Teatri di Guerra. Fotografie di Luca Campigotto
Dal 31 Maggio 2014 al 30 Luglio 2014
Roma
Luogo: Complesso del Vittoriano
Indirizzo: piazza D'Aracoeli 1
Orari: lun-gio 9.30-18.30; ven-sab-dom 9.30-19.30
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 6780664 - 6780363
E-Mail info: p.polidoro@comunicareorganizzando.it
Sito ufficiale: http://www.centenario1914-1918.it/2014/05/28/a-roma-la-mostra-teatri-di-guerra-fotografie-di-luca-campigotto/
Gole di pietra, pinnacoli, strapiombi e pareti di roccia tra le Alpi, per anni rifugio e appostamento dei nostri soldati durante il Primo conflitto mondiale, diventano protagonisti della mostra ‘Teatri di guerra - fotografie di Luca Campigotto’.
Dalle Dolomiti, al Carso, dall’Adamello fino al Pasubio, a ripercorrere, con le immagini, l’impresa compiuta un secolo fa dall’esercito italiano, arroccato sulle montagne per difendere e presidiare, troppo spesso inutilmente, postazioni e confini.
Un viaggio a ritroso nel tempo e nei luoghi, seguendo camminamenti, mulattiere e gallerie, entrando nei bunker e nelle caverne, tra scenari impervi e quasi inaccessibili.
Il paesaggio brullo, eppure tragicamente maestoso, è documento indelebile degli anni sanguinosi tra il 1915 e il 1918 che, ancora oggi, nella sua nudità segnata dai soli resti di quegli scontri - rotoli di filo spinato, croci, frammenti di trincee e baracche - restituisce tutto il disagio, le sofferenze e i drammi vissuti al fronte.
Sono immagini scarne, intense, quasi cinematografiche, nell’imponenza silenziosa di uno scenario, come talvolta nella sua desolazione, nell’abbandono che sembra repentino e appena di ieri, nelle testimonianze fisiche che sono come cicatrici.
Ciò è la conferma che la Grande Guerra non è dimenticata, non è da dimenticare, ma può e deve ancora far parte della nostra storia, della nostra identità. E il dovere di un Paese consapevole è proprio quello di raccoglierne le tracce e le memorie, di averne cura, di studiarle, di renderle note.
Proprio questo è l'obiettivo della Presidenza del Consiglio, che sta lavorando sul progetto ambizioso di mettere in rete tutte le testimonianze sul tema, di renderle di nuovo vive attraverso i restauri, i riallestimenti museali, lo studio accurato delle topografie, la pubblicazione di ricerche e di documenti, approfondimenti e attività culturali che comprendano la storia e la storiografia, l’arte, la fotografia, la cinematografia, ogni forma di espressione e di possibile recupero. Con l’intento di creare, al termine dei quattro anni di commemorazioni, un ideale ‘Memoriale della Grande Guerra’, come contenitore virtuale di documenti tangibili e luoghi reali, dove tutti i materiali studiati e le scoperte fatte possano restare a disposizione delle future generazioni.
Luca Campigotto, nato a Venezia il 23 febbraio 1962, è un fotografo italiano di fama internazionale che vive e lavora tra Milano e New York. Laureato in storia moderna con una tesi sull'epoca delle grandi scoperte geografiche, dagli anni Novanta ha legato la propria ricerca al tema del viaggio, realizzando progetti a colori e in bianco e nero sulle città su grandi scenari paesistici. I lavori principali sono dedicati a Venezia, il Cairo, ai paesaggi di montagna della Grande Guerra, New York e Chicago. Ha esposto al Mois de la Photo e MEP, Parigi; Somerset House, Londra; Galleria Gottardo, Lugano; IVAM, Valencia; The Art Museum, Miami; The Warehouse, Miami; CCA, Montreal; Biennale di Venezia e Museo Fortuny, Venezia; MAXXI, Roma; Festival della Fotografia, Roma; MART, Rovereto.
Dalle Dolomiti, al Carso, dall’Adamello fino al Pasubio, a ripercorrere, con le immagini, l’impresa compiuta un secolo fa dall’esercito italiano, arroccato sulle montagne per difendere e presidiare, troppo spesso inutilmente, postazioni e confini.
Un viaggio a ritroso nel tempo e nei luoghi, seguendo camminamenti, mulattiere e gallerie, entrando nei bunker e nelle caverne, tra scenari impervi e quasi inaccessibili.
Il paesaggio brullo, eppure tragicamente maestoso, è documento indelebile degli anni sanguinosi tra il 1915 e il 1918 che, ancora oggi, nella sua nudità segnata dai soli resti di quegli scontri - rotoli di filo spinato, croci, frammenti di trincee e baracche - restituisce tutto il disagio, le sofferenze e i drammi vissuti al fronte.
Sono immagini scarne, intense, quasi cinematografiche, nell’imponenza silenziosa di uno scenario, come talvolta nella sua desolazione, nell’abbandono che sembra repentino e appena di ieri, nelle testimonianze fisiche che sono come cicatrici.
Ciò è la conferma che la Grande Guerra non è dimenticata, non è da dimenticare, ma può e deve ancora far parte della nostra storia, della nostra identità. E il dovere di un Paese consapevole è proprio quello di raccoglierne le tracce e le memorie, di averne cura, di studiarle, di renderle note.
Proprio questo è l'obiettivo della Presidenza del Consiglio, che sta lavorando sul progetto ambizioso di mettere in rete tutte le testimonianze sul tema, di renderle di nuovo vive attraverso i restauri, i riallestimenti museali, lo studio accurato delle topografie, la pubblicazione di ricerche e di documenti, approfondimenti e attività culturali che comprendano la storia e la storiografia, l’arte, la fotografia, la cinematografia, ogni forma di espressione e di possibile recupero. Con l’intento di creare, al termine dei quattro anni di commemorazioni, un ideale ‘Memoriale della Grande Guerra’, come contenitore virtuale di documenti tangibili e luoghi reali, dove tutti i materiali studiati e le scoperte fatte possano restare a disposizione delle future generazioni.
Luca Campigotto, nato a Venezia il 23 febbraio 1962, è un fotografo italiano di fama internazionale che vive e lavora tra Milano e New York. Laureato in storia moderna con una tesi sull'epoca delle grandi scoperte geografiche, dagli anni Novanta ha legato la propria ricerca al tema del viaggio, realizzando progetti a colori e in bianco e nero sulle città su grandi scenari paesistici. I lavori principali sono dedicati a Venezia, il Cairo, ai paesaggi di montagna della Grande Guerra, New York e Chicago. Ha esposto al Mois de la Photo e MEP, Parigi; Somerset House, Londra; Galleria Gottardo, Lugano; IVAM, Valencia; The Art Museum, Miami; The Warehouse, Miami; CCA, Montreal; Biennale di Venezia e Museo Fortuny, Venezia; MAXXI, Roma; Festival della Fotografia, Roma; MART, Rovereto.
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