Gestald, Ri-Costruzione d'Artista
Dal 31 Agosto 2022 al 30 Settembre 2022
Venezia
Luogo: San Polo Art Gallery / All’angelo Art Hotel
Indirizzo: Sedi varie
Curatori: Isabella Mura e Luisa Manfren
Sito ufficiale: http://www.sanpoloartgallery.it
L’apertura al nuovo, la lungimiranza nelle scelte artistiche e il coraggio di sperimentare sono le qualità preziose che hanno permesso quest’ avventura: l’arte di tradizione che da sempre caratterizza le scelte della temporary gallery All’Angelo Art Hotel, incontra per la prima volta la fotografia. Nel solco dell’innovazione tracciato dal Ristorante All’Angelo nel modo di fare, sentire e diffondere l’arte, la San Polo Art Gallery e All’angelo Art Hotel propongono oggi, una nuova sfida: far dialogare Pittura e Fotografia. Per la forza e la potenza del richiamo tra le opere degli artisti Fabian Edelstam e Max Farina, la sfida si è trasformata in principio nella necessità di un approfondimento e successivamente nella responsabilità curatoriale di renderla pubblica e fruibile. Una voce così forte non poteva non essere ascoltata. Con l’augurio che arrivi all osservatore forte e chiara così come è arrivata a noi.
«Compito dell'artista non è quello di copiare letteralmente tutto ciò che si vede, ma è una funzione intellettiva sulle forme e i colori del vero... L'artista deve anzitutto rinunciare alla speranza di ritrovare nel mondo esteriore il quadro già composto. La verità dell'arte è lontana dalla contraffazione del vero.»
( Previati – Divisionismo italiano)
La scomposizione come strumento.
Lo strumento come metodo per approfondire concetti e realtà che necessitano di essere indagati. La de-costruzione - (per Farina, della veduta più famosa e fotografata al mondo / per Edelstam, dei ritratti di personaggi e opere famose ) - serve per catturare ogni elemento con la massima precisione, metterlo sotto attenta lente di ingrandimento e spogliarlo di ogni residuo di notorietà e riconoscibilità per recuperarne lo spirito originario; la vera essenza di ciò che stiamo guardando. La natura artistica più autentica, per dirla come Previati, non risiede in una copia della realtà, ma nella ri-elaborazione della stessa attraverso l’occhio dell’artista, sia esso pennello od obiettivo fotografico. Rielaborazione come ri-costruzione dunque, per generare un’immagine rinnovata nel significato più vasto e complesso. Come la teoria della Gestalt secondo cui “ il tutto è superiore alla somma delle singole parti”, così l’opera finita risulta superiore al dato di partenza non certo nel suo valore assoluto ma nel rispetto dell’intenzione artistica.
Ma cosa accade nel processo di rielaborazione?
Nella ri-costruzione dei ritratti di Edelstam qualche tessera è assente, qualcun altra invece è in procinto di staccarsi, in bilico tra la superficie mosaicata e lo spazio reale. Nell’opera di Farina la ri-organizzazione degli scatti fotografici manca di una perfetta congruenza delle immagini, e la presenza di qualche ripetizione ne amplifica la sensazione di smarrimento. Lo scarto tra il lavoro finito e il reale dato di partenza è tanto evidente quanto necessario per far scaturire dall’opera appena nata, la sensazione di reale vita vissuta. In entrambe le composizioni, la metodologia utilizzata, è funzionale per rendere omaggio al soggetto, sia esso una veduta urbana o un iconico ritratto. Raffigurazioni che esplodono di energia vitale proprio dai quei piccoli dettagli disturbanti, che interferiscono nella logica visiva ordinaria e razionale. Le ricostruzioni di Edelstam e Farina posseggono entrambe la qualità artistica più alta proprio in virtù delle loro imperfezioni; lacune, irregolarità, anomalie, assenze… del resto la stessa esistenza umana ci insegna a godere del bene più prezioso in assoluto, la vita, in virtù della sua natura imperfetta e per questo unica.
( Isabella Mura, storica dell’Arte)
RIVUS ALTUS – Max Farina project Rivus Altus è il progetto fotografico dell’artista Max Farina dedicato alla città di Venezia. Un lavoro work in progress iniziato nel 2013 e che ha superato le 350 ore di appostamento sul Ponte di Rialto, dal quale ha eseguito singoli scatti su diverse porzioni di paesaggio. Con il passare dei mesi e delle stagioni cattura luci, condizioni climatiche, albe e tramonti acquisendo un repertorio di migliaia di foto ( 43.000 ca. ). La vita sul Canal Grande prende forma: dalla RI-composizione dell’intero panorama con i singoli scatti/frammenti, nasce un’opera unica che restituisce appieno lo scorrere del tempo sulla città. Il passaggio delle imbarcazioni, l’attività frenetica sulle acque del canale, l’incontro tra le persone , i turisti, i fuochi del Redentore, la regata storica… tutto viene catturato dell obiettivo della telecamera nelle infinite variazioni di luci e colori al trascorrere dei due anni di lavoro. Il risultato è sorprendente; la notte e il giorno accostati in frammenti consecutivi, cieli azzurri e limpidi affiancati alle grigie e fredde giornate invernali. Tutto contribuisce alla resa vivace e dinamica di un panorama che sembra trasformarsi sotto i nostri occhi, come frame di un film che si susseguono rapidi nella rappresentazione di un’intera esistenza.
(Isabella Mura)
THE NEW NORMAL – Fabian Edelstam project Fabian Edelstam lavora con una tecnica che mescola pittura e fotografia secondo il principio del mosaico, costruendo ponti verso il passato. L’artista in questo progetto dal titolo “The New Normal“ - RI-visita l'opera del ritrattista internazionale svedese del XVIII secolo Alexander Roslin. Afferma Fabian Edelstam: “Venezia è per me molto legata al 18° secolo nella sua atmosfera inquietante, glamour e frivola". "Sono stato affascinato dai ritratti di Roslin fin dalla mia infanzia". “Edelstam spezzetta l'immagine e la RI-costruisce. È un premodernista e un postmodernista. La sua sensibilità per l'immagine risale a molto tempo fa, così come le sue origini. È affascinato dalle icone bizantine cosi come dalle icone rappresentate nei poster del nostro tempo, ma cerca una realtà più profonda rompendole in pezzi e RI-montandole. Ma, come fosse un ricordo d'infanzia o un evento storico, qualche quadratino resterà mancante. È da questi vuoti che la sua arte crea un senso di autenticità, i suoi ritratti diventano reali, i suoi volti diventano umani”.
Ingemar Lindahl.
(ex ambasciatore di Svezia )
«Compito dell'artista non è quello di copiare letteralmente tutto ciò che si vede, ma è una funzione intellettiva sulle forme e i colori del vero... L'artista deve anzitutto rinunciare alla speranza di ritrovare nel mondo esteriore il quadro già composto. La verità dell'arte è lontana dalla contraffazione del vero.»
( Previati – Divisionismo italiano)
La scomposizione come strumento.
Lo strumento come metodo per approfondire concetti e realtà che necessitano di essere indagati. La de-costruzione - (per Farina, della veduta più famosa e fotografata al mondo / per Edelstam, dei ritratti di personaggi e opere famose ) - serve per catturare ogni elemento con la massima precisione, metterlo sotto attenta lente di ingrandimento e spogliarlo di ogni residuo di notorietà e riconoscibilità per recuperarne lo spirito originario; la vera essenza di ciò che stiamo guardando. La natura artistica più autentica, per dirla come Previati, non risiede in una copia della realtà, ma nella ri-elaborazione della stessa attraverso l’occhio dell’artista, sia esso pennello od obiettivo fotografico. Rielaborazione come ri-costruzione dunque, per generare un’immagine rinnovata nel significato più vasto e complesso. Come la teoria della Gestalt secondo cui “ il tutto è superiore alla somma delle singole parti”, così l’opera finita risulta superiore al dato di partenza non certo nel suo valore assoluto ma nel rispetto dell’intenzione artistica.
Ma cosa accade nel processo di rielaborazione?
Nella ri-costruzione dei ritratti di Edelstam qualche tessera è assente, qualcun altra invece è in procinto di staccarsi, in bilico tra la superficie mosaicata e lo spazio reale. Nell’opera di Farina la ri-organizzazione degli scatti fotografici manca di una perfetta congruenza delle immagini, e la presenza di qualche ripetizione ne amplifica la sensazione di smarrimento. Lo scarto tra il lavoro finito e il reale dato di partenza è tanto evidente quanto necessario per far scaturire dall’opera appena nata, la sensazione di reale vita vissuta. In entrambe le composizioni, la metodologia utilizzata, è funzionale per rendere omaggio al soggetto, sia esso una veduta urbana o un iconico ritratto. Raffigurazioni che esplodono di energia vitale proprio dai quei piccoli dettagli disturbanti, che interferiscono nella logica visiva ordinaria e razionale. Le ricostruzioni di Edelstam e Farina posseggono entrambe la qualità artistica più alta proprio in virtù delle loro imperfezioni; lacune, irregolarità, anomalie, assenze… del resto la stessa esistenza umana ci insegna a godere del bene più prezioso in assoluto, la vita, in virtù della sua natura imperfetta e per questo unica.
( Isabella Mura, storica dell’Arte)
RIVUS ALTUS – Max Farina project Rivus Altus è il progetto fotografico dell’artista Max Farina dedicato alla città di Venezia. Un lavoro work in progress iniziato nel 2013 e che ha superato le 350 ore di appostamento sul Ponte di Rialto, dal quale ha eseguito singoli scatti su diverse porzioni di paesaggio. Con il passare dei mesi e delle stagioni cattura luci, condizioni climatiche, albe e tramonti acquisendo un repertorio di migliaia di foto ( 43.000 ca. ). La vita sul Canal Grande prende forma: dalla RI-composizione dell’intero panorama con i singoli scatti/frammenti, nasce un’opera unica che restituisce appieno lo scorrere del tempo sulla città. Il passaggio delle imbarcazioni, l’attività frenetica sulle acque del canale, l’incontro tra le persone , i turisti, i fuochi del Redentore, la regata storica… tutto viene catturato dell obiettivo della telecamera nelle infinite variazioni di luci e colori al trascorrere dei due anni di lavoro. Il risultato è sorprendente; la notte e il giorno accostati in frammenti consecutivi, cieli azzurri e limpidi affiancati alle grigie e fredde giornate invernali. Tutto contribuisce alla resa vivace e dinamica di un panorama che sembra trasformarsi sotto i nostri occhi, come frame di un film che si susseguono rapidi nella rappresentazione di un’intera esistenza.
(Isabella Mura)
THE NEW NORMAL – Fabian Edelstam project Fabian Edelstam lavora con una tecnica che mescola pittura e fotografia secondo il principio del mosaico, costruendo ponti verso il passato. L’artista in questo progetto dal titolo “The New Normal“ - RI-visita l'opera del ritrattista internazionale svedese del XVIII secolo Alexander Roslin. Afferma Fabian Edelstam: “Venezia è per me molto legata al 18° secolo nella sua atmosfera inquietante, glamour e frivola". "Sono stato affascinato dai ritratti di Roslin fin dalla mia infanzia". “Edelstam spezzetta l'immagine e la RI-costruisce. È un premodernista e un postmodernista. La sua sensibilità per l'immagine risale a molto tempo fa, così come le sue origini. È affascinato dalle icone bizantine cosi come dalle icone rappresentate nei poster del nostro tempo, ma cerca una realtà più profonda rompendole in pezzi e RI-montandole. Ma, come fosse un ricordo d'infanzia o un evento storico, qualche quadratino resterà mancante. È da questi vuoti che la sua arte crea un senso di autenticità, i suoi ritratti diventano reali, i suoi volti diventano umani”.
Ingemar Lindahl.
(ex ambasciatore di Svezia )
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