Shoko Okumura. Finestre di luce nei boschi
Shoko Okumura, Giardino Kenroku
Dal 8 October 2020 al 31 October 2020
Milano
Luogo: Manifiesto Blanco
Indirizzo: via Benedetto Marcello 46
Orari: da martedì a sabato 16 -19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: info@manifiestoblanco.com
Sito ufficiale: http://www.manifiestoblanco.com
Luce e tenebra si escludono, si oppongono e si contrappongono da sempre nelle narrazioni mitiche, religiose e filosofiche, come due forze o principi in lotta: da questa dicotomia sono nate numerose similitudini, metafore e simboli che inducono l’uomo a riflettere su sé stesso e sull’altro da sé, ovvero sul mondo.
La luce: un aprirsi del mondo, nato dal caos (che vuol dire anche tenebra) per giungere al cosmo, alla chiarezza, a quell’ordine e quella armonia che è anche chiarezza della e nella mente che lo concepisce.
Ma l’essere umano non può sopportare troppa luce, e troppo a lungo, senza accecarsi: lo spiegò molto bene Platone nel mito della caverna, e poi molti altri dopo di lui.
Dunque l’esistere dell’uomo, il suo balzare fuori dalle tenebre verso la luce, al momento della nascita, è spesso accompagnato dal pianto: la disperazione per qualcosa di irrimediabilmente perduto per sempre. La vita extrauterina è poi un complicato connubio tra piena luce e tenebra profonda. È luce che tocca l’ombra e ombra che ripara dalla troppa luce. L’essere umano non è mai nulla di assoluto e pieno: sta in mezzo tra luce e tenebra, ed è egli stesso un’ombra che si staglia nella luce.
Nella pittura di Shoko la luce non è mai piena, perché accecherebbe. E’ piuttosto annunciata, intraveduta come dalla finestra di una dimora, ove si coltivano e proteggono gli affetti umani; è anche l’invito a percorrere un cammino che dal buio volge verso una luminosità attesa - una sorta di rivelazione, un “chiaro” nel bosco - ma mai pienamente raggiunta. Forse per questo nella lingua latina la parola bosco si dice “lucus a non lucendo”. Un bosco è un’assenza di luce, ma non completa, perché il bosco, pur nelle sue ombre, si rischiara a tratti.
I dipinti di Shoko si trovano dunque in perenne oscillazione tra occultazione e disvelamento delle forme, e il loro linguaggio culturale si polarizza tra atmosfere tipicamente giapponesi e dettagli descrittivi a volte derivati dalla tradizione figurativa occidentale.
Shoko Okumura nasce a Chiba, in Giappone, nel 1983. Si laurea in Pittura Tradizionale Giapponese alla Tokyo University of the Arts nel 2008.
Subito dopo la laurea si trasferisce in Italia per studiare restauro, specializzandosi nella tecnica dell’affresco presso l’Università internazionale dell'Arte di Firenze. Durante questi studi approfondisce la conoscenza delle caratteristiche tipiche dei pigmenti italiani, iniziando una sperimentazione che unisce la tecnica della pittura giapponese con la tradizione figurativa occidentale.
La sua arte si prefigge come scopo principale quello di rappresentare la relazione esistente fra natura e uomo.
Attualmente vive e lavora a Milano.
OPENING: nelle giornate del 8, 9 e 10 ottobre, h. 17.00 - 20.30, la visita sarà arricchita dalla presenza dell’artista e dalla lettura di testi poetici ispirati dalle opere esposte; ingresso libero con prenotazione attraverso il sito
Manifiesto Blanco ha messo a punto misure specifiche per il contenimento del virus COVID-19 con l’obiettivo di preservare la salute dei visitatori e del personale, per garantire un’esperienza di visita piacevole e rilassante.
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