Psyche

© courtesy of Musei Civici Veneziani | Psyche - Anita Sieff - Cà Pesaro - Venezia
Psyche - Anita Sieff - Cà Pesaro - Venezia
Dal 4 June 2011 al 21 August 2011
Venezia
Luogo: Cà Pesaro
Indirizzo: Santa Croce 2076
Orari: Dalle 10 alle 18; chiuso lunedì
Costo del biglietto: Intero 8 euro
Telefono per prevendita: 848082000
Telefono per informazioni: 848082000
E-Mail info: info@fmcvenezia.it
Sito ufficiale: http://www.visitmuve.it
L'elemento pervasivo nei video sperimentali di Anita Sieff è Amore, entità che l'artista
definisce come l'invisibile motore di ogni cosa in quanto principio di integrazione.
L'indagine che l’artista ci sottopone in questa installazione audio-video si misura con
il mito di Eros e Psiche per esplorare la natura del sensibile che può solo essere
scoperta sviluppando una diversa attenzione. L’intento di Sieff è, da una parte,
mettere in gioco l'apparente egemonia dell'esperienza del vedere ponendo in risalto
la percezione attraverso il sentire, l'invisibile come parametro, dall’altra, investigare
la dimensione della sincronicità in quanto sostiene che sia nello stato psichico
interiore, che in quello fisico, esteriore, si esprima la stessa realtà. “La realtà è
cibernetica e ottuplice, comprende corpo e mente, spaziotempo e cyberspazio” è
quanto afferma la docente nel video. E' un’indagine nella natura della dimensione
percettiva e si situa in quello spazio indefinito che sfugge alla razionalità della mente.
Nel far risaltare la differenza tra visibile e sensibile-invisibile l'artista sottolinea la
difficoltà che l'essere umano ha di prestare attenzione a ciò che rimanda all'essenza
delle cose e la sua incapacità di fidarsi di ciò che si dischiude come un più vero e
ampio significato. L'installazione video e audio si ispira al viaggio di Psyche nell'Ade
e lo svela come viaggio nell'inconscio, una dimensione dove il sé, Psiche, scopre il
proprio valore "essenziale" e quindi la sua implicita volontà di essere proiettata nel
mondo. Eros ne è il principio di germinazione. Trovare se stessi e il coraggio di
scegliere, anche se questo significa fare un viaggio negli inferi, o nell’inconscio,
diventa quindi il modo per riannodare con la propria origine e per emanciparci. La
ricerca artistica di Anita Sieff pone sempre in primo piano l’urgenza dell’incontro con
il proprio destino personale, in quanto implicita destinazione. Psiche viene
accompagnata dalla propria famiglia in lutto su un’altura da cui lei, vestita da sposa,
si allontanerà con coraggio, incedendo con un bellissimo abito nuziale verso l’ignoto,
fino a sparire alla loro vista. Sarà questa esperienza assolutamente anomala e
personale a consentirle di incontrare Eros e di riunirsi con la propria natura divina nel
matrimonio sacro.
Il video apre con la dichiarazione: ”Non vedere non significa necessariamente non
sapere” e rimanda all’infinita complessità della psicologia umana di azzerare il
dispositivo di verifica razionale mentale per farsi attraversare dall’esperienza del
conoscere.
Le riprese di questo viaggio negli inferi fatte a Ca’ Pesaro hanno come sfondo il ciclo
Il Poema della Vita Umana (La Luce, Le Tenebre, L’Amore, La Morte e Cariatidi)
realizzato da Giulio Aristide Sartorio per il Salone Centrale all’Esposizione di Venezia
del 1907.
La parte relativa agli effetti speciali dell'installazione è a cura dello sponsor tecnico
EDI Effetti Digitali Italiani Milano.
Catalogo: Il Canneto Editore, con testi di Giulio Alessandri, Pierluigi Basso, Giuliana
Conforto, Marco Ferraris, Silvio Fuso.
definisce come l'invisibile motore di ogni cosa in quanto principio di integrazione.
L'indagine che l’artista ci sottopone in questa installazione audio-video si misura con
il mito di Eros e Psiche per esplorare la natura del sensibile che può solo essere
scoperta sviluppando una diversa attenzione. L’intento di Sieff è, da una parte,
mettere in gioco l'apparente egemonia dell'esperienza del vedere ponendo in risalto
la percezione attraverso il sentire, l'invisibile come parametro, dall’altra, investigare
la dimensione della sincronicità in quanto sostiene che sia nello stato psichico
interiore, che in quello fisico, esteriore, si esprima la stessa realtà. “La realtà è
cibernetica e ottuplice, comprende corpo e mente, spaziotempo e cyberspazio” è
quanto afferma la docente nel video. E' un’indagine nella natura della dimensione
percettiva e si situa in quello spazio indefinito che sfugge alla razionalità della mente.
Nel far risaltare la differenza tra visibile e sensibile-invisibile l'artista sottolinea la
difficoltà che l'essere umano ha di prestare attenzione a ciò che rimanda all'essenza
delle cose e la sua incapacità di fidarsi di ciò che si dischiude come un più vero e
ampio significato. L'installazione video e audio si ispira al viaggio di Psyche nell'Ade
e lo svela come viaggio nell'inconscio, una dimensione dove il sé, Psiche, scopre il
proprio valore "essenziale" e quindi la sua implicita volontà di essere proiettata nel
mondo. Eros ne è il principio di germinazione. Trovare se stessi e il coraggio di
scegliere, anche se questo significa fare un viaggio negli inferi, o nell’inconscio,
diventa quindi il modo per riannodare con la propria origine e per emanciparci. La
ricerca artistica di Anita Sieff pone sempre in primo piano l’urgenza dell’incontro con
il proprio destino personale, in quanto implicita destinazione. Psiche viene
accompagnata dalla propria famiglia in lutto su un’altura da cui lei, vestita da sposa,
si allontanerà con coraggio, incedendo con un bellissimo abito nuziale verso l’ignoto,
fino a sparire alla loro vista. Sarà questa esperienza assolutamente anomala e
personale a consentirle di incontrare Eros e di riunirsi con la propria natura divina nel
matrimonio sacro.
Il video apre con la dichiarazione: ”Non vedere non significa necessariamente non
sapere” e rimanda all’infinita complessità della psicologia umana di azzerare il
dispositivo di verifica razionale mentale per farsi attraversare dall’esperienza del
conoscere.
Le riprese di questo viaggio negli inferi fatte a Ca’ Pesaro hanno come sfondo il ciclo
Il Poema della Vita Umana (La Luce, Le Tenebre, L’Amore, La Morte e Cariatidi)
realizzato da Giulio Aristide Sartorio per il Salone Centrale all’Esposizione di Venezia
del 1907.
La parte relativa agli effetti speciali dell'installazione è a cura dello sponsor tecnico
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