Venezia e le epidemie

Venezia e le epidemie, Biblioteca del Longhena, Venezia
Dal 20 June 2025 al 19 December 2025
Venezia
Luogo: Biblioteca del Longhena
Indirizzo: Isola di San Giorgio Maggiore
Orari: tutti i giorni ore 11:00 -17:00. Chiuso il mercoledì
E-Mail info: veneziaepidemie@cini.it
Sito ufficiale: http://visitcini.com
È riconosciuto dagli storici come la Serenissima fosse uno stato all’avanguardia in molti campi della vita economica, istituzionale, sociale e culturale. Uno degli esempi più importanti, il cui lascito è arrivato sino ai giorni nostri, è stata la sua capacità di risposta di fronte alle epidemie.
Proiettata verso il mare, Venezia era snodo di un flusso intenso e costante di uomini, idee e commerci, ma anche di infezioni. La peste, prima di tutto. Sono note le grandi pestilenze che hanno colpito Venezia e l’intera Europa, a partire da quella del 1348-49. Tra la metà del Trecento e la metà del Seicento la peste si manifestava come un flagello ricorrente in Italia e sulle coste del Mediterraneo, ripresentandosi in media ogni due-tre anni. Drammatiche sono state le epidemie del 1575-77 e del 1630-31. Nessun’altra città e organizzazione statuale dell’epoca moderna ha saputo dispiegare politiche pubbliche efficaci e capillari come seppe fare Venezia.
A questa storia esemplare è dedicata la mostra Venezia e le epidemie: organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini, sarà visitabile alla Biblioteca del Longhena dal 20 giugno al 19 dicembre 2025. Grazie al lavoro di ricerca dell’Istituto di Storia della Società e dello Stato Veneziano (che quest’anno festeggia i settant’anni di attività), un lungo racconto documentale, finora riservato a ricercatori e studiosi, sarà esposto al pubblico: rari esemplari di testi e libri d’epoca, disegni e incisioni, eccezionali “fedi sanità” (i pass sanitari del tempo), oltre a editti e carteggi dei Provveditori alla sanità della Repubblica veneta.
Spiega Daniele Franco, il Direttore scientifico della Fondazione Giorgio Cini: «L’esperienza storica di Venezia resta di grande insegnamento, perché – come ci hanno dimostrato le vicende di cinque anni fa – il mondo è esposto a un permanente rischio pandemico. L’approccio pragmatico da parte di tutte le istituzioni e le magistrature dell’epoca si univa all’azione capillare delle confraternite e di quella che oggi chiameremmo società civile. Questa lunga storia ci conferma che una pandemia richiede una risposta a tutto campo da parte dell’intera società. Richiede coesione, solidarietà, consenso. Richiede una riflessione, anticipata, sui principi sottostanti le scelte politiche e tecniche da attuare nell’emergenza».
Per la mostra sono stati scelti materiali che coprono quattro secoli di prevenzione e gestione delle epidemie. Si tratta di originali di delibere e proclami, di provvedimenti come la contumacia, oltre a rimedi medici e “fedi di sanità” attestanti che la persona era sana e poteva attraversare il territorio della Repubblica. L’esposizione rievoca la costruzione di chiese e basiliche, laddove la fede si intrecciava con il sollievo per la fine dell’epidemia, facendo appello a Santi di elezione a protezione dei malati. Sono tutti rari documenti che provengono dai fondi custoditi dalla Fondazione Giorgio Cini e da prestiti concessi dall’Archivio Storico di Venezia, dalla Biblioteca Nazionale Marciana, dal Museo Correr.
A questo apparato documentale si accompagna un viaggio multimediale, grazie a una video-installazione interattiva creata dallo Studio camerAnebbia, che permette ai visitatori di scoprire i materiali storici, potendo così sfogliare digitalmente i volumi, esplorare gli interni dei palazzi, immergersi nei dipinti, percorrere calli e campi della città grazie a ricostruzioni tridimensionali in altissima risoluzione. Dai materiali digitalizzati, grazie al lavoro del Centro Digitale – ARCHiVe della Fondazione, i creativi di camerAnebbia hanno realizzato libri interattivi, da cui prendono vita immagini e personaggi: stanze che si possono attraversare virtualmente, mappe che si aprono a pop-up, illustrazioni che diventano diorami e quinte teatrali.
Lo Studio camerAnebbia è un collettivo di tre artisti con sede a Milano: Lorenzo Sarti, Marco Barsottini e Matteo Tora Cellini, cresciuti nel contesto dello storico Studio Azzurro. Il gruppo è conosciuto per installazioni che utilizzano tecnologie avanzate per creare arte fruibile al grande pubblico. Il loro approccio nella comunicazione museale prova a trasformare concetti scientificamente complessi in ambientazioni ludiche e interattive.
Per l’occasione, il collettivo di artisti ha lavorato sia utilizzando i fondi e gli archivi della Fondazione, sia confrontandosi con gli studiosi e i ricercatori di Venice Long Data, il progetto (in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari) che applica i Big Data e la Scienza delle Reti agli archivi e ai documenti storici.
Grazie al lavoro realizzato su una parte delle deliberazioni del Senato della Serenissima, i ricercatori sono riusciti a ricostruire le vicende personali di decine di veneziani vissuti durante la peste del Trecento. Utilizzando poi l’Intelligenza Artificiale Generativa, hanno trasformato quelle tracce d’archivio in storie vive, restituendo voce e volto a persone e vicende altrimenti dimenticate.
La mostra Venezia e le epidemie si colloca nel percorso tematico “Democrazia e pandemie” che la Fondazione Giorgio Cini ha attivato per il 2025 con un intenso programma di eventi, seminari, convegni, concerti e un simposio internazionale. Tra le iniziative, un convegno di approfondimento storico e storiografico sui temi della mostra, curato dall’Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano, si terrà alla Fondazione Giorgio Cini il 17 ottobre 2025.
Accompagna l’esposizione il volume Venezia e le epidemie, edito da Marsilio (di prossima uscita), con contributi di Daniele Franco, Egidio Ivetic, Ermanno Orlando, Nelli-Elena Vanzan Marchini, Sabrina Minuzzi, Gino Benzoni, Silvio Brusaferro e con la presentazione di Gianfelice Rocca, Presidente della Fondazione Giorgio Cini.
Proiettata verso il mare, Venezia era snodo di un flusso intenso e costante di uomini, idee e commerci, ma anche di infezioni. La peste, prima di tutto. Sono note le grandi pestilenze che hanno colpito Venezia e l’intera Europa, a partire da quella del 1348-49. Tra la metà del Trecento e la metà del Seicento la peste si manifestava come un flagello ricorrente in Italia e sulle coste del Mediterraneo, ripresentandosi in media ogni due-tre anni. Drammatiche sono state le epidemie del 1575-77 e del 1630-31. Nessun’altra città e organizzazione statuale dell’epoca moderna ha saputo dispiegare politiche pubbliche efficaci e capillari come seppe fare Venezia.
A questa storia esemplare è dedicata la mostra Venezia e le epidemie: organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini, sarà visitabile alla Biblioteca del Longhena dal 20 giugno al 19 dicembre 2025. Grazie al lavoro di ricerca dell’Istituto di Storia della Società e dello Stato Veneziano (che quest’anno festeggia i settant’anni di attività), un lungo racconto documentale, finora riservato a ricercatori e studiosi, sarà esposto al pubblico: rari esemplari di testi e libri d’epoca, disegni e incisioni, eccezionali “fedi sanità” (i pass sanitari del tempo), oltre a editti e carteggi dei Provveditori alla sanità della Repubblica veneta.
Spiega Daniele Franco, il Direttore scientifico della Fondazione Giorgio Cini: «L’esperienza storica di Venezia resta di grande insegnamento, perché – come ci hanno dimostrato le vicende di cinque anni fa – il mondo è esposto a un permanente rischio pandemico. L’approccio pragmatico da parte di tutte le istituzioni e le magistrature dell’epoca si univa all’azione capillare delle confraternite e di quella che oggi chiameremmo società civile. Questa lunga storia ci conferma che una pandemia richiede una risposta a tutto campo da parte dell’intera società. Richiede coesione, solidarietà, consenso. Richiede una riflessione, anticipata, sui principi sottostanti le scelte politiche e tecniche da attuare nell’emergenza».
Per la mostra sono stati scelti materiali che coprono quattro secoli di prevenzione e gestione delle epidemie. Si tratta di originali di delibere e proclami, di provvedimenti come la contumacia, oltre a rimedi medici e “fedi di sanità” attestanti che la persona era sana e poteva attraversare il territorio della Repubblica. L’esposizione rievoca la costruzione di chiese e basiliche, laddove la fede si intrecciava con il sollievo per la fine dell’epidemia, facendo appello a Santi di elezione a protezione dei malati. Sono tutti rari documenti che provengono dai fondi custoditi dalla Fondazione Giorgio Cini e da prestiti concessi dall’Archivio Storico di Venezia, dalla Biblioteca Nazionale Marciana, dal Museo Correr.
A questo apparato documentale si accompagna un viaggio multimediale, grazie a una video-installazione interattiva creata dallo Studio camerAnebbia, che permette ai visitatori di scoprire i materiali storici, potendo così sfogliare digitalmente i volumi, esplorare gli interni dei palazzi, immergersi nei dipinti, percorrere calli e campi della città grazie a ricostruzioni tridimensionali in altissima risoluzione. Dai materiali digitalizzati, grazie al lavoro del Centro Digitale – ARCHiVe della Fondazione, i creativi di camerAnebbia hanno realizzato libri interattivi, da cui prendono vita immagini e personaggi: stanze che si possono attraversare virtualmente, mappe che si aprono a pop-up, illustrazioni che diventano diorami e quinte teatrali.
Lo Studio camerAnebbia è un collettivo di tre artisti con sede a Milano: Lorenzo Sarti, Marco Barsottini e Matteo Tora Cellini, cresciuti nel contesto dello storico Studio Azzurro. Il gruppo è conosciuto per installazioni che utilizzano tecnologie avanzate per creare arte fruibile al grande pubblico. Il loro approccio nella comunicazione museale prova a trasformare concetti scientificamente complessi in ambientazioni ludiche e interattive.
Per l’occasione, il collettivo di artisti ha lavorato sia utilizzando i fondi e gli archivi della Fondazione, sia confrontandosi con gli studiosi e i ricercatori di Venice Long Data, il progetto (in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari) che applica i Big Data e la Scienza delle Reti agli archivi e ai documenti storici.
Grazie al lavoro realizzato su una parte delle deliberazioni del Senato della Serenissima, i ricercatori sono riusciti a ricostruire le vicende personali di decine di veneziani vissuti durante la peste del Trecento. Utilizzando poi l’Intelligenza Artificiale Generativa, hanno trasformato quelle tracce d’archivio in storie vive, restituendo voce e volto a persone e vicende altrimenti dimenticate.
La mostra Venezia e le epidemie si colloca nel percorso tematico “Democrazia e pandemie” che la Fondazione Giorgio Cini ha attivato per il 2025 con un intenso programma di eventi, seminari, convegni, concerti e un simposio internazionale. Tra le iniziative, un convegno di approfondimento storico e storiografico sui temi della mostra, curato dall’Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano, si terrà alla Fondazione Giorgio Cini il 17 ottobre 2025.
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