Da Ezio… a Carrara. Ezio Bienaimé urbanista

Ezio Bienaimé, Passante Foce Carrara-Massa (particolare), tavola 21, cm. 56x209
Dal 20 Luglio 2023 al 14 Gennaio 2024
Carrara | Massa-Carrara
Luogo: CARMI Museo Carrara e Michelangelo
Indirizzo: Via Sorgnano 42
Orari: da martedì a domenica 9.30-12.30 / 17.00-20.00; dal 15 settembre da martedì a domenica 9.00-12.00 / 14.00-17.00; chiuso il lunedì
Curatori: Ordine degli Architetti di Massa-Carrara
Enti promotori:
- Comune di Carrara
Costo del biglietto: intero Euro 5, ridotto Euro 3
Sito ufficiale: http://carmi.museocarraraemichelangelo.it
Inaugura il 20 luglio alle 21.00 al CARMI Museo Carrara e Michelangelo la mostra inedita dedicata a Ezio Bienaimé, organizzata dal Comune di Carrara e curata dall’Ordine degli Architetti di Massa-Carrara, in occasione del centenario della sua nascita.
Verrà mostrato un Ezio Bienaimé “inusueto” (suo efficace neologismo) per non duplicare quanto già espresso da due precedenti progetti espositivi che presero forma a Carrara, rispettivamente al CAP Centro Arti Plastiche nel 2011 e al Museo del Marmo nel 2018, associati a convegni, ricerche e nuovi momenti di approfondimento che hanno mostrato il repertorio del fare e il pensiero di Bienaimé.
Resta ancora molto da dire sull’architetto e sull’uomo che ha partecipato alla vita politica e intellettuale della sua città, Carrara, verso cui ha mostrato una fascinazione e un attaccamento quasi a farne radici della sua fisicità, rinunciando a molte sollecitazioni esterne e a una sua definitiva migrazione in altre piazze, ben più visibili e prestigiose.
Il titolo “Da Ezio… a Carrara”, dunque, sta a rappresentare non più le sue architetture frutto del genio straordinario, esempi di capacità compositive, tecniche e intellettuali, ma la volontà di proporre una testimonianza del suo amore per Carrara, oggi rappresentata da quel lascito di proposte urbanistiche che ha voluto fortemente trasmettere alla comunità, ma che, probabilmente, sono rimaste nella memoria di pochi.
La poetica urbanistica di Bienaimé dispone sul tavolo originali capacità di analisi morfologica, sintesi, soluzioni e idee, spesso cariche di provocazioni, cartografie e testi, segni e tracciati delle risorse proprie della “città-territorio”, termine che ritorna puntuale in ogni suo “attraversamento” progettuale.
Ezio Bienaimé “attraversa” la città-territorio quale complesso antropico e naturale vissuto e sedimentato da una comunità, mostrando per mezzo delle proposte urbanistiche, non solo un segno grafico, ma un approccio metodologico capace di individuare fasi evolutive mai isolate, distanti da confinate scelte spesso non coincidenti con il “bene comune” e prive di benefiche ricadute sulla collettività; proposte che raccontano di sistemi vasti, di rete, di rapporti e connessioni, di infrastrutture, ma anche di usi, di costumi, di paesaggio, risorse identitarie proprie del luogo, di memoria sedimentata e di rinnovata memoria che troverà nei nuovi segni il testimone per le future generazioni.
Non resta che iniziare “da Ezio” la lettura di una lezione d’amore attraversando i paesi a monte, percorrendo il Passaggio a Nord Ovest, attraccando nell’area ex Montecatini, infine dalla riorganizzazione della Diga di Ponente, affacciandosi alle visuali “dalle quinte delle Alpi Apuane al vero orizzonte in cui la maestosità degli eventi, le luci del porto industriale, le notti di luna, il colore dei tramonti, il fluire delle stagioni, la furia degli eventi naturali possono fare di questa struttura “un tutto inusueto e non duplicabile”.
Sarà contestualmente inaugurata la mostra dei progetti vincitori e menzionati della terza edizione del PAT - Premio Architettura Toscana 2022 (https://www.premio-architettura-toscana.it) che vedrà l’esposizione delle opere selezionate nell’ambito del territorio della Regione Toscana tra il 2016 e il 2021, a testimonianza anche dell’influenza che Ezio Bienaimé ha esercitato sulle nuove generazioni.
Il CARMI è sede dell’ultima tappa della mostra itinerante dopo il Pecci di Prato, le Officine Gullo House (Firenze), la Scuola Comprensiva di Sant’Albino (Montepulciano, Siena), Ginori 1735 (Sesto Fiorentino, Firenze), il Museo dell’Opera del Duomo (Pisa) e Piazza dell’Isolotto (Firenze).
Ad accomunare i progetti il sapiente uso di materiali sostenibili e di alta qualità, la valorizzazione del dialogo tra architetture e paesaggio, le soluzioni architettoniche che restituiscono, attraverso un linguaggio minimale, la valenza civica dei luoghi e, infine, la bellezza come elemento preordinante e altamente comunicativo.
Verrà mostrato un Ezio Bienaimé “inusueto” (suo efficace neologismo) per non duplicare quanto già espresso da due precedenti progetti espositivi che presero forma a Carrara, rispettivamente al CAP Centro Arti Plastiche nel 2011 e al Museo del Marmo nel 2018, associati a convegni, ricerche e nuovi momenti di approfondimento che hanno mostrato il repertorio del fare e il pensiero di Bienaimé.
Resta ancora molto da dire sull’architetto e sull’uomo che ha partecipato alla vita politica e intellettuale della sua città, Carrara, verso cui ha mostrato una fascinazione e un attaccamento quasi a farne radici della sua fisicità, rinunciando a molte sollecitazioni esterne e a una sua definitiva migrazione in altre piazze, ben più visibili e prestigiose.
Il titolo “Da Ezio… a Carrara”, dunque, sta a rappresentare non più le sue architetture frutto del genio straordinario, esempi di capacità compositive, tecniche e intellettuali, ma la volontà di proporre una testimonianza del suo amore per Carrara, oggi rappresentata da quel lascito di proposte urbanistiche che ha voluto fortemente trasmettere alla comunità, ma che, probabilmente, sono rimaste nella memoria di pochi.
La poetica urbanistica di Bienaimé dispone sul tavolo originali capacità di analisi morfologica, sintesi, soluzioni e idee, spesso cariche di provocazioni, cartografie e testi, segni e tracciati delle risorse proprie della “città-territorio”, termine che ritorna puntuale in ogni suo “attraversamento” progettuale.
Ezio Bienaimé “attraversa” la città-territorio quale complesso antropico e naturale vissuto e sedimentato da una comunità, mostrando per mezzo delle proposte urbanistiche, non solo un segno grafico, ma un approccio metodologico capace di individuare fasi evolutive mai isolate, distanti da confinate scelte spesso non coincidenti con il “bene comune” e prive di benefiche ricadute sulla collettività; proposte che raccontano di sistemi vasti, di rete, di rapporti e connessioni, di infrastrutture, ma anche di usi, di costumi, di paesaggio, risorse identitarie proprie del luogo, di memoria sedimentata e di rinnovata memoria che troverà nei nuovi segni il testimone per le future generazioni.
Non resta che iniziare “da Ezio” la lettura di una lezione d’amore attraversando i paesi a monte, percorrendo il Passaggio a Nord Ovest, attraccando nell’area ex Montecatini, infine dalla riorganizzazione della Diga di Ponente, affacciandosi alle visuali “dalle quinte delle Alpi Apuane al vero orizzonte in cui la maestosità degli eventi, le luci del porto industriale, le notti di luna, il colore dei tramonti, il fluire delle stagioni, la furia degli eventi naturali possono fare di questa struttura “un tutto inusueto e non duplicabile”.
Sarà contestualmente inaugurata la mostra dei progetti vincitori e menzionati della terza edizione del PAT - Premio Architettura Toscana 2022 (https://www.premio-architettura-toscana.it) che vedrà l’esposizione delle opere selezionate nell’ambito del territorio della Regione Toscana tra il 2016 e il 2021, a testimonianza anche dell’influenza che Ezio Bienaimé ha esercitato sulle nuove generazioni.
Il CARMI è sede dell’ultima tappa della mostra itinerante dopo il Pecci di Prato, le Officine Gullo House (Firenze), la Scuola Comprensiva di Sant’Albino (Montepulciano, Siena), Ginori 1735 (Sesto Fiorentino, Firenze), il Museo dell’Opera del Duomo (Pisa) e Piazza dell’Isolotto (Firenze).
Ad accomunare i progetti il sapiente uso di materiali sostenibili e di alta qualità, la valorizzazione del dialogo tra architetture e paesaggio, le soluzioni architettoniche che restituiscono, attraverso un linguaggio minimale, la valenza civica dei luoghi e, infine, la bellezza come elemento preordinante e altamente comunicativo.
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