Segantini. La memoria delle immagini
Dal 24 Marzo 2013 al 09 Giugno 2013
Arco | Trento
Luogo: Galleria civica G. Segantini
Indirizzo: via Segantini 9
Telefono per informazioni: +39 0464 573869
E-Mail info: info@museoaltogarda.it
Sito ufficiale: http://www.museoaltogarda.it
Con la riapertura della Galleria Civica G. Segantini, spazio permanente dedicato al pittore arcense, verrà dato il via il 23 marzo alle 18 all'attività espositiva 2013 del Mag Museo Alto Garda, forte di una preziosa collaborazione instaurata con il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.
Il Mag intende, infatti, basarsi su un lavoro di regia che permetta la costruzione di percorsi culturali che vadano a rappresentare la realtà del territorio, invitando a intervenire in questo processo i soggetti provinciali che possano contribuire alla realizzazione ottimale di tale obiettivo, anche in un'ottica di economia di scala e di manifestazione concreta del concetto di sistema.
Il Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto fornirà un importante apporto in questo nuovo corso del Mag, in primis mettendo a disposizione alcune opere della sua collezione Segantini, che andranno ad abitare la Galleria civica G. Segantini di Arco dedicata al pittore divisionista, e nella curatela della mostra Segantini. La memoria delle immagini.
Cosa decide la fortuna di un artista? Il suo talento, la qualità delle opere. Certamente sono fattori determinanti, ma altrettanto rilevante è la conoscenza e la diffusione del suo lavoro.
A tale scopo fra fine '800 e i primi anni del '900 si organizzano, ad esempio, le grandi esposizioni internazionali d’arte. Le Secessioni nascono soprattutto come organizzazioni in grado di fornire spazi espositivi alle forze artistiche più giovani escluse dai Salons ufficiali.
Un altro strumento determinante era rappresentato dai cataloghi d’arte e dalle monografie che sanciscono l’affermazione, talvolta la consacrazione di un artista.
Nel caso di Segantini la sua fortuna critica venne costruita “a tavolino” mentre era ancora in vita, dall’amico gallerista Vittore Grubicy, il cui archivio storico è oggi depositato al Mart, grazie proprio alla diffusione delle immagini delle sue opere.
Fra gli strumenti della sua valorizzazione, oltre alle partecipazioni alle mostre internazionali, Grubicy finanziò la realizzazione di preziosi portfolii fra cui quello decorato da Bugatti, oggi conservato al Mart, che raccoglie le riproduzioni delle opere segantiniane eseguite da uno studio fotografico storico come quello milanese di Pagliano Ricordi.
La destinazione d’uso delle riproduzioni delle sue opere era finalizzata non solo ai cataloghi d’arte ma anche alla vendita di tavole sciolte, o alla creazione di album di lusso.
Un vero e proprio volume di lusso è la monografia di Franz Servaes, edita nel 1902 dal Ministero per la cultura e l’istruzione di Vienna, per onorare la memoria di un illustre suddito dell’Impero austroungarico. Si tratta di un vero e proprio libro d’arte con quella accuratezza nella copertina e nella rilegatura che connotava l’ambiente secessionista. Il volume raccoglie le riproduzioni delle opere di Segantini in bianco e nero e le prime tavole a colori, realizzate dalle stamperie imperiali di Vienna.
In mostra accanto al volume, oggi conservato nel fondo storico della ricca Biblioteca civica di Arco, le tavole sciolte provenienti dalle collezioni del Mart, probabilmente raccolte dai figli Mario e Gottardo, che dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 1899, si adoperarono per pubblicare i suoi lavori, soprattutto in area tedesca e svizzera.
Dopo la monografia del 1913, poi ristampata in più edizioni, con l’introduzione di Gottardo, seguono numerose tavole in bianco e nero e a colori, riprodotte dalle celeberrime case editrici tedesche Photographische Union di Monaco di Baviera e Bruckmann, a cui si devono le principali raccolte di Photogravure dei grandi maestri dell’antichità e della contemporaneità.
Accanto alle grandi tavole di Bruckmann con le riproduzioni quasi fac-similari dei più importanti capolavori segantiniani, destinate non solo all’editoria, ma anche alla vendita, in mostra sono esposte pure le piccole acqueforti realizzate dai figli Gottardo e Mario, conservate al Mart, concepite come cartolina postale.
Partendo dallo stretto legame fra la fortuna critica di un autore e le sue modalità di riproduzione, la mostra intende sollecitare alcune riflessioni non solo sul tema della valorizzazione degli artisti o su quello della riproducibilità dell’opera d’arte, ma aprirsi a questioni più contemporanee legate ai concetti di dominio pubblico, di opera libera, dell’open source, che oggi nell’era di Wikipedia, vera e propria enciclopedia di informazioni, testi e immagini a contenuto libero oltre che ad accesso libero, sono sempre più di dominio pubblico, appunto.
L’iniziativa espositiva intende assumere anche una valenza attiva nel proseguire l’opera di valorizzazione e diffusione del lavoro di Segantini, non solo attraverso l’esposizione di queste testimonianze, ma proponendo anche un intervento “attivo” su Wikipedia con l’aggiornamento dei testi relativi ad alcune parole chiave della mostra, e la messa in rete delle immagini delle riproduzioni fotografiche esposte in mostra, favorendo così confronti, ricerche e studi futuri.
Nello spazio permanente dedicato al maestro arcense, che periodicamente si avvale di importanti prestiti nell'ottica di valorizzazione delle collezioni provinciali, verranno esposte le opere di Giovanni Segantini appartenenti alla collezione del Mart Vacca, 1886-1887 (matita e pastello su carta, 62,5 x 86,5 cm), Ortensie, 1880-1882 (olio su tela, 50 x 100 cm), Il campanaro, 1879-1880 (olio su tela, 140 x 70 cm), All'arcolaio, 1892 (matita su carta, 16 x 24,9 cm).
Il Mag intende, infatti, basarsi su un lavoro di regia che permetta la costruzione di percorsi culturali che vadano a rappresentare la realtà del territorio, invitando a intervenire in questo processo i soggetti provinciali che possano contribuire alla realizzazione ottimale di tale obiettivo, anche in un'ottica di economia di scala e di manifestazione concreta del concetto di sistema.
Il Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto fornirà un importante apporto in questo nuovo corso del Mag, in primis mettendo a disposizione alcune opere della sua collezione Segantini, che andranno ad abitare la Galleria civica G. Segantini di Arco dedicata al pittore divisionista, e nella curatela della mostra Segantini. La memoria delle immagini.
Cosa decide la fortuna di un artista? Il suo talento, la qualità delle opere. Certamente sono fattori determinanti, ma altrettanto rilevante è la conoscenza e la diffusione del suo lavoro.
A tale scopo fra fine '800 e i primi anni del '900 si organizzano, ad esempio, le grandi esposizioni internazionali d’arte. Le Secessioni nascono soprattutto come organizzazioni in grado di fornire spazi espositivi alle forze artistiche più giovani escluse dai Salons ufficiali.
Un altro strumento determinante era rappresentato dai cataloghi d’arte e dalle monografie che sanciscono l’affermazione, talvolta la consacrazione di un artista.
Nel caso di Segantini la sua fortuna critica venne costruita “a tavolino” mentre era ancora in vita, dall’amico gallerista Vittore Grubicy, il cui archivio storico è oggi depositato al Mart, grazie proprio alla diffusione delle immagini delle sue opere.
Fra gli strumenti della sua valorizzazione, oltre alle partecipazioni alle mostre internazionali, Grubicy finanziò la realizzazione di preziosi portfolii fra cui quello decorato da Bugatti, oggi conservato al Mart, che raccoglie le riproduzioni delle opere segantiniane eseguite da uno studio fotografico storico come quello milanese di Pagliano Ricordi.
La destinazione d’uso delle riproduzioni delle sue opere era finalizzata non solo ai cataloghi d’arte ma anche alla vendita di tavole sciolte, o alla creazione di album di lusso.
Un vero e proprio volume di lusso è la monografia di Franz Servaes, edita nel 1902 dal Ministero per la cultura e l’istruzione di Vienna, per onorare la memoria di un illustre suddito dell’Impero austroungarico. Si tratta di un vero e proprio libro d’arte con quella accuratezza nella copertina e nella rilegatura che connotava l’ambiente secessionista. Il volume raccoglie le riproduzioni delle opere di Segantini in bianco e nero e le prime tavole a colori, realizzate dalle stamperie imperiali di Vienna.
In mostra accanto al volume, oggi conservato nel fondo storico della ricca Biblioteca civica di Arco, le tavole sciolte provenienti dalle collezioni del Mart, probabilmente raccolte dai figli Mario e Gottardo, che dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 1899, si adoperarono per pubblicare i suoi lavori, soprattutto in area tedesca e svizzera.
Dopo la monografia del 1913, poi ristampata in più edizioni, con l’introduzione di Gottardo, seguono numerose tavole in bianco e nero e a colori, riprodotte dalle celeberrime case editrici tedesche Photographische Union di Monaco di Baviera e Bruckmann, a cui si devono le principali raccolte di Photogravure dei grandi maestri dell’antichità e della contemporaneità.
Accanto alle grandi tavole di Bruckmann con le riproduzioni quasi fac-similari dei più importanti capolavori segantiniani, destinate non solo all’editoria, ma anche alla vendita, in mostra sono esposte pure le piccole acqueforti realizzate dai figli Gottardo e Mario, conservate al Mart, concepite come cartolina postale.
Partendo dallo stretto legame fra la fortuna critica di un autore e le sue modalità di riproduzione, la mostra intende sollecitare alcune riflessioni non solo sul tema della valorizzazione degli artisti o su quello della riproducibilità dell’opera d’arte, ma aprirsi a questioni più contemporanee legate ai concetti di dominio pubblico, di opera libera, dell’open source, che oggi nell’era di Wikipedia, vera e propria enciclopedia di informazioni, testi e immagini a contenuto libero oltre che ad accesso libero, sono sempre più di dominio pubblico, appunto.
L’iniziativa espositiva intende assumere anche una valenza attiva nel proseguire l’opera di valorizzazione e diffusione del lavoro di Segantini, non solo attraverso l’esposizione di queste testimonianze, ma proponendo anche un intervento “attivo” su Wikipedia con l’aggiornamento dei testi relativi ad alcune parole chiave della mostra, e la messa in rete delle immagini delle riproduzioni fotografiche esposte in mostra, favorendo così confronti, ricerche e studi futuri.
Nello spazio permanente dedicato al maestro arcense, che periodicamente si avvale di importanti prestiti nell'ottica di valorizzazione delle collezioni provinciali, verranno esposte le opere di Giovanni Segantini appartenenti alla collezione del Mart Vacca, 1886-1887 (matita e pastello su carta, 62,5 x 86,5 cm), Ortensie, 1880-1882 (olio su tela, 50 x 100 cm), Il campanaro, 1879-1880 (olio su tela, 140 x 70 cm), All'arcolaio, 1892 (matita su carta, 16 x 24,9 cm).
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