Ticker than water
 
										 
										
										
																		
																																												Seba Kurtis, Ticker than water, The Format – Contemporary  Culture Gallery, Milano
											
										
										
									Dal 27 June 2012 al 24 September 2012
Milano
Luogo: The Format – Contemporary Culture Gallery
Indirizzo: via G. E. Pestalozzi 10/32
Orari: da martedi a venerdì ore 14-20 o su appuntamento
Curatori: Daniele De Luigi
E-Mail info: theformatculturegallery@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.facebook.com/TheFormatContemporaryCultureGallery
								
								L’artista presenta il progetto  fotografico  ed un video, prodotto da The Format , per la personale alla Galleria Parmeggiani, nell’ambito del festival della Fotografia Europea che si è svolta a Reggio Emilia nel mese di maggio.
 
“Tutta l'opera dell'artista argentino è dedicata alla realtà dell'immigrazione irregolare e alla condizione dei migranti che si muovono in clandestinità. La questione dell'immigrazione è centrale nelle dinamiche della società contemporanea e destinata a determinare rilevanti cambiamenti sociali e politici a livello globale. Sebbene ogni epoca nella storia dell'uomo abbia conosciuto le migrazioni, mai come oggi un numero così elevato di persone si è ritrovato a vivere lontano dal proprio paese di origine. A spostarsi non sono più comunità o gruppi, ma i piccoli nuclei familiari, e ancor più gli individui da soli.”
 
Seba Kurtis mette a fuoco lo stato di sospensione tra passato e presente, e tra presente e futuro, nel quale vediamo un riverbero della condizione dell'uomo contemporaneo e forse di ciò che lo attende. Evitando accuratamente la narratività a favore di un mosaico di immagini evocative, adotta una strategia estetica che è in realtà un dispositivo concettuale. Quando la violenza si rende visibile e si presta a diventare immagine, essa si trasforma paradossalmente in uno schermo contro il quale il pensiero, insieme allo sguardo, si arresta. Opacizzando la superficie delle fotografie con un metaforico atto di violenza sull'emulsione, Kurtis cancella parzialmente il soggetto preservando il pathos, ma invitandoci a riflettere sulla parte nascosta, e così facendo ci rende consapevoli che tutto ciò che è veramente importante, che muove i sistemi e genera i cambiamenti o risiede nel cuore dell'uomo, è oltre quello che vediamo. Le sue immagini dichiarano, con incedere poetico, l'irriducibilità di ogni vicenda individuale, mentre costruiscono un discorso che ne connota il valore politico.
 
Seba Kurtis (1974) nato in Argentina e cresciuto a Buenos Aires sotto un regime di dittatura violento.Ha studiato giornalismo ed era un attivista politico. Nel 2001, l'Argentina precipitò sottouna violenta crisi economica e politica, si trasferisce così in Spagna come un immigrante illegale per più di cinque anni. Questa esperienza divenne l'inspirazione principale per il suo lavoro - un'esplorazione della dinamica dietro alla migrazione irregolare e l'impatto risultante sulla cultura, società e l'individuo. Ora vive nel Regno Unito. Seba ha completato i suoi studi in in Fine Art al London College of Communication e diviene un membro del progetto di POC. Il suo lavoro è stato esibito in molte nazioni, tra cui il New York Photofestival, Noorderlich, Host Gallery, Sifest, Images Vevey e Krakov Photomonth.. Le fotografie di Seba sono apparse anche in varie pubblicazioni, tra cui FOAM magazine, Foto8, Little White Lies, The Sunday Times and Wire.
							
							“Tutta l'opera dell'artista argentino è dedicata alla realtà dell'immigrazione irregolare e alla condizione dei migranti che si muovono in clandestinità. La questione dell'immigrazione è centrale nelle dinamiche della società contemporanea e destinata a determinare rilevanti cambiamenti sociali e politici a livello globale. Sebbene ogni epoca nella storia dell'uomo abbia conosciuto le migrazioni, mai come oggi un numero così elevato di persone si è ritrovato a vivere lontano dal proprio paese di origine. A spostarsi non sono più comunità o gruppi, ma i piccoli nuclei familiari, e ancor più gli individui da soli.”
Seba Kurtis mette a fuoco lo stato di sospensione tra passato e presente, e tra presente e futuro, nel quale vediamo un riverbero della condizione dell'uomo contemporaneo e forse di ciò che lo attende. Evitando accuratamente la narratività a favore di un mosaico di immagini evocative, adotta una strategia estetica che è in realtà un dispositivo concettuale. Quando la violenza si rende visibile e si presta a diventare immagine, essa si trasforma paradossalmente in uno schermo contro il quale il pensiero, insieme allo sguardo, si arresta. Opacizzando la superficie delle fotografie con un metaforico atto di violenza sull'emulsione, Kurtis cancella parzialmente il soggetto preservando il pathos, ma invitandoci a riflettere sulla parte nascosta, e così facendo ci rende consapevoli che tutto ciò che è veramente importante, che muove i sistemi e genera i cambiamenti o risiede nel cuore dell'uomo, è oltre quello che vediamo. Le sue immagini dichiarano, con incedere poetico, l'irriducibilità di ogni vicenda individuale, mentre costruiscono un discorso che ne connota il valore politico.
Seba Kurtis (1974) nato in Argentina e cresciuto a Buenos Aires sotto un regime di dittatura violento.Ha studiato giornalismo ed era un attivista politico. Nel 2001, l'Argentina precipitò sottouna violenta crisi economica e politica, si trasferisce così in Spagna come un immigrante illegale per più di cinque anni. Questa esperienza divenne l'inspirazione principale per il suo lavoro - un'esplorazione della dinamica dietro alla migrazione irregolare e l'impatto risultante sulla cultura, società e l'individuo. Ora vive nel Regno Unito. Seba ha completato i suoi studi in in Fine Art al London College of Communication e diviene un membro del progetto di POC. Il suo lavoro è stato esibito in molte nazioni, tra cui il New York Photofestival, Noorderlich, Host Gallery, Sifest, Images Vevey e Krakov Photomonth.. Le fotografie di Seba sono apparse anche in varie pubblicazioni, tra cui FOAM magazine, Foto8, Little White Lies, The Sunday Times and Wire.
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