Il Cerchio Schiacciato nel tempo della Globalizzazione e degli Equilibri Instabili

Il Cerchio Schiacciato nel tempo della Globalizzazione e degli Equilibri Instabili, Fondazione Mudima, Milano
Dal 17 June 2025 al 3 October 2025
Milano
Luogo: Fondazione Mudima
Indirizzo: Via Tadino 26
Orari: dal lunedì al venerdì 11-13 / 15-19. Sabato e domenica chiuso
Costo del biglietto: Ingresso libero
Telefono per informazioni: +39 02.29409633
E-Mail info: info@mudima.net
Sito ufficiale: http://www.mudima.net
Cerchio Schiacciato. Questo il titolo dell’iniziativa, mutuato dall’appellativo che si dà all’Ellisse (detta anche Figura Eccentrica), che Carmelo Strano ha assunto quale metafora del suo concetto di Opera Ellittica e, conseguentemente, di Arte Ellittica. Questa mostra evidenzia una tendenza operativo-estetica e dà l’avvio a un movimento artistico che tiene presenti due cose principalmente: la nuova condizione epocale e i nuovi fenomeni artistici. Entrambe sono state oggetto di osservazione e di studio, negli ultimi decenni, da parte di Carmelo Strano (che cura questa mostra con la collaborazione di Marina Zara), nella sua doppia veste di critico e teorico dell’arte e anche di filosofo interessato alla sociologia e alla storia dell’economia.*
Questa prima iniziativa si focalizza sull’Europa (via via l’attenzione si sposterà su altre aree geografiche). Con opere di artisti di ricerca, solidi e originali, giovani e meno giovani, di varie nazioni ma appartenenti alla “nazione” Europa: ecco una mostra che rispecchia i caratteri dell’Arte Ellittica (a cominciare dall’elasticità), appunto con un primo accento sull’Europa. (Non è un ritorno – ci tiene a sottolineare il critico – ma un’idea ben diversa rispetto alla rassegna a carattere geopolitico La Nuova Europa. Il contributo dell’arte alla cultura sovranazionale, da lui curata – la prima in assoluto dedicata all’arte europea tout court – nel contesto della Biennale di Venezia del 1995).
Il progetto parte dalla Fondazione Mudima che, lungo la sua storia, ha spesso realizzato affondi importanti nell’arte contemporanea in Italia, Francia, Giappone ecc. Peraltro, istituzione particolarmente interessante in questa circostanza perché “neutra”, non essendo una galleria d’arte.
Va da sé che, indipendentemente dai colleghi e dall’idea di Opera Ellittica, ogni artista vanta un proprio deciso cammino di ricerca che Strano, nel corso di una sua lunga perlustrazione, ha evidenziato ritenendolo in linea con i principi dell’Opera Ellittica. Ovviamente, era da escludere il coinvolgimento di artisti super-noti o star internazionali (facendo eccezione per Banksy perché spinge a enfatizzare soprattutto un fenomeno assai emblematico che in questa mostra viene indicato come “Banksysim”).
Ecco un gruppo di artisti di speciale spessore creativo, ciascuno con un curriculum significativo, vuoi ragguardevole, vuoi bene avviato, e naturalmente con valore ben rappresentativo del Cerchio Schiacciato. Ognuno con le proprie idee artistiche chiarissime, ognuno con il proprio linguaggio autonomamente maturato, e verosimilmente ognuno a proprio modo capace di suscitare un deciso, serio interesse presso gli specialisti e gli appassionati.
Chiaro, questo movimento nasce con la consapevolezza che oggi ci sono i segni temporali e operativi per tornare a parlare di Movimenti. E anche con la consapevolezza delle sostanziali novità che il Cerchio Schiacciato ha in rapporto ai Movimenti del passato (Nuovo Realismo, Arte Povera o altro).
Artisti consapevoli dei caratteri speciali – alcuni anche assolutamente inediti – del nostro tempo. Di essi il critico enfatizza la condizione di Equilibri Instabili, di Unimplosiveness (elasticità tra implosione ed esplosione), di Art Beyond Philosophy (un vero ribaltamento, e un’espressione che è parafrasi di “Art after Philosophy” ma che va ben oltre questo principio che Joseph Kosuth aveva fissato nel 1969); inoltre: l’importanza del Locale e della Comunicazione Ristretta (per contrastare o alleviare gli effetti negativi della globalizzazione). Sul piano estetico: pur sempre ricerca che vuol dire novità, con la consapevolezza che questa adesso emerge in un terreno ben lontano dalle esperienze delle Avanguardie e delle Neoavanguardie e anche da quelle legate all’antica Mimesi. A questo riguardo Carmelo Strano si avvale del concetto di Similarità (proprio come possibilità alternativa alla millenaria Mimesi), da anni da lui elaborato. Il termine è mutuato dal principio di Self-Similarity, per il quale il frattale si auto-riproduce in modo fedele. Con un’eccezione: il frattale generato subisce un’interferenza imprevedibile che il matematico Benoît Mandelbrot, che ne è il teorico (e con cui Strano ha avuto occasioni di dialogo) chiama “imponderabile”. A questi nuovi temi Strano ha improntato la rassegna internazionale Unimplosive Art a Venezia nell’ambito della Biennale del 1997 diretta da Germano Celant, opere di 40 autori (V. Adami, F. Bacon, T. Kawamata ecc., ma anche lo stesso Mandelbrot e Roger Guillemin, pioniere della Digital Art oltre che Premio Nobel per la Medicina).
L’arte di oggi, per Strano, presenta spesso caratteri analoghi al ricordato principio mandelbrotiano di imponderabile, che peraltro è chiara espressione del Tempo degli Equilibri Instabili. A vario modo e grado lo dicono le opere dei protagonisti di questa mostra (di ciascuno di loro si dirà ampiamente nel libro-catalogo in programma): l’artista oggi è mobilissimo, elastico, ricco di esperienze, senza perdere i segni della propria identità, di un proprio filo rosso ideativo ed esistenziale. Anche da questo punto di vista l’Opera Ellittica, portatrice di una espressività elastica, risponde ai nuovi tempi.
Infatti gli artisti esemplificativi del Cerchio Schiacciato hanno in comune innanzitutto uno dei caratteri fondanti dell’Arte Ellittica, cioè la distanza sia dal messaggio decisamente transitivo, sia da quello decisamente intransitivo. E questo a favore del messaggio ellittico, simboleggiato da questa figura geometrica, che è chiusa, come il cerchio, ma, diversamente da questo, non ha diametro, bensì due semiassi – uno maggiore e uno minore –, non ha “il” centro ma due “fuochi”. Dunque, una condizione e una simbologia di elasticità capaci di provocare Equilibri Instabili di giochi elastici senza limiti fra transitività e intransitività. Dunque, messaggio non immediato, non definito, ma prendibile, definibile.
Osserva Carmelo Strano: “C’è tanto spazio per il gioco dell’arte, tra novità, sorpresa, riflessione, impegno etico, responsabilità e onestà progettuale, dialogo, qualità, giudizio”.
* Sono vari i concetti che Carmelo Strano ha elaborato, a cominciare da quello di Tempo degli Equilibri Instabili. Sono conseguenza della frequentazione dei processi di globalizzazione, parcellizzazione, disseminazione, ibridazione, dinamismo esasperato, frattalità, caos, e anche di elasticità (in questo senso ha parlato di Docile Razionalità, un ribaltamento della cultura occidentale). Quanto all’arte, si è reso conto che era opportuno esaminare, paradigmaticamente, singoli artisti o al più categorie operative emergenziali, non essendoci precise tendenze generali da mettere a confronto. Ma ecco il salto. Negli ultimi anni Carmelo Strano percepisce che l’individualismo sfrenato – fino al solipsismo – e diffusamente praticato comincia a flettere. Per altro verso coglie i primi segni di bisogno del dialogo, di confrontarsi (gli artisti) a favore di una maggiore pregnanza e plausibilità del proprio lavoro. E anche il bisogno di confidare nell’arte (per sua natura portatrice di senso critico) per un rapporto più consapevole con la società e la sua complessità (su questo terreno ha richiamato la famosa immagine del sociologo canadese Marshall McLuhan circa l’opportunità che l’artista passasse dalla “torre d’avorio” alla “torre di controllo”). Inoltre si è reso conto che, in rapporto a queste conclusioni di carattere generale, occorreva una nuova visione estetica. A questo proposito risultavano consanguinei – sia pure con qualche aggiornamento periferico – i principi di fondo della sua teoria dell’Opera Ellittica. L’aveva elaborata, in clima post-moderno, avendo percepito che il concetto di Opera Aperta di Umberto Eco, pur glorioso, si rivelava ormai poco pregnante.
Inaugurazione martedì 17 giugno 2025 alle ore 18:00
Questa prima iniziativa si focalizza sull’Europa (via via l’attenzione si sposterà su altre aree geografiche). Con opere di artisti di ricerca, solidi e originali, giovani e meno giovani, di varie nazioni ma appartenenti alla “nazione” Europa: ecco una mostra che rispecchia i caratteri dell’Arte Ellittica (a cominciare dall’elasticità), appunto con un primo accento sull’Europa. (Non è un ritorno – ci tiene a sottolineare il critico – ma un’idea ben diversa rispetto alla rassegna a carattere geopolitico La Nuova Europa. Il contributo dell’arte alla cultura sovranazionale, da lui curata – la prima in assoluto dedicata all’arte europea tout court – nel contesto della Biennale di Venezia del 1995).
Il progetto parte dalla Fondazione Mudima che, lungo la sua storia, ha spesso realizzato affondi importanti nell’arte contemporanea in Italia, Francia, Giappone ecc. Peraltro, istituzione particolarmente interessante in questa circostanza perché “neutra”, non essendo una galleria d’arte.
Va da sé che, indipendentemente dai colleghi e dall’idea di Opera Ellittica, ogni artista vanta un proprio deciso cammino di ricerca che Strano, nel corso di una sua lunga perlustrazione, ha evidenziato ritenendolo in linea con i principi dell’Opera Ellittica. Ovviamente, era da escludere il coinvolgimento di artisti super-noti o star internazionali (facendo eccezione per Banksy perché spinge a enfatizzare soprattutto un fenomeno assai emblematico che in questa mostra viene indicato come “Banksysim”).
Ecco un gruppo di artisti di speciale spessore creativo, ciascuno con un curriculum significativo, vuoi ragguardevole, vuoi bene avviato, e naturalmente con valore ben rappresentativo del Cerchio Schiacciato. Ognuno con le proprie idee artistiche chiarissime, ognuno con il proprio linguaggio autonomamente maturato, e verosimilmente ognuno a proprio modo capace di suscitare un deciso, serio interesse presso gli specialisti e gli appassionati.
Chiaro, questo movimento nasce con la consapevolezza che oggi ci sono i segni temporali e operativi per tornare a parlare di Movimenti. E anche con la consapevolezza delle sostanziali novità che il Cerchio Schiacciato ha in rapporto ai Movimenti del passato (Nuovo Realismo, Arte Povera o altro).
Artisti consapevoli dei caratteri speciali – alcuni anche assolutamente inediti – del nostro tempo. Di essi il critico enfatizza la condizione di Equilibri Instabili, di Unimplosiveness (elasticità tra implosione ed esplosione), di Art Beyond Philosophy (un vero ribaltamento, e un’espressione che è parafrasi di “Art after Philosophy” ma che va ben oltre questo principio che Joseph Kosuth aveva fissato nel 1969); inoltre: l’importanza del Locale e della Comunicazione Ristretta (per contrastare o alleviare gli effetti negativi della globalizzazione). Sul piano estetico: pur sempre ricerca che vuol dire novità, con la consapevolezza che questa adesso emerge in un terreno ben lontano dalle esperienze delle Avanguardie e delle Neoavanguardie e anche da quelle legate all’antica Mimesi. A questo riguardo Carmelo Strano si avvale del concetto di Similarità (proprio come possibilità alternativa alla millenaria Mimesi), da anni da lui elaborato. Il termine è mutuato dal principio di Self-Similarity, per il quale il frattale si auto-riproduce in modo fedele. Con un’eccezione: il frattale generato subisce un’interferenza imprevedibile che il matematico Benoît Mandelbrot, che ne è il teorico (e con cui Strano ha avuto occasioni di dialogo) chiama “imponderabile”. A questi nuovi temi Strano ha improntato la rassegna internazionale Unimplosive Art a Venezia nell’ambito della Biennale del 1997 diretta da Germano Celant, opere di 40 autori (V. Adami, F. Bacon, T. Kawamata ecc., ma anche lo stesso Mandelbrot e Roger Guillemin, pioniere della Digital Art oltre che Premio Nobel per la Medicina).
L’arte di oggi, per Strano, presenta spesso caratteri analoghi al ricordato principio mandelbrotiano di imponderabile, che peraltro è chiara espressione del Tempo degli Equilibri Instabili. A vario modo e grado lo dicono le opere dei protagonisti di questa mostra (di ciascuno di loro si dirà ampiamente nel libro-catalogo in programma): l’artista oggi è mobilissimo, elastico, ricco di esperienze, senza perdere i segni della propria identità, di un proprio filo rosso ideativo ed esistenziale. Anche da questo punto di vista l’Opera Ellittica, portatrice di una espressività elastica, risponde ai nuovi tempi.
Infatti gli artisti esemplificativi del Cerchio Schiacciato hanno in comune innanzitutto uno dei caratteri fondanti dell’Arte Ellittica, cioè la distanza sia dal messaggio decisamente transitivo, sia da quello decisamente intransitivo. E questo a favore del messaggio ellittico, simboleggiato da questa figura geometrica, che è chiusa, come il cerchio, ma, diversamente da questo, non ha diametro, bensì due semiassi – uno maggiore e uno minore –, non ha “il” centro ma due “fuochi”. Dunque, una condizione e una simbologia di elasticità capaci di provocare Equilibri Instabili di giochi elastici senza limiti fra transitività e intransitività. Dunque, messaggio non immediato, non definito, ma prendibile, definibile.
Osserva Carmelo Strano: “C’è tanto spazio per il gioco dell’arte, tra novità, sorpresa, riflessione, impegno etico, responsabilità e onestà progettuale, dialogo, qualità, giudizio”.
* Sono vari i concetti che Carmelo Strano ha elaborato, a cominciare da quello di Tempo degli Equilibri Instabili. Sono conseguenza della frequentazione dei processi di globalizzazione, parcellizzazione, disseminazione, ibridazione, dinamismo esasperato, frattalità, caos, e anche di elasticità (in questo senso ha parlato di Docile Razionalità, un ribaltamento della cultura occidentale). Quanto all’arte, si è reso conto che era opportuno esaminare, paradigmaticamente, singoli artisti o al più categorie operative emergenziali, non essendoci precise tendenze generali da mettere a confronto. Ma ecco il salto. Negli ultimi anni Carmelo Strano percepisce che l’individualismo sfrenato – fino al solipsismo – e diffusamente praticato comincia a flettere. Per altro verso coglie i primi segni di bisogno del dialogo, di confrontarsi (gli artisti) a favore di una maggiore pregnanza e plausibilità del proprio lavoro. E anche il bisogno di confidare nell’arte (per sua natura portatrice di senso critico) per un rapporto più consapevole con la società e la sua complessità (su questo terreno ha richiamato la famosa immagine del sociologo canadese Marshall McLuhan circa l’opportunità che l’artista passasse dalla “torre d’avorio” alla “torre di controllo”). Inoltre si è reso conto che, in rapporto a queste conclusioni di carattere generale, occorreva una nuova visione estetica. A questo proposito risultavano consanguinei – sia pure con qualche aggiornamento periferico – i principi di fondo della sua teoria dell’Opera Ellittica. L’aveva elaborata, in clima post-moderno, avendo percepito che il concetto di Opera Aperta di Umberto Eco, pur glorioso, si rivelava ormai poco pregnante.
Inaugurazione martedì 17 giugno 2025 alle ore 18:00
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