Dal 15 settembre al 10 gennaio 2016
Caravaggio e i suoi successori conquistano Mosca

Ragazzo morso da un ramarro, Caravaggio, Fondazione Longhi, Firenze
Ludovica Sanfelice
14/09/2015
L'incarico di annunciare l’arrivo a Mosca della mostra “Caravaggio e i suoi successori” è stato affidato al quadro “Ragazzo morso da un ramarro” che, con qualche giorno di anticipo rispetto all'evento, è stato esposto all’ambasciata italiana nel rispetto di una tradizione che ormai vanta il passaggio per villa Berg dei maggiori capolavori italiani prestati alla Russia negli ultimi anni.
Dal 15 settembre al 10 gennaio 2016, "il fanciullo morso" traslocherà al Museo Statale delle Belle Arti A.S. Pushkin che intorno al dipinto giovanile di Michelangelo Merisi riunirà una serie di trenta dipinti di area caravaggesca conservati nella sede della Fondazione Roberto Longhi a Firenze, e altri ventidue dipinti, sempre di area caravaggesca, scelti nelle proprie collezioni.
La rassegna esplorerà così l’influenza del Caravaggio sull'intero sviluppo della pittura europea proponendo un’ampio spettro di esempi caravaggeschi non solo italiani ma anche spagnoli, francesi e olandesi, e dimostrando come la collaborazione tra la fondazione privata italiana e la grande istituzione russa oltre ad arricchire il percorso espositivo possa considerarsi un esempio brillante di compenetrazione reciproca tra sistemi museali costruita grazie all’importante lavoro svolto da esperti e curatori dei due Paesi.
Dal 15 settembre al 10 gennaio 2016, "il fanciullo morso" traslocherà al Museo Statale delle Belle Arti A.S. Pushkin che intorno al dipinto giovanile di Michelangelo Merisi riunirà una serie di trenta dipinti di area caravaggesca conservati nella sede della Fondazione Roberto Longhi a Firenze, e altri ventidue dipinti, sempre di area caravaggesca, scelti nelle proprie collezioni.
La rassegna esplorerà così l’influenza del Caravaggio sull'intero sviluppo della pittura europea proponendo un’ampio spettro di esempi caravaggeschi non solo italiani ma anche spagnoli, francesi e olandesi, e dimostrando come la collaborazione tra la fondazione privata italiana e la grande istituzione russa oltre ad arricchire il percorso espositivo possa considerarsi un esempio brillante di compenetrazione reciproca tra sistemi museali costruita grazie all’importante lavoro svolto da esperti e curatori dei due Paesi.
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