Giuliana Cunéaz. Wunderkammer Digitale

Giuliana Cunéaz, Matter waves unseen, 2013. Ferro, legno, plexiglass, led, sabbia, televisore HD microcomputer e 45 sculture in argilla cruda dipinta 165 x 113,5 x 40 cm.
Dal 15 June 2025 al 15 December 2025
Vigevano | Pavia
Luogo: MANLo - Museo Archeologico Nazionale della Lomellina
Indirizzo: Piazza Ducale 20
Orari: da martedì a venerdì 9.00 – 15.00 | Sabato e domenica 9.00 – 17.00
Curatori: Piero Mezzabotta
Costo del biglietto: Biglietti Intero 5 €; Ridotto 2 €; Abbonamento annuale 10 €
Telefono per informazioni: +39 0381 72940
Sito ufficiale: http://museilombardia.cultura.gov.it
Giuliana Cunéaz, esponente di punta della new media art che sabato 7 giugno ha vinto il Primo Premio del Pubblico dell'Opline Prize International, prestigioso riconoscimento dedicato all'arte digitale, è ora protagonista di un progetto espositivo di particolare significato.
Domenica 15 giugno alle ore 15.30 s'inaugura al MANLo il Museo Archeologico Nazionale della Lomellina di Vigevano (che ha sede all'interno dello straordinario Castello Sforzesco). Wunderkammer Digitale, un progetto espositivo a cura di Piero Mezzabotta proposto sino al 15 dicembre che pone al centro la sua installazione Matter Waves Unseen
L'opera è entrata recentemente a far parte della collezione permanente del Museo nazionale dell'Arte Digitale di Milano che ha promosso numerose attività di valorizzazione in collaborazione con altri soggetti e luoghi della cultura, nell’ottica di stimolare l’interesse del pubblico nei confronti dell’arte digitale attraverso un’offerta culturale integrata ed innovativa. Dopo aver collaborato con Refik Anadol e i Masbedo, l'attuale progetto con Giuliana Cunéaz è dedicato al rapporto fra arte digitale e patrimonio storico e trova la sua collocazione in una delle più prestigiose istituzioni della Lombardia.
Matter Waves Unseen può essere letta come una vera e propria ‘camera delle meraviglie’ interpretata in chiave contemporanea. L’artista riprende la tradizione delle “wunderkammer”, raccolte di antichità e oggetti singolari, inserendo in uno stipo da collezionista piccole sculture di argilla dipinte (circa 50) in madreperla. Tra i cassetti è posizionato uno schermo al plasma nel quale scorrono le immagini realizzate con la tecnica dell’animazione 3D che mostrano onde di terra che, nel loro flusso, portano alla luce oggetti dalle forme differenti che poi vengono nuovamente inghiottiti in un processo magnetico di apparizione e sparizione. Questi elementi provenienti dal nanomondo sembrano depositarsi come forme germinali all’interno dei cassetti in una progressiva interazione che permette di scrutare l'aspetto profondo e misterioso della materia.
Interessata alle forme organiche dell’estremamente piccolo rilevate da strumenti scientifici come il microscopio elettronico, Giuliana Cunéaz ricostruisce un mondo che appartiene alla sfera dell’invisibile e ce lo mostra riflesso in una dimensione dove la componente fisica e quella virtuale sono tra loro connesse. Un'ambiguità dimostrata dalla presenza nei cassetti di un nido vuoto di vespa vasaia, ritrovato fortuitamente dall'artista che l'ha dipinto e collocato all’interno dell’opera.
Una relazione altrettanto fruttuosa si crea tra Matter Waves Unseen e i preziosi reperti del Museo Archeologico Nazionale della Lomellina, in particolare quelli appartenenti alla Collezione Strada, composta da oggetti in vetro, metallo e ceramica, prevalentemente di epoca romana e provenienti dal territorio.
Come scrive Piero Mezzabotta nella scheda che accompagna l'opera di Giuliana Cunéaz: “La necessità di creare sinergie tra diversi elementi ha spinto l’artista a elaborare un linguaggio complesso, aggiungendo alla manualità la logica dell’algoritmo per creare una continuità tra il piano dell’indagine fisica e quello virtuale. La costruzione digitale delle forme, mostrata nel video, ha costituito il punto di partenza per il processo che ha portato all’elaborazione manuale delle sculture custodite nei 14 cassetti dello stipo. In questo modo, l’artista riafferma il ruolo del disegno come strumento astratto e inventivo, capace — attraverso reticolati digitali — di esprimere il suo valore originario nella rappresentazione della realtà e del mondo, anche quando immaginario.”
Il progetto Wunderkammer Digitale di Giuliana Cunéaz presso il Museo Archeologico Nazionale della Lomellina nasce dall’accordo di valorizzazione fra la Direzione Regionale Musei Nazionali della Lombardia e il Museo nazionale dell’Arte digitale, che porterà ad arricchire l’offerta dei musei e dei luoghi della cultura lombardi con opere innovative e coinvolgenti, in dialogo con il patrimonio culturale.
Giuliana Cunéaz(Aosta, 1959)
Artista della new media art, diplomata all’Accademia Belle Arti di Torino, Cunéaz utilizza tutti i media artistici: videoinstallazione, scultura, fotografia e pittura, applicata anche su supporti inconsueti come gli schermi video. Dall’inizio degli anni 2000 l’artista usa la computer grafica per realizzare i suoi lavori d’arte. Nel 2004 è stata tra i primi artisti a impiegare la tecnica del 3D nell’ambito di una ricerca d’indagine incentrata sul rapporto tra scienza e tecnologia. Le sue sperimentazioni coniugano principalmente gli aspetti virtuali della ricerca artistica con quelli oggettivi del plasmare la materia.
Domenica 15 giugno alle ore 15.30 s'inaugura al MANLo il Museo Archeologico Nazionale della Lomellina di Vigevano (che ha sede all'interno dello straordinario Castello Sforzesco). Wunderkammer Digitale, un progetto espositivo a cura di Piero Mezzabotta proposto sino al 15 dicembre che pone al centro la sua installazione Matter Waves Unseen
L'opera è entrata recentemente a far parte della collezione permanente del Museo nazionale dell'Arte Digitale di Milano che ha promosso numerose attività di valorizzazione in collaborazione con altri soggetti e luoghi della cultura, nell’ottica di stimolare l’interesse del pubblico nei confronti dell’arte digitale attraverso un’offerta culturale integrata ed innovativa. Dopo aver collaborato con Refik Anadol e i Masbedo, l'attuale progetto con Giuliana Cunéaz è dedicato al rapporto fra arte digitale e patrimonio storico e trova la sua collocazione in una delle più prestigiose istituzioni della Lombardia.
Matter Waves Unseen può essere letta come una vera e propria ‘camera delle meraviglie’ interpretata in chiave contemporanea. L’artista riprende la tradizione delle “wunderkammer”, raccolte di antichità e oggetti singolari, inserendo in uno stipo da collezionista piccole sculture di argilla dipinte (circa 50) in madreperla. Tra i cassetti è posizionato uno schermo al plasma nel quale scorrono le immagini realizzate con la tecnica dell’animazione 3D che mostrano onde di terra che, nel loro flusso, portano alla luce oggetti dalle forme differenti che poi vengono nuovamente inghiottiti in un processo magnetico di apparizione e sparizione. Questi elementi provenienti dal nanomondo sembrano depositarsi come forme germinali all’interno dei cassetti in una progressiva interazione che permette di scrutare l'aspetto profondo e misterioso della materia.
Interessata alle forme organiche dell’estremamente piccolo rilevate da strumenti scientifici come il microscopio elettronico, Giuliana Cunéaz ricostruisce un mondo che appartiene alla sfera dell’invisibile e ce lo mostra riflesso in una dimensione dove la componente fisica e quella virtuale sono tra loro connesse. Un'ambiguità dimostrata dalla presenza nei cassetti di un nido vuoto di vespa vasaia, ritrovato fortuitamente dall'artista che l'ha dipinto e collocato all’interno dell’opera.
Una relazione altrettanto fruttuosa si crea tra Matter Waves Unseen e i preziosi reperti del Museo Archeologico Nazionale della Lomellina, in particolare quelli appartenenti alla Collezione Strada, composta da oggetti in vetro, metallo e ceramica, prevalentemente di epoca romana e provenienti dal territorio.
Come scrive Piero Mezzabotta nella scheda che accompagna l'opera di Giuliana Cunéaz: “La necessità di creare sinergie tra diversi elementi ha spinto l’artista a elaborare un linguaggio complesso, aggiungendo alla manualità la logica dell’algoritmo per creare una continuità tra il piano dell’indagine fisica e quello virtuale. La costruzione digitale delle forme, mostrata nel video, ha costituito il punto di partenza per il processo che ha portato all’elaborazione manuale delle sculture custodite nei 14 cassetti dello stipo. In questo modo, l’artista riafferma il ruolo del disegno come strumento astratto e inventivo, capace — attraverso reticolati digitali — di esprimere il suo valore originario nella rappresentazione della realtà e del mondo, anche quando immaginario.”
Il progetto Wunderkammer Digitale di Giuliana Cunéaz presso il Museo Archeologico Nazionale della Lomellina nasce dall’accordo di valorizzazione fra la Direzione Regionale Musei Nazionali della Lombardia e il Museo nazionale dell’Arte digitale, che porterà ad arricchire l’offerta dei musei e dei luoghi della cultura lombardi con opere innovative e coinvolgenti, in dialogo con il patrimonio culturale.
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