XLVI Premio Vasto di Arte Contemporanea. Oltre l'immagine

XLVI Premio Vasto di Arte Contemporanea. Oltre l'immagine
Dal 14 July 2013 al 27 October 2013
Vasto | Chieti
Luogo: Scuderie di Palazzo Aragona
Indirizzo: via Aragona 26
Orari: luglio e agosto 17.30-21; settembre e ottobre 17-20.30; domenica anche 10.30-12.30; lunedì chiuso
Curatori: Silvia Pegoraro
Enti promotori:
- Ministero per i Beni e le Attività Culturali
- Ministero della Pubblica istruzione
- Presidenza della Regione Abruzzo
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 329 0611860
E-Mail info: info@premiovasto.it
Sito ufficiale: http://www.premiovasto.it
Sabato 13 luglio 2013 alle ore 18.30 inaugurerà, nella magnifica cornice delle Scuderie di Palazzo Aragona a Vasto, la Mostra del XLVI PREMIO VASTO D’ARTE CONTEMPORANEA: OLTRE L’IMMAGINE. Le molte anime dell’astrazione nell’arte italiana (a cura di Silvia Pegoraro), aperta fino al 27 ottobre 2013.
La mostra è promossa dal Comune di Vasto e dal Comitato Manifestazioni d’Arte e Cultura di Vasto, e organizzata dal Comitato Premio Vasto per l’Arte Contemporanea, presieduto da Roberto Bontempo sin dal 1959, anno di fondazione dello storico Premio.
Le ultime edizioni del Premio Vasto hanno analizzato soprattutto le tendenze artistiche figurative. La mostra dell’Edizione 2013 intende invece prendere in esame una linea di ricerca ascrivibile in senso lato all’Astrazione.
L’astrazione, come processo mentale caratterizzante il XX secolo in tutte le sue manifestazioni, dall’arte alla filosofia alle scienze, incarna la tensione della mente umana verso una visione sintetica e globale. Il concetto di astrazione (da ab-trahere, cioè staccare, separare, tirar-fuori) implica l’operazione di individuare ed estrarre alcuni elementi, ma anche il necessario "distacco" del soggetto nei confronti dell’oggetto (natura). Solo tale distacco può dar luogo a una sintesi della visione, dopo l’analisi della percezione. Con l’astrazione, in arte, si attua una rottura radicale nei confronti del codice naturalistico plurisecolare della tradizione figurativa occidentale: ciò che conta, qui, non è tanto la caduta dei riferimenti al mondo esterno, quanto il fatto che le regole del linguaggio visivo si fondino su elementi interni alla forma. Ma le vie per arrivare a questo sono molteplici, anche se possono forse ricondursi a due direzioni fondamentali: una espressivo-simbolica, che presta la massima attenzione agli aspetti emotivo-psicologici del colore e al ritmo prodotto dai rapporti di forze in atto nel campo visivo, e che nasce con Kandinskij e Klee, ed una matematico-razionale, tendente alla massima rarefazione della forma individuata nella pura astrazione geometrica, che trova la sua prima espressione nell’arte moderna con Mondrian e Malevi?.
L’avanguardia si è però vista trasformare dai suoi epigoni in un mero riflesso dei propri valori più contingenti, entrando a pieno titolo nei territori della moda. L’arte è diventata spesso aggressione isterica ai sensi, tempo e forma sono diventati orpelli di un inconscio mediatico, che scorre in flussi indistinti d’immagini anestetizzate. Sembra quindi importante, oggi, ri-plasmare un’identità corporea, mentale e spirituale dell’arte, sia dal punto di vista degli artisti, sia da quello dei critici, i quali, data la radice essenzialmente filosofica della loro disciplina, sarebbero chiamati a mettere in luce i legami tra l’operare artistico e le ragioni più profonde del pensiero e dell’essere.
In questa prospettiva cerca di collocarsi la mostra del XLVI PREMIO VASTO D’ARTE CONTEMPORANEA, assumendo un profilo insieme storico e attuale, e focalizzando l’attenzione dell’osservatore su alcuni artisti - tutti viventi e operativi - del contesto italiano contemporaneo - dagli anni ’50 ad oggi - che, percorrendo la via articolata e plurivoca dell’astrazione, abbiano valorizzato l’opera nello stesso tempo come dominio della materia e dei sensi e come inedito mezzo visivo per approdare ai misteri dell’emozione e della cognizione umane.
Non uno, dunque, ma molti percorsi riconducibili all’astrazione, che mettono in evidenza il perdurare della vitalità di questo linguaggio artistico. Un’arte che, sulla scia di Barnett Newman, si vorrebbe definire “arte plasmica”, perché la potenza degli elementi plastici è qui tradotta in una sorta di fecondo e polisemico plasma mentale.
Artisti presenti: Carla Accardi, Marco Appicciafuoco, Gianni Asdrubali, Nanni Balestrini, Luigi Boille, Agostino Bonalumi, Nicola Carrino, Alfredo Celli, Ennio Ludovico Chiggio, Luciano De Liberato, Alberto Di Fabio, Emanuele Diliberto, Sidival Fila, Licia Galizia, Giorgio Galli, Edoardo Landi, Sergio Lombardo, Carlo Lorenzetti, Teodosio Magnoni, Renato Mambor, Achille Perilli, Mauro Staccioli, Marco Tirelli, Claudio Verna, Antonella Zazzera, Gianfranco Zazzeroni.
Catalogo a cura di Silvia Pegoraro, Edizioni Martintype - Colonnella (Teramo)
La mostra è promossa dal Comune di Vasto e dal Comitato Manifestazioni d’Arte e Cultura di Vasto, e organizzata dal Comitato Premio Vasto per l’Arte Contemporanea, presieduto da Roberto Bontempo sin dal 1959, anno di fondazione dello storico Premio.
Le ultime edizioni del Premio Vasto hanno analizzato soprattutto le tendenze artistiche figurative. La mostra dell’Edizione 2013 intende invece prendere in esame una linea di ricerca ascrivibile in senso lato all’Astrazione.
L’astrazione, come processo mentale caratterizzante il XX secolo in tutte le sue manifestazioni, dall’arte alla filosofia alle scienze, incarna la tensione della mente umana verso una visione sintetica e globale. Il concetto di astrazione (da ab-trahere, cioè staccare, separare, tirar-fuori) implica l’operazione di individuare ed estrarre alcuni elementi, ma anche il necessario "distacco" del soggetto nei confronti dell’oggetto (natura). Solo tale distacco può dar luogo a una sintesi della visione, dopo l’analisi della percezione. Con l’astrazione, in arte, si attua una rottura radicale nei confronti del codice naturalistico plurisecolare della tradizione figurativa occidentale: ciò che conta, qui, non è tanto la caduta dei riferimenti al mondo esterno, quanto il fatto che le regole del linguaggio visivo si fondino su elementi interni alla forma. Ma le vie per arrivare a questo sono molteplici, anche se possono forse ricondursi a due direzioni fondamentali: una espressivo-simbolica, che presta la massima attenzione agli aspetti emotivo-psicologici del colore e al ritmo prodotto dai rapporti di forze in atto nel campo visivo, e che nasce con Kandinskij e Klee, ed una matematico-razionale, tendente alla massima rarefazione della forma individuata nella pura astrazione geometrica, che trova la sua prima espressione nell’arte moderna con Mondrian e Malevi?.
L’avanguardia si è però vista trasformare dai suoi epigoni in un mero riflesso dei propri valori più contingenti, entrando a pieno titolo nei territori della moda. L’arte è diventata spesso aggressione isterica ai sensi, tempo e forma sono diventati orpelli di un inconscio mediatico, che scorre in flussi indistinti d’immagini anestetizzate. Sembra quindi importante, oggi, ri-plasmare un’identità corporea, mentale e spirituale dell’arte, sia dal punto di vista degli artisti, sia da quello dei critici, i quali, data la radice essenzialmente filosofica della loro disciplina, sarebbero chiamati a mettere in luce i legami tra l’operare artistico e le ragioni più profonde del pensiero e dell’essere.
In questa prospettiva cerca di collocarsi la mostra del XLVI PREMIO VASTO D’ARTE CONTEMPORANEA, assumendo un profilo insieme storico e attuale, e focalizzando l’attenzione dell’osservatore su alcuni artisti - tutti viventi e operativi - del contesto italiano contemporaneo - dagli anni ’50 ad oggi - che, percorrendo la via articolata e plurivoca dell’astrazione, abbiano valorizzato l’opera nello stesso tempo come dominio della materia e dei sensi e come inedito mezzo visivo per approdare ai misteri dell’emozione e della cognizione umane.
Non uno, dunque, ma molti percorsi riconducibili all’astrazione, che mettono in evidenza il perdurare della vitalità di questo linguaggio artistico. Un’arte che, sulla scia di Barnett Newman, si vorrebbe definire “arte plasmica”, perché la potenza degli elementi plastici è qui tradotta in una sorta di fecondo e polisemico plasma mentale.
Artisti presenti: Carla Accardi, Marco Appicciafuoco, Gianni Asdrubali, Nanni Balestrini, Luigi Boille, Agostino Bonalumi, Nicola Carrino, Alfredo Celli, Ennio Ludovico Chiggio, Luciano De Liberato, Alberto Di Fabio, Emanuele Diliberto, Sidival Fila, Licia Galizia, Giorgio Galli, Edoardo Landi, Sergio Lombardo, Carlo Lorenzetti, Teodosio Magnoni, Renato Mambor, Achille Perilli, Mauro Staccioli, Marco Tirelli, Claudio Verna, Antonella Zazzera, Gianfranco Zazzeroni.
Catalogo a cura di Silvia Pegoraro, Edizioni Martintype - Colonnella (Teramo)
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