The Homo Sapiens 3
Dal 25 Febbraio 2023 al 30 Giugno 2023
Parma
Luogo: Museo d’Arte Cinese ed Etnografico
Indirizzo: Viale San Martino 8
Orari: da martedì a sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19. La domenica dalle 15 alle 19. Lunedì chiuso
Costo del biglietto: € 3 (adulti) € 1.50 (under 18) che comprende la visita alla collezione permanente
Telefono per informazioni: +39 0521 257.337
E-Mail info: mail@museocineseparma.org
Sito ufficiale: http://museocineseparma.org
Il viaggio tra gli homo sapiens iniziato due anni fa, quando il fotografo Arturo Delle Donne cominciò a ritrarre donne, uomini, bambine e bambini delle più diverse etnie, accomunati dall'esperienza di un viaggio, forse definitivo, verso l'Italia, prosegue.
Sabato 25 febbraio alle 18 inaugurerà negli spazi espositivi del Museo d’Arte Cinese di Parma la mostra fotografica “The Homo Sapiens 3” alla presenza dell’artista e della direttrice del Museo Chiara Allegri, a cui si aggiunge il contributo della compagnia teatrale Anellodebole che per l’occasione proporrà al pubblico letture scelte dall’opera “Dove nascono i temporali”.
Le 19 fotografie esposte si aggiungono alle prime quaranta già presentate al pubblico dal 2021. Rappresentano un documento unico, etnografico, indicale. Sono sia fonte, sia elaborato ultimo e definitivo per consacrare la millenaria aspirazione dell'uomo a viaggiare conservando nel cuore le proprie radici. Queste vene di identità prendono forma in elementi materici e cromatici dati dagli abiti, dagli accessori, dalle acconciature e dalla prossemica di fronte all'obiettivo fotografico.
Gli abiti in particolare, traccia denotativa di usanze, stili di vita, inclinazioni all'adattamento al luogo di origine, costituiscono un patrimonio che è conservato negli armadi di case della provincia italiana, nei bauli o nelle soffitte. Vere opere d’artigianato tradizionale che meritano di essere documentate, valorizzate, salvate dalle frange omologanti dei moti di globalizzazione.
Per questi motivi, questo progetto espositivo trova la sua prima collocazione in un museo, a dimostrazione della vena conservativa e valorizzante degli elementi antropologici evidenziati da questo lavoro fotografico, il cui primo processo è stato la ricerca, il contatto e l'incontro delle persone da fotografare. Gli abiti indossati sono proprietà e orgoglio di chi si è reso disponibile a partecipare al progetto. Il nesso tra abito e individuo fotografato è dunque biunivoco, senza l'uno non esisterebbe l'altro.
Il metodo utilizzato in questa ricerca ha comportato il passaggio da una prima fase con la ricerca delle persone da fotografare. La selezione è stata fondata sul possesso, da parte dei soggetti individuati, di un abito e accessori di proprietà. In un secondo momento si è realizzato l’incontro con il fotografo Delle Donne, all’interno del Museo d’Arte Cinese, orientato a creare un momento empatico. La prossemica davanti all’obiettivo è stata frutto della relazione creatasi tra l’artista e il soggetto, lasciando a quest’ultimo la più ampia libertà di scegliere la posa ultima dettata anche da retaggi culturali legati alla prossemica e alla profilmica.
L’obiettivo ultimo del progetto è riuscire a toccare tutti i Paesi del mondo, nelle sfumature delle diverse etnie, non spostandosi dal territorio italiano. Cercare con curiosità e rispetto ciò che alla fine, e non senza un iniziale pudore, viene mostrato all'occhio del fotografo e del pubblico.
“Con questo progetto – precisa il fotografo Arturo Delle Donne - ho voluto celebrare la diversità come una ricchezza dell’umanità, guardare oltre le differenze culturali. Scoprire il legame delle proprie origini attraverso il vestito indossato con amore, orgoglio e spesso con nostalgia. È stato soprattutto un viaggio ancestrale, un percorso formativo nei luoghi, nelle culture, nei sentimenti delle persone che ho incontrato e ritratto”.
La direttrice del Museo Chiara Allegri afferma: “Il nostro Museo si pone come obiettivo la massima divulgazione e conoscenza delle culture altre. L’espressione fotografica di tessuti, abiti, accessori, prossemiche di tante etnie differenti conferma la nostra volontà e perseveranza nella ricerca antropologica, culturale e non ultimo, umana”.
Arturo Delle Donne, nato a Napoli, laureato in biologia con dottorato di ricerca in ecologia, artista, fotografo professionista, direttore della fotografia e regista, inizia la sua attività professionale con il reportage pubblicando diversi servizi su riviste specializzate come Gente Viaggi, Mondo Sommerso ed Aqva; alcune sue foto sono state pubblicate da Whitestar/National Geographic. Si specializza poi in fotografia di moda.
È docente a contratto di fotografia presso l’Università di Parma e consulente per la divulgazione scientifica ed il documentario per Pause e la Fondazione Loris Malaguzzi di Reggio Emilia. Nel giugno 2008 vince il primo premio della qualità creativa in fotografia professionale nella categoria food, la cui prestigiosa giuria l’ha definito: “un autore di una versatilità fuori dal comune”.
Dal 2005, in collaborazione con la Solares Fondazione delle Arti di Parma, ha iniziato il progetto fotografico “Closer Portraits”: più di 80 ritratti di personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura tra cui Wim Wenders, Mario Monicelli, Ernest Borgnine, Bernardo Bertolucci, Daniel Pennac, Michelangelo Pistoletto, Hanna Schygulla, Edoardo Galeano, Gerard Depardieu, Emir Kusturica, James Ivory, Peter Greenaway e tanti altri.
Ha curato la parte iconografica del volume “Gusto Italiano” per ALMA – Scuola Internazionale di Cucina Italiana, edizioni Plan, uscito a marzo 2012. Nel 2016 collabora per le riprese del documentario “Pope Francis - A MAN OF HIS WORD”, con la regia di Wim Wenders. Grazie a questa collaborazione nell’ottobre del 2017 ha filmato le operazioni di soccorso dei migranti a bordo della Nave CP941 Diciotti della Guardia Costiera Italiana.
Ha firmato decine di campagne ADV e fashion. Nel luglio del 2019 vince il prestigioso TAOAWARD per la fotografia di moda con la seguente motivazione: “per la sua capacità di elaborare in modo personale le numerose commissioni in campo professionale e soprattutto nel mondo della moda”. Ha esposto in vari musei e sedi istituzionali tra cui il Museo del Mare di Genova, il museo di Arte moderna di Velikij Novgorod, Russia, Palazzo Pigorini a Parma, Palazzo Tupputi di Bisceglie, al Museo d’arte Cinese ed etnografico di Parma.
Sabato 25 febbraio alle 18 inaugurerà negli spazi espositivi del Museo d’Arte Cinese di Parma la mostra fotografica “The Homo Sapiens 3” alla presenza dell’artista e della direttrice del Museo Chiara Allegri, a cui si aggiunge il contributo della compagnia teatrale Anellodebole che per l’occasione proporrà al pubblico letture scelte dall’opera “Dove nascono i temporali”.
Le 19 fotografie esposte si aggiungono alle prime quaranta già presentate al pubblico dal 2021. Rappresentano un documento unico, etnografico, indicale. Sono sia fonte, sia elaborato ultimo e definitivo per consacrare la millenaria aspirazione dell'uomo a viaggiare conservando nel cuore le proprie radici. Queste vene di identità prendono forma in elementi materici e cromatici dati dagli abiti, dagli accessori, dalle acconciature e dalla prossemica di fronte all'obiettivo fotografico.
Gli abiti in particolare, traccia denotativa di usanze, stili di vita, inclinazioni all'adattamento al luogo di origine, costituiscono un patrimonio che è conservato negli armadi di case della provincia italiana, nei bauli o nelle soffitte. Vere opere d’artigianato tradizionale che meritano di essere documentate, valorizzate, salvate dalle frange omologanti dei moti di globalizzazione.
Per questi motivi, questo progetto espositivo trova la sua prima collocazione in un museo, a dimostrazione della vena conservativa e valorizzante degli elementi antropologici evidenziati da questo lavoro fotografico, il cui primo processo è stato la ricerca, il contatto e l'incontro delle persone da fotografare. Gli abiti indossati sono proprietà e orgoglio di chi si è reso disponibile a partecipare al progetto. Il nesso tra abito e individuo fotografato è dunque biunivoco, senza l'uno non esisterebbe l'altro.
Il metodo utilizzato in questa ricerca ha comportato il passaggio da una prima fase con la ricerca delle persone da fotografare. La selezione è stata fondata sul possesso, da parte dei soggetti individuati, di un abito e accessori di proprietà. In un secondo momento si è realizzato l’incontro con il fotografo Delle Donne, all’interno del Museo d’Arte Cinese, orientato a creare un momento empatico. La prossemica davanti all’obiettivo è stata frutto della relazione creatasi tra l’artista e il soggetto, lasciando a quest’ultimo la più ampia libertà di scegliere la posa ultima dettata anche da retaggi culturali legati alla prossemica e alla profilmica.
L’obiettivo ultimo del progetto è riuscire a toccare tutti i Paesi del mondo, nelle sfumature delle diverse etnie, non spostandosi dal territorio italiano. Cercare con curiosità e rispetto ciò che alla fine, e non senza un iniziale pudore, viene mostrato all'occhio del fotografo e del pubblico.
“Con questo progetto – precisa il fotografo Arturo Delle Donne - ho voluto celebrare la diversità come una ricchezza dell’umanità, guardare oltre le differenze culturali. Scoprire il legame delle proprie origini attraverso il vestito indossato con amore, orgoglio e spesso con nostalgia. È stato soprattutto un viaggio ancestrale, un percorso formativo nei luoghi, nelle culture, nei sentimenti delle persone che ho incontrato e ritratto”.
La direttrice del Museo Chiara Allegri afferma: “Il nostro Museo si pone come obiettivo la massima divulgazione e conoscenza delle culture altre. L’espressione fotografica di tessuti, abiti, accessori, prossemiche di tante etnie differenti conferma la nostra volontà e perseveranza nella ricerca antropologica, culturale e non ultimo, umana”.
Arturo Delle Donne, nato a Napoli, laureato in biologia con dottorato di ricerca in ecologia, artista, fotografo professionista, direttore della fotografia e regista, inizia la sua attività professionale con il reportage pubblicando diversi servizi su riviste specializzate come Gente Viaggi, Mondo Sommerso ed Aqva; alcune sue foto sono state pubblicate da Whitestar/National Geographic. Si specializza poi in fotografia di moda.
È docente a contratto di fotografia presso l’Università di Parma e consulente per la divulgazione scientifica ed il documentario per Pause e la Fondazione Loris Malaguzzi di Reggio Emilia. Nel giugno 2008 vince il primo premio della qualità creativa in fotografia professionale nella categoria food, la cui prestigiosa giuria l’ha definito: “un autore di una versatilità fuori dal comune”.
Dal 2005, in collaborazione con la Solares Fondazione delle Arti di Parma, ha iniziato il progetto fotografico “Closer Portraits”: più di 80 ritratti di personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura tra cui Wim Wenders, Mario Monicelli, Ernest Borgnine, Bernardo Bertolucci, Daniel Pennac, Michelangelo Pistoletto, Hanna Schygulla, Edoardo Galeano, Gerard Depardieu, Emir Kusturica, James Ivory, Peter Greenaway e tanti altri.
Ha curato la parte iconografica del volume “Gusto Italiano” per ALMA – Scuola Internazionale di Cucina Italiana, edizioni Plan, uscito a marzo 2012. Nel 2016 collabora per le riprese del documentario “Pope Francis - A MAN OF HIS WORD”, con la regia di Wim Wenders. Grazie a questa collaborazione nell’ottobre del 2017 ha filmato le operazioni di soccorso dei migranti a bordo della Nave CP941 Diciotti della Guardia Costiera Italiana.
Ha firmato decine di campagne ADV e fashion. Nel luglio del 2019 vince il prestigioso TAOAWARD per la fotografia di moda con la seguente motivazione: “per la sua capacità di elaborare in modo personale le numerose commissioni in campo professionale e soprattutto nel mondo della moda”. Ha esposto in vari musei e sedi istituzionali tra cui il Museo del Mare di Genova, il museo di Arte moderna di Velikij Novgorod, Russia, Palazzo Pigorini a Parma, Palazzo Tupputi di Bisceglie, al Museo d’arte Cinese ed etnografico di Parma.
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