabile, coerentemente con il concept del Terzo Paradiso.
 
Dal 2004 il simbolo dell’infinito modificato è infatti auspicio e monito a creare uno spazio di compenetrazione tra naturale e artificiale, tra le esigenze a breve termine dell’uomo e quelle a lungo termine del pianeta e della continuità della vita.
A esemplificare la nascita di questo nuovo “giardino protetto” – dal significato di “paradiso” nell’antica lingua persiana - è l’inedito anello aggiunto al centro del simbolo dell’infinito, che in questi anni l’artista biellese ha riprodotto con le modalità e i materiali più vari, incluse moltitudini di esseri umani in emozionanti performance.

COMMENTI