Le decorazioni e le sculture di Giacomo Serpotta abbondano nella maggioranza delle chiese di Palermo, dove l'artista visse e lavorò al tempo dei Borboni, grandi mecenati. Formatosi nella tradizione artigiana dello stucco, ne raffinò la tecnica fino a farne un potente mezzo artistico, con richiami alla cultura barocca romana e a quella contemporanea, non scevra da influenze dello stile gaginesco. La prima sua opera è la statua equestre di Carlo II di Borbone, seguita nel 1678 dai primi stucchi d'interni negli edifici sacri a Palermo; tra i suoi lavori più importanti vi sono le decorazioni degli oratori di Santa Zita, del Rosario a San Domenico, di San Lorenzo e la chiesa di San Francesco d'Assisi. I rilievi del Serpotta non sono semplici decorazioni ma interpretazioni teatrali e a tratti anche sensuali della scultura barocca che prelude al rococò. Le sue statue raccontano scene ricche di vita ed eleganza ad alta complessità realizzativa. Dalla sua bottega, che operò anche in altre città della Sicilia, come Alcamo, Messina, etc., fecero parte anche il fratello Giuseppe e il figlio Procopio.
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