Nello Petrucci. Bridging Borders

Nello Petrucci, Hell
Dal 7 November 2023 al 17 November 2023
Roma
Luogo: Complesso Vicolo Di Valdina - Camera dei Deputati
Indirizzo: Piazza in Campo Marzio 42
Orari: dal lunedì al venerdì, dalle ore 11:00 alle ore 19:30 (ultimo ingresso ore 19:00)
Curatori: Chiara Canali
Costo del biglietto: ingresso gratuito
L’arte messaggera di pace, strumento universale di abbattimento di confini ideologici, politici e religiosi e richiamo alle responsabilità collettiva. Con questa filosofia l’artista Nello Petrucci ha presentato questa mattina la sua mostra Bridging Borders nella sede della Camera dei Deputati a Palazzo Valdina a Roma, con il patrocinio del Ministero della Cultura.
L’esposizione, curata da Chiara Canali e prodotta da Art And Change Impresa Sociale Srls, resterà aperta sino al 17 novembre, con 5 opere realizzate dall’artista originario di Pompei e molto attivo sia in Italia sia all’estero. La mostra presentata a Roma, che ha come focus le guerre nel mondo, in particolare il conflitto Russo-Ucraino e quella tra Israele e Palestina, prosegue un percorso iniziato lo scorso settembre, quando è stata ospitata dal Parlamento europeo a Bruxelles. Petrucci, durante l’inaugurazione della mostra a Roma, ha svelato un ulteriore importante tappa del suo percorso artistico, che lo condurrà ad aprile 2024 ad esporre le sue opere anche alla Biennale di Venezia.
Bridging Borders vede nella grande tela a tecnica mista di collage e halftone intitolata Hell, e nella scultura Velo, le due massime espressioni del pensiero di Petrucci attorno al tema della guerra. L’opera Hell, ispirata alla celebre fotografia del portoghese André Luis Alves scattata a Leopoli durante la attuale guerra tra Russia e Ucraina, racchiude un'immagine silenziosa del conflitto, un inferno che riapre improvvisamente ferite e trascina l’Europa nel dolore. Al centro della tela, la statua di legno di Gesù Cristo, uno dei principali simboli della Chiesa armena e di Leopoli, viene portata fuori dall’edificio per essere conservata in un bunker e proteggerla. L’esortazione di Petrucci è l’invito a recuperare un senso di cultura capace di mettere in salvo l’umanità da sé stessa e dalla devastazione di cui è artefice.
Il messaggio di pace di Petrucci si fa vibrante anche nella scultura in resina Velo (2023), esposta per la prima volta al pubblico in Italia e dedicata soprattutto alla memoria della giovane iraniana Mahsa Amini, uccisa lo scorso anno dalla polizia di Teheran per aver indossato male l’hijab. L’opera è anche un tributo alle vittime della resistenza iraniana e a coloro che lottano per la libertà, per la giustizia, contro ogni genere di oppressione e violenza. “In Italia – ha anche sottolineato Petrucci – abbiamo la fortuna di non vivere sotto le bombe, ma questa scultura è dedicata anche alle donne che vivono in guerra ogni giorno, sempre più vittime di femminicidio con dati estremamente preoccupanti. Anche a loro, ingiustamente violate, maltrattate, offese e uccise, rivolgo il mio pensiero e la mia arte”.
L’esposizione, curata da Chiara Canali e prodotta da Art And Change Impresa Sociale Srls, resterà aperta sino al 17 novembre, con 5 opere realizzate dall’artista originario di Pompei e molto attivo sia in Italia sia all’estero. La mostra presentata a Roma, che ha come focus le guerre nel mondo, in particolare il conflitto Russo-Ucraino e quella tra Israele e Palestina, prosegue un percorso iniziato lo scorso settembre, quando è stata ospitata dal Parlamento europeo a Bruxelles. Petrucci, durante l’inaugurazione della mostra a Roma, ha svelato un ulteriore importante tappa del suo percorso artistico, che lo condurrà ad aprile 2024 ad esporre le sue opere anche alla Biennale di Venezia.
Bridging Borders vede nella grande tela a tecnica mista di collage e halftone intitolata Hell, e nella scultura Velo, le due massime espressioni del pensiero di Petrucci attorno al tema della guerra. L’opera Hell, ispirata alla celebre fotografia del portoghese André Luis Alves scattata a Leopoli durante la attuale guerra tra Russia e Ucraina, racchiude un'immagine silenziosa del conflitto, un inferno che riapre improvvisamente ferite e trascina l’Europa nel dolore. Al centro della tela, la statua di legno di Gesù Cristo, uno dei principali simboli della Chiesa armena e di Leopoli, viene portata fuori dall’edificio per essere conservata in un bunker e proteggerla. L’esortazione di Petrucci è l’invito a recuperare un senso di cultura capace di mettere in salvo l’umanità da sé stessa e dalla devastazione di cui è artefice.
Il messaggio di pace di Petrucci si fa vibrante anche nella scultura in resina Velo (2023), esposta per la prima volta al pubblico in Italia e dedicata soprattutto alla memoria della giovane iraniana Mahsa Amini, uccisa lo scorso anno dalla polizia di Teheran per aver indossato male l’hijab. L’opera è anche un tributo alle vittime della resistenza iraniana e a coloro che lottano per la libertà, per la giustizia, contro ogni genere di oppressione e violenza. “In Italia – ha anche sottolineato Petrucci – abbiamo la fortuna di non vivere sotto le bombe, ma questa scultura è dedicata anche alle donne che vivono in guerra ogni giorno, sempre più vittime di femminicidio con dati estremamente preoccupanti. Anche a loro, ingiustamente violate, maltrattate, offese e uccise, rivolgo il mio pensiero e la mia arte”.
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