Figlio secondogenito dello scultore Tommaso Carlone, apprende il mestiere dal fratello Giovanni, di venti anni più grande, alle cui commissioni subentra dopo la di lui morte nel 1631. Completa la sua formazione con un viaggio a Firenze e a Roma. Predilige la tecnica a fresco in cui si cimenta per la decorazione della Chiesa dell’Annunziata, di San Siro e della Cappella di Palazzo ducale. Il suo iter operativo prevede la creazione di molti bozzetti e modelletti, in buona parte conservati. Il suo stile è ben riconoscibile per la pennellata veloce e corposa e la stesura per campiture di colore con accostamenti smaglianti. Pur non essendo innovativo come Domenico Piola o Gregorio de Ferrari, G. B. Carlone ha doti di grande narratore.
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