Agnese Guido e Silvia Paci. Storie dipinte

Silvia Paci, Loth e le sue figlie, 2024, olio su tela, 150x200 cm.

 

Dal 12 June 2025 al 25 July 2025

Milano

Luogo: Antonio Colombo Arte Contemporanea

Indirizzo: Va Solferino 44

Orari: da martedì a venerdì dalle ore 10.00 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 19.00 sabato dalle 15.00 alle 19.00 domenica e lunedì chiuso

Curatori: Ivan Quaroni

Telefono per informazioni: +39 02.29060171

E-Mail info: info@colomboarte.com

Sito ufficiale: http://www.colomboarte.com


Agnese Guido e Silvia Paci operano all'interno di una dimensione stratificata dell'immagine, caratterizzata dal ricorso a simboli, allegorie, trasfigurazioni o semplici associazioni visive che contribuiscono a strutturare un racconto più ampio. In un certo senso, la loro arte si avvicina allo spirito di Dino Buzzati. “Che dipinga o che scriva”, affermava il pittore e romanziere, “io perseguo il medesimo scopo, che è quello di raccontare delle storie.”
E, infatti, Storie Dipinte, come le chiamava lui, sono anche quelle di Agnese Guido e Silvia Paci, che in modi diversi, ma complementari, restituiscono alla pittura il potere di evocare mondi, suggerire trame, rivelare attraverso l’apparente staticità dell’immagine le vertigini dell’esistenza interiore. Però, senza arrivare a quelle che, riferendosi allo scrittore bellunese, la critica definiva strategie iconotestuali, Guido e Paci concepiscono il dipinto come una trama possibile, una fabula che forza le buone regole del racconto, mescolando e confondendo le tradizionali unità aristoteliche di tempo, luogo e azione.
 
La vena narrativa di Agnese Guido nasce dalla trasfigurazione del quotidiano, da una capacità, insieme fantastica e sognante, di animare l’inanimato, trasformando oggetti, edifici e città in entità vive e senzienti. È un meccanismo che ricorre spesso nei cartoni animati e nei fumetti e che nel modo di dipingere dell’artista costituisce una sorta di seconda natura, una predisposizione a osservare la realtà da punti di vista inaspettati.
L’artista riesce, infatti, a dare corpo e colore a una dimensione magica e vitale dell’esistenza che sarebbe altrimenti rubricata come mera fantasticheria o come semplice sogno ad occhi aperti.

L’attitudine narrativa della pittura di Silvia Paci deriva dall’amore per la letteratura, la mitologia e il folclore. Leggende, storie popolari e racconti biblici costituiscono, infatti, il fondamento culturale e psicologico su cui l’artista costruisce il proprio immaginario simbolico, dove convergono memorie individuali e archetipi universali. Quel che le favole e le esperienze reali hanno in comune è la fitta trama di menzogne, illusioni e falsità che trasformano le vicende più banali in avvincenti racconti del mistero. Silvia Paci cerca nel repertorio favolistico la matrice di frottole, fandonie e fantasie che condizionano l’esistenza umana. In un certo senso, i suoi dipinti sono atti psicomagici con i quali ritualizza in immagini fatti e circostanze del suo vissuto, proiettandoli all’interno di trame che sembrano uscite dalla penna di Carlo Collodi, dei Fratelli Grimm o di Charles Perrault.

Agnese Guido è nata a Lecce nel 1982. Attualmente vive e lavora a Milano. Diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, ha preso parte a diversi progetti espositivi in Italia e all’estero. Il suo lavoro è una ricerca intuitiva sulla simbologia delle immagini attraverso la pittura e il disegno, linguaggi con cui esplora il lato poetico e paradossale e perturbante della realtà.
I suoi lavori recenti si orientano verso una dimensione più misteriosa ed evocativa e, allo stesso tempo, carnale, in cui l’imprevedibilità dei soggetti è un elemento chiave.

Silvia Paci è nata a Prato nel 1990, attualmente vive e lavora a Milano. Dopo aver studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze, si trasferisce a Berlino nel 2016, dove continua la sua formazione con il pittore Eoin Llewellyn presso la “Berlin Art class” . Nello stesso anno si reca a Pechino per una residenza artistica sponsorizzata dalla galleria “The showroom” e dal collezionista e ambasciatore australiano a Pechino Geoff Raby, nel quartiere di Chaochangdi. Nel 2020 si sposta a Milano per una residenza artistica presso VIAFARINI. La sua pittura rappresenta la realtà senza essere realistica, creando l’illusione non attraverso la mimesi, ma tramite la scomposizione dei soggetti, il taglio delle immagini e la scelta dei colori. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, sia in gallerie che in spazi istituzionali.

Opening giovedì 12 giugno, dalle 18

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