Flavio Brunetti. Non aprire che all’oscuro
										 
										
										
																		
																																												© Flavio Brunetti
											
										
										
									Dal 13 January 2016 al 28 February 2016
Campobasso
Luogo: Palazzo Gil
Indirizzo: via Gorizia
Enti promotori:
- Fondazione Molise Cultura
 
Telefono per informazioni: +39 0874 437386
E-Mail info: info@fondazionecultura.it
Sito ufficiale: http://www.nonaprirechealloscuro.it
Fino al 28 febbraio 2016 novanta immagini salvate dall’oblio, selezionate tra millecinquecento lastre fotografiche, restaurate e raccontate da Flavio Brunetti, prendono vita e riassumono la storia della comunità di Casacalenda (CB) tra il XIX e il XX secolo. Una mostra che non sarà statica ma arderà di percorsi multisensoriali che saranno illustrati dallo stesso autore, nel corso dell’incontro con gli organi di informazione
“Prima di essere un titolo, “Non aprire che all’oscuro” è la raccomandazione incisa sul coperchio delle scatole delle antiche lastre fotografiche al bromuro d’argento. La storia ha inizio quando l’autore, in modo del tutto casuale, si imbatte in due casse, grandi come quelle utilizzate per trasportare le bottiglie di birra., ricolme di scatole di lastre fotografiche e gettate tra le cianfrusaglie di due trovarobe.
Fu amore a prima vista e immediata contrattazione dettata dall’istinto più che dalla ragione. L’ansia di scoprire l’esatta provenienza, il tempo, chi fosse stato il fotografo, culminano nelle fattezze e nell’umanità della società di una paese molisano (ma un paese varrebbe l’altro) nell’arco di tempo compreso tra la fine dell’800 e il 1933. Tutte le lastre, e questa è la fortuna, furono scattate dallo stesso fotografo, Mastrosanti, e da lui tutto il paese si recava ad immortalare la nascita, la crescita, la morte, la partenza per il fronte, il matrimonio, la ricerca del marito, la famiglia, etc. Su quei vetri diventa materia la nostra comunità di un secolo fa che rivive e ancora respira e ancora sogna. Quelle mille e cinquecento lastre documentano un Molise ancestrale quasi primitivo e ciascuna rappresenta una condizione esistenziale che nell’insieme si fa documentazione, storia collettiva e ‘stoffa del sogno’ delle generazioni dei nostri avi. E in quel mondo, che solo apparentemente sia passato e più non esista, la fotografia assume un potere divino, magico, sacrale, quello di ridare la vita, in una sorta di metempsicosi, alla bellezza e alla grazia.”
Dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 20.
Chiuso il lunedì
Flavio Brunetti è autore-interprete, colto e raffinato, di affabulazioni dotte e ricercate, proposte con incisività profana e popolana, grazie ad un’innata teatralità e ad una maschera espressiva, che lo rendono sorprendentemente unico.
Vince, come cantautore, l’edizione del ‘93 del Premio Città Di Recanati con la sua canzone Bambuascé, e incide negli anni successivi gli album TU TU TTÙ TU e FALLO A VAPORE (ediz. BMG – Musicultura – CNI) delle sue canzoni e APPLAUSE per la Flipper Music con musiche scritte insieme al Maestro L. Di Tullio.
Scrive e dirige numerose opere teatrali e musicali: STORIA DEL CLANDESTINO, su musiche di Di Tullio, LULLETTINO E LULL’AMORE – L’ANGELO MANCINO - UN VESTITO DI SILLABE E SUONI – VISIBILIA – FRUSTA LA’.
Notato da un autore e regista, attento e poco convenzionale, come Antonio Capuano, viene chiamato ad interpretare i film PIANESE NUNZIO e I VESUVIANI, nell’episodio Sofialorèn, il cui soggetto è ispirato a Capuano da “Il mito delle Sirene”, canzone di Brunetti che, dello stesso episodio, compone con L. Di Tullio anche la colonna
sonora.
Nel film NON TI MUOVERE con Sergio Castellitto e Penelope Cruz è il location manager per le scene in Molise e interpreta la parte del becchino.
Flavio Brunetti è un abile e ricercato fotoreporter. I suoi reportage fotografici:
 “VISIBILIA” (pubblicato da Palladino Editore e Rivista Poetica “Altroverso”)  “LA CADUTA DELL’AQUILA”  “MOLISIADE ... viaggio in nessun luogo”  “TITLESS” e “L’ESSESE CHE NON È” mostre di fotografia e pittura con l’artista Antonio D’Attellis
(catalogo Palladino Editore) hanno meritato esposizioni in Italia, negli Stati Uniti, in Brasile e in Ungheria.
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