Andrea Di Marco. Pegno

Andrea Di Marco, Radar, 2012, olio su tela, 100x140 cm.
Dal 10 Novembre 2022 al 12 Febbraio 2023
Palermo
Luogo: Monte dei Pegni di Palazzo Branciforte
Indirizzo: Largo Gae Aulenti 2
Orari: da giovedì a domenica, ore 9.30-14.30; 24 e 31 dicembre, ore 9.30-14.30. Da lunedì a mercoledì e 25 dicembre chiuso.
Curatori: Sergio Troisi e Alessandro Pinto
Costo del biglietto: intero 7€ - ridotto 5€
Palermo ricorda il pittore Andrea Di Marco (Palermo, 1970 – 2012), a dieci anni dalla prematura scomparsa, con la mostra “Pegno”, concepita, sin dal luogo e dall’allestimento, come un omaggio all’inconfondibile poetica figurativa dell’artista: nei grandi ambienti del Monte dei Pegni di Palazzo Branciforte, oggi sede della Fondazione Sicilia, sono infatti collocati circa trenta suoi dipinti anchedi grandi dimensioni, accuratamente selezionati dai curatori Sergio Troisi e Alessandro Pinto, posti in un dialogo serrato con le scaffalature lignee che a perdita d’occhio percorrono le sale.
Visto il grande successo di pubblico e di stampa, l’esposizione promossa dall’Archivio Andrea Di Marco in collaborazione con la Fondazione Sicilia e l’Accademia di Belle Arti di Palermo, realizzata con il contributo di Elenk’Art e Galleria Bonelli, resterà visitabile fino al 12 febbraio 2023.
Il titolo della mostra, “Pegno”, si riferisce non soltanto al luogo che la ospita, ma richiama anche la semplicità elusiva di molti titoli scelti da Di Marco per le sue opere (“Apecasse”, “Radar”, “Seduto”, “Steso”, solo per citarne alcune esposte). La memoria dei poveri oggetti consegnati in pegno si intreccia così con quella delle semplici cose dipinte da Di Marco, in bilico tra attesa e abbandono: sedie, poltrone, biciclette, giocattoli, ombrelloni, abiti, stoffe, ma anche saracinesche abbassate su strade deserte e motoape cariche di cassette. Tutti soggetti ricorrenti nella sua produzione, in una sorta di inventario fisico e mentale che la resa della materia pittorica carica di una fissità straniata e malinconica. Il sentimento del vuoto, implicito in questi paesaggi urbani privati, all’improvviso e come per incantesimo, del loro abituale movimento, viene reiterato nell’esposizione dalla trama ritmica e appena variata delle scaffalature.
In mostra sono raccolti i lavori più emblematici dell’autore, quelli popolati da oggetti abbandonati o in disuso, ma anche quelli che meglio rappresentano quel particolare realismo che ha portato Andrea Di Marco a essere sempre più identificato con Palermo e la Sicilia, mettendone in evidenza lo sguardo beffardo e allo stesso tempo malinconico.
Con Alessandro Bazan, Francesco De Grandi e Fulvio Di Piazza, Andrea Di Marco aveva dato vita, tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del 2000, alla Scuola di Palermo, sodalizio che si era affermato sulla scena artistica italiana “in un momento – spiega il curatore Sergio Troisi – in cui la fase del ritorno alla pittura declinava in favore di un diverso orizzonte di proposte concettuali e di nuovi media, individuando un punto di convergenza e irradiazione dei quattro percorsi nell’idea stessa della pittura, della sua materia e della sua stratificata memoria, come luogo di esplorazione del sentimento contemporaneo”. Il severo rigore formale di Di Marco, in particolare, dava a ogni suo soggetto un'evidente concretezza, gli restituiva profondità e luminosità, ponendosi in continuità con la storia dell'arte e dell'umanità.
Visto il grande successo di pubblico e di stampa, l’esposizione promossa dall’Archivio Andrea Di Marco in collaborazione con la Fondazione Sicilia e l’Accademia di Belle Arti di Palermo, realizzata con il contributo di Elenk’Art e Galleria Bonelli, resterà visitabile fino al 12 febbraio 2023.
Il titolo della mostra, “Pegno”, si riferisce non soltanto al luogo che la ospita, ma richiama anche la semplicità elusiva di molti titoli scelti da Di Marco per le sue opere (“Apecasse”, “Radar”, “Seduto”, “Steso”, solo per citarne alcune esposte). La memoria dei poveri oggetti consegnati in pegno si intreccia così con quella delle semplici cose dipinte da Di Marco, in bilico tra attesa e abbandono: sedie, poltrone, biciclette, giocattoli, ombrelloni, abiti, stoffe, ma anche saracinesche abbassate su strade deserte e motoape cariche di cassette. Tutti soggetti ricorrenti nella sua produzione, in una sorta di inventario fisico e mentale che la resa della materia pittorica carica di una fissità straniata e malinconica. Il sentimento del vuoto, implicito in questi paesaggi urbani privati, all’improvviso e come per incantesimo, del loro abituale movimento, viene reiterato nell’esposizione dalla trama ritmica e appena variata delle scaffalature.
In mostra sono raccolti i lavori più emblematici dell’autore, quelli popolati da oggetti abbandonati o in disuso, ma anche quelli che meglio rappresentano quel particolare realismo che ha portato Andrea Di Marco a essere sempre più identificato con Palermo e la Sicilia, mettendone in evidenza lo sguardo beffardo e allo stesso tempo malinconico.
Con Alessandro Bazan, Francesco De Grandi e Fulvio Di Piazza, Andrea Di Marco aveva dato vita, tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del 2000, alla Scuola di Palermo, sodalizio che si era affermato sulla scena artistica italiana “in un momento – spiega il curatore Sergio Troisi – in cui la fase del ritorno alla pittura declinava in favore di un diverso orizzonte di proposte concettuali e di nuovi media, individuando un punto di convergenza e irradiazione dei quattro percorsi nell’idea stessa della pittura, della sua materia e della sua stratificata memoria, come luogo di esplorazione del sentimento contemporaneo”. Il severo rigore formale di Di Marco, in particolare, dava a ogni suo soggetto un'evidente concretezza, gli restituiva profondità e luminosità, ponendosi in continuità con la storia dell'arte e dell'umanità.
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
andrea di marco ·
flavio de marco ·
essse caff store ·
andrea di marco pegno ·
monte dei pegni di palazzo branciforte
COMMENTI

-
Dal 30 novembre 2023 al 04 febbraio 2024 Roma | Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
PIPPO RIZZO. Palermo/Roma andata e ritorno
-
Dal 29 novembre 2023 al 31 agosto 2024 Roma | Chiostro del Bramante
EMOTION. L’arte contemporanea racconta le emozioni
-
Dal 29 novembre 2023 al 28 gennaio 2024 Firenze | Cattedrale dell'Immagine
Inside Van Gogh
-
Dal 28 novembre 2023 al 10 marzo 2024 Firenze | Galleria dell’Accademia di Firenze
Pier Francesco Foschi (1502-1567). Pittore fiorentino
-
Dal 26 novembre 2023 al 01 aprile 2024 Riccione | Villa Mussolini
Robert Capa. Retrospettiva
-
Dal 25 novembre 2023 al 07 aprile 2024 Udine | Udine, Castello / Gorizia, Palazzo Attems Petzenstein
Pittori del Settecento tra Venezia e Impero. Arte attraverso i territori del Friuli Venezia Giulia