Convito di vetro
Dal 14 Settembre 2024 al 14 Settembre 2024
Venezia
Luogo: Gallerie dell'Accademia di Venezia
Indirizzo: Calle della Carità - Dorsoduro 1050
Orari: Lun 8.15 - 14 | Mar - Dom 8.15 - 19.15
Curatori: Sung Moon Cho
Sito ufficiale: http://www.gallerieaccademia.it
In occasione della Venice Glass Week, le Gallerie dell’Accademia di Venezia aprono di nuovo le porte al vetro muranese da oggi, sabato 14 settembre, fino al 3 novembre 2024 con la mostra Convito di vetro, realizzata in collaborazione con la Pentagram Stiftung e curata da Sung Moon Cho, storica dell’arte specializzata in servizi da tavola del Novecento.
Si tratta di un’installazione monumentale e site-specific: una tavola maestosa sulla quale sono esposti più di 200 manufatti disegnati da 27 artisti e realizzati a Murano nel corso di circa cento anni. La tavola verrà allestita davanti a uno dei capolavori assoluti del museo, il celebre telero Convito in casa di Levi di Paolo Veronese (1573), che raffigura una delle scene di banchetto più emblematiche della storia dell’arte moderna. L’opera era stata concepita per rappresentare l’Ultima Cena, ma fu oggetto di censura da parte del Sant’Uffizio che accusò il pittore di eresia per aver trattato senza il giusto decoro il tema religioso. Da qui il titolo, con cui tutti oggi conosciamo il dipinto, Convito in casa di Levi.
«Un appuntamento imperdibile, che – come osserva il direttore delle Gallerie dell’Accademia Giulio Manieri Elia – si configura come un intenzionale omaggio a Paolo Veronese e alla collezione permanente del museo, ma anche come una riflessione, attraverso gli oggetti, sulla grande tradizione artistica, artigianale e industriale di Venezia».
Dopo il grande successo delle mostre Ritsue Mishima – Glass Works e Laura de Santillana, oltre la materia, insignite entrambe del Premio Fondazione di Venezia, l’originale rassegna Convito di vetro ripercorre la storia moderna dei servizi da tavola muranesi, a partire dalla ripresa dei modelli classici all’inizio del XX secolo fino ai giorni nostri, analizzandone l’evoluzione dinamica, e ponendo le preziose creazioni in un inedito dialogo con il Convito di Veronese. Murano, fin dall’inizio dell’attività dell’isola, ebbe un ruolo fondamentale nell’arte del vetro da tavola, in particolare nei secoli XV-XVI, quando le fornaci muranesi tradussero in vetro il puro linguaggio classico, ampliando al contempo la gamma degli oggetti da tavola. Nei dipinti veneziani rinascimentali, di cui alcuni notevoli esempi sono conservati alle Gallerie, si possono osservare diversi modelli, quali bicchieri, calici, brocche, caraffe, piatti, coppe, compostiere, che ispirarono, all’inizio del XX secolo, una rinascita estetica che contraddistinse il vetro da tavola di Murano.
Nella sala X delle Gallerie, dedicata proprio a Paolo Veronese, la tavola, coperta da una tovaglia bianca che richiama quella raffigurata nel dipinto del maestro, presenta più di 200 manufatti disegnati da 27 artisti e realizzati da varie fornaci muranesi nel corso del XX e XXI secolo.
Come sottolinea la curatrice Sung Moon Cho, «le opere, provenienti sia da collezioni pubbliche che private, sono state selezionate come esemplari rappresentativi per ciascun decennio. Si tratta non solo degli elementi principali di un servizio (calici, bicchieri, caraffe, bottiglie, brocche), ma anche di accessori come vasi, coppe, candelieri, saliere, alzate, piatti, bomboniere. Inoltre, fiori, frutta e ortaggi, tutti realizzati in vetro di Murano». Le lastre di vetro su cui sono allestiti i servizi esaltano il riflesso e i colori scintillanti del vetro e l'intera installazione dialoga visivamente con la mensa fastosa dipinta dal maestro del colore del Rinascimento veneziano.
Raggruppate in 32 servizi, le creazioni sono disposte sulla tavola in ordine cronologico, invitando i visitatori all’osservazione in senso orario, seguendo passo dopo passo l’evoluzione straordinaria dei vetri da tavola di Murano. La prima sezione è dedicata alla V.S.M. Cappellin Venini & C., fondata nel 1921 e protagonista del primo movimento di modernizzazione. Sensibili al nuovo interesse per il linguaggio classico e consapevoli del cambiamento di gusto verso la sobrietà che stava dominando le nuove residenze borghesi, Paolo Venini e Giacomo Cappellin diedero vita a un nuovo repertorio di servizi da tavola in vetro, dalle forme semplici e di grande raffinatezza, in un evidente richiamo alla tradizione vetraria del Cinquecento.
La sezione successiva è dedicata agli anni Trenta, periodo in cui il gusto stava evidentemente evolvendo verso forme più geometriche nonché colori vivaci e audaci, grazie all’apporto di due grandi artisti quali Carlo Scarpa e Napoleone Martinuzzi. Entrambi diedero un notevole contributo alla rinascita del vetro da tavola, sperimentando e reinventando varie tecniche antiche di Murano, come è evidente nei portacandele Fungo in vetro sommerso o corroso, nel servizio in mezza filigrana o nella coppa interamente realizzata in pasta vitrea rossa.
Nei decenni successivi alla Seconda Guerra mondiale e fino agli anni Ottanta, la creatività di designer italiani e stranieri rivitalizzò la produzione di oggetti da tavola in vetro a Murano, come dimostra la terza sezione: la fornace di Paolo Venini svolse un ruolo pionieristico nell'instaurare un legame tra design e artigianato, collaborando con importanti designer milanesi come Gio Ponti.
Per il periodo che va dagli anni Novanta a oggi, la mostra presenta artisti dai profili più diversi, che contribuirono a rendere attuali i servizi muranesi: l’ultima sezione presenta designer oggi attivi e particolarmente legati alla tradizione dell'isola, come Stories of Italy, T Sakhi – Tara & Tessa Sakhi e YALI Glass, i cui oggetti, adattati alle esigenze contemporanee, consentono di apprezzare la qualità e la storia dell'artigianato muranese nella vita quotidiana. Lilla Tabasso (1973) e Bruno Amadi (1946) decorano il centro della tavola con fiori e verdure dalle forme meravigliosamente realistiche, frutto della lavorazione a lume.
La curatrice della mostra Sung Moon Cho ha condotto le sue ricerche sui vetri da tavola muranesi tra le due guerre nell'ambito della borsa di studio assegnata dal Centro Studi del Vetro della Fondazione Cini di Venezia, e poi sull'industria del vetro utilitario in Italia nello stesso periodo nell'ambito della Rakow Grant assegnata dal Corning Museum of Glass.
La mostra è accompagnata dal piccolo catalogo pubblicato da b-r-u-n-o.it (Venezia) e curato da Sung Moon Cho con il coordinamento di Francesca Nisii.
Parallelamente alla rassegna alle Gallerie dell'Accademia, presso il Centro Studi del Vetro della Fondazione Giorgio Cini sarà esposta una selezione di documenti d’archivio relativi alla produzione di vetri da tavola muranesi del Novecento, in modo da offrire una visione più completa di questa affascinante storia.
In occasione delle aperture serali estive, sabato 14 settembre le Gallerie dell'Accademia di Venezia resteranno eccezionalmente aperte fino alle 23.15 (ultimo ingresso alle ore 22.15). L'apertura al pubblico del Convito di vetro è prevista alle ore 16.00; seguiranno delle visite guidate gratuite, con la curatrice Sung Moon Cho alle 16.15 e alle 17.00 e con un esperto del museo alle 20.00, alle 21.00 (in inglese) e alle 22.00.
Si tratta di un’installazione monumentale e site-specific: una tavola maestosa sulla quale sono esposti più di 200 manufatti disegnati da 27 artisti e realizzati a Murano nel corso di circa cento anni. La tavola verrà allestita davanti a uno dei capolavori assoluti del museo, il celebre telero Convito in casa di Levi di Paolo Veronese (1573), che raffigura una delle scene di banchetto più emblematiche della storia dell’arte moderna. L’opera era stata concepita per rappresentare l’Ultima Cena, ma fu oggetto di censura da parte del Sant’Uffizio che accusò il pittore di eresia per aver trattato senza il giusto decoro il tema religioso. Da qui il titolo, con cui tutti oggi conosciamo il dipinto, Convito in casa di Levi.
«Un appuntamento imperdibile, che – come osserva il direttore delle Gallerie dell’Accademia Giulio Manieri Elia – si configura come un intenzionale omaggio a Paolo Veronese e alla collezione permanente del museo, ma anche come una riflessione, attraverso gli oggetti, sulla grande tradizione artistica, artigianale e industriale di Venezia».
Dopo il grande successo delle mostre Ritsue Mishima – Glass Works e Laura de Santillana, oltre la materia, insignite entrambe del Premio Fondazione di Venezia, l’originale rassegna Convito di vetro ripercorre la storia moderna dei servizi da tavola muranesi, a partire dalla ripresa dei modelli classici all’inizio del XX secolo fino ai giorni nostri, analizzandone l’evoluzione dinamica, e ponendo le preziose creazioni in un inedito dialogo con il Convito di Veronese. Murano, fin dall’inizio dell’attività dell’isola, ebbe un ruolo fondamentale nell’arte del vetro da tavola, in particolare nei secoli XV-XVI, quando le fornaci muranesi tradussero in vetro il puro linguaggio classico, ampliando al contempo la gamma degli oggetti da tavola. Nei dipinti veneziani rinascimentali, di cui alcuni notevoli esempi sono conservati alle Gallerie, si possono osservare diversi modelli, quali bicchieri, calici, brocche, caraffe, piatti, coppe, compostiere, che ispirarono, all’inizio del XX secolo, una rinascita estetica che contraddistinse il vetro da tavola di Murano.
Nella sala X delle Gallerie, dedicata proprio a Paolo Veronese, la tavola, coperta da una tovaglia bianca che richiama quella raffigurata nel dipinto del maestro, presenta più di 200 manufatti disegnati da 27 artisti e realizzati da varie fornaci muranesi nel corso del XX e XXI secolo.
Come sottolinea la curatrice Sung Moon Cho, «le opere, provenienti sia da collezioni pubbliche che private, sono state selezionate come esemplari rappresentativi per ciascun decennio. Si tratta non solo degli elementi principali di un servizio (calici, bicchieri, caraffe, bottiglie, brocche), ma anche di accessori come vasi, coppe, candelieri, saliere, alzate, piatti, bomboniere. Inoltre, fiori, frutta e ortaggi, tutti realizzati in vetro di Murano». Le lastre di vetro su cui sono allestiti i servizi esaltano il riflesso e i colori scintillanti del vetro e l'intera installazione dialoga visivamente con la mensa fastosa dipinta dal maestro del colore del Rinascimento veneziano.
Raggruppate in 32 servizi, le creazioni sono disposte sulla tavola in ordine cronologico, invitando i visitatori all’osservazione in senso orario, seguendo passo dopo passo l’evoluzione straordinaria dei vetri da tavola di Murano. La prima sezione è dedicata alla V.S.M. Cappellin Venini & C., fondata nel 1921 e protagonista del primo movimento di modernizzazione. Sensibili al nuovo interesse per il linguaggio classico e consapevoli del cambiamento di gusto verso la sobrietà che stava dominando le nuove residenze borghesi, Paolo Venini e Giacomo Cappellin diedero vita a un nuovo repertorio di servizi da tavola in vetro, dalle forme semplici e di grande raffinatezza, in un evidente richiamo alla tradizione vetraria del Cinquecento.
La sezione successiva è dedicata agli anni Trenta, periodo in cui il gusto stava evidentemente evolvendo verso forme più geometriche nonché colori vivaci e audaci, grazie all’apporto di due grandi artisti quali Carlo Scarpa e Napoleone Martinuzzi. Entrambi diedero un notevole contributo alla rinascita del vetro da tavola, sperimentando e reinventando varie tecniche antiche di Murano, come è evidente nei portacandele Fungo in vetro sommerso o corroso, nel servizio in mezza filigrana o nella coppa interamente realizzata in pasta vitrea rossa.
Nei decenni successivi alla Seconda Guerra mondiale e fino agli anni Ottanta, la creatività di designer italiani e stranieri rivitalizzò la produzione di oggetti da tavola in vetro a Murano, come dimostra la terza sezione: la fornace di Paolo Venini svolse un ruolo pionieristico nell'instaurare un legame tra design e artigianato, collaborando con importanti designer milanesi come Gio Ponti.
Per il periodo che va dagli anni Novanta a oggi, la mostra presenta artisti dai profili più diversi, che contribuirono a rendere attuali i servizi muranesi: l’ultima sezione presenta designer oggi attivi e particolarmente legati alla tradizione dell'isola, come Stories of Italy, T Sakhi – Tara & Tessa Sakhi e YALI Glass, i cui oggetti, adattati alle esigenze contemporanee, consentono di apprezzare la qualità e la storia dell'artigianato muranese nella vita quotidiana. Lilla Tabasso (1973) e Bruno Amadi (1946) decorano il centro della tavola con fiori e verdure dalle forme meravigliosamente realistiche, frutto della lavorazione a lume.
La curatrice della mostra Sung Moon Cho ha condotto le sue ricerche sui vetri da tavola muranesi tra le due guerre nell'ambito della borsa di studio assegnata dal Centro Studi del Vetro della Fondazione Cini di Venezia, e poi sull'industria del vetro utilitario in Italia nello stesso periodo nell'ambito della Rakow Grant assegnata dal Corning Museum of Glass.
La mostra è accompagnata dal piccolo catalogo pubblicato da b-r-u-n-o.it (Venezia) e curato da Sung Moon Cho con il coordinamento di Francesca Nisii.
Parallelamente alla rassegna alle Gallerie dell'Accademia, presso il Centro Studi del Vetro della Fondazione Giorgio Cini sarà esposta una selezione di documenti d’archivio relativi alla produzione di vetri da tavola muranesi del Novecento, in modo da offrire una visione più completa di questa affascinante storia.
In occasione delle aperture serali estive, sabato 14 settembre le Gallerie dell'Accademia di Venezia resteranno eccezionalmente aperte fino alle 23.15 (ultimo ingresso alle ore 22.15). L'apertura al pubblico del Convito di vetro è prevista alle ore 16.00; seguiranno delle visite guidate gratuite, con la curatrice Sung Moon Cho alle 16.15 e alle 17.00 e con un esperto del museo alle 20.00, alle 21.00 (in inglese) e alle 22.00.
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