Mostra Oh Man. Fotografie di Lise Sarfati a Torino. Le informazioni sulla mostra Oh Man. Fotografie di Lise Sarfati, i curatori, gli orari di ingresso, il costo dei biglietti, i numeri per prenotare, il comunicato stampa sulla mostra Oh Man. Fotografie di Lise Sarfati del museo CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia di Torino.

Lise Sarfati, Oh man, 2012

Lise Sarfati

Lise Sarfati, Oh man, 2012

Mappa

Scheda Mostra

Oh Man. Fotografie di Lise Sarfati

Lise Sarfati


  • Luogo: CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia
  • Curatori: Francesco Zanot
  • Enti promotori:
    • MiBACT
    • Regione Piemonte
    • Città di Torino
  • Città: Torino
  • Provincia: Torino
  • Data inizio: 27 January 2015
  • Data fine: 13 March 2016
  • Telefono per informazioni: +39.011.0881150
  • E-Mail info
  • Sito ufficiale

Comunicato Stampa:


Il nuovo progetto dell’artista francese Lise Sarfati, Oh Man, curato da Francesco Zanot, è composto da una serie di fotografie realizzate in California, nella downtown di Los Angeles, tra il 2012 e il 2013.
Soggetto principale del lavoro sono alcuni uomini all’interno del contesto urbano. Non compiono alcuna azione rilevante.  Nella maggior parte dei casi camminano. Oppure sono colti in un momento di pausa nel mezzo di uno spostamento. Ciò nonostante la loro presenza è evidente. Carica di energia. Potente. Ovunque si trovino nel rettangolo dell’immagine, hanno un’importanza centrale. In una sorta di aggiornamento della tradizione umanista, Lise Sarfati elimina dal suo immaginario qualsiasi indicazione narrativa e tensione eroica, lasciando campo libero alla pura comparsa nello spazio di una serie di individui.
Privati del’impeto di uno scopo e senza una direzione evidente, i protagonisti di questo lavoro vagano ininterrottamente. Inconsapevoli di essere fotografati, appaiono in posizioni precarie, mentre al contrario Lise Sarfati prende saldamente posizione di fronte a loro, attendendo per giorni interi il momento più propizio per riprendere le proprie immagini. Il risultato è un silenzioso dialogo che si svolge davanti allo spettatore e regola il passaggio tra l’indifferenza della rappresentazione e la partecipazione di chi osserva.
La città è l’unico scenario di questo incontro. Occupa l’intera superficie di ogni immagine, da destra a sinistra, dal basso all’alto. Il cielo, quando compare, è ridotto a un esiguo ritaglio geometrico in mezzo ai palazzi. Blu cobalto. Tipicamente americana nella costante alternanza tra edifici di mattoni, asfalto rabberciato, reti metalliche e insegne dei negozi, la metropoli fornisce il sottofondo ritmico invariabile degli imprevedibili gesti degli uomini, sparsi qua e là come note su uno spartito musicale. Il tempo è dato dalla luce istantanea dell’Ovest americano. Cristallina e violenta nelle ore centrali della giornata, costituisce l’innesco di un teatro che, a pochi chilometri dalle stelle del firmamento hollywoodiano, si svolge ininterrottamente ogni giorno.