Collezioni per tutti i gusti
24/03/2002
“Collezionismi” chiude in bellezza. La rassegna che dal 2000 ad oggi ha portato a Siena, di trimestre in trimestre, opere provenienti da collezioni pubbliche e private, italiane ed europee, tirandole fuori dai caveaux e dai depositi dei grandi spedizionieri d’arte, Gondrand in primis, si conclude con un’antologia di nuclei collezionistici privati italiani. Nata da un progetto di Sergio Risaliti, ex direttore artistico di Palazzo delle Papesse, “Collezionismi” aveva inaugurato il secondo anno di attività del Centro Arte Contemporanea con una rilevante selezione di opere di 27 artisti presenti nella Fondation Cartier pour l’art contemporain, fornendo un lungimirante esempio di mecenatismo d’impresa con forte vocazione pubblica.
Dopo “Artisti Collezionisti” e “Jim Dine: 1960-1970. Opere dalle collezioni private italiane”, Achille Bonito Oliva e Sergio Risaliti puntano ora sulla crisi del mecenatisno per ripercorrere, attraverso le opere in mostra, le due vie schiuse dall’esaurirsi di questa secolare tradizione: “quella che procede verso il culto soggettivo del gusto individuale (il diffondersi del collezionismo privato prima borghese, poi medio-borghese, fino alla conservazione di ogni oggetto-simbolo tipica di una società dei consumi), e quella della morte dell’arte perpetrata attraverso l’industria culturale e il turismo massificati, le attività di merchandising, l’uso pubblicitario dell’evento”. Collezionismo dunque, non solo come metalinguaggio per conoscere la storia dell’arte e del gusto ma soprattutto come attitudine capace di esprimere le dinamiche più profonde e complesse che caratterizzano la società contemporanea, come luogo del confronto fra generazioni, stili, linguaggi, temi, tecniche. “La forza di una collezione sta forse in questa apertura”, ha scritto Sergio Risaliti nella prefazione alla guida della collezione Cartier, “e in un indispensabile rigore che significa anche capacità di selezionare capolavori. Perché dietro ogni capolavoro c’è la possibilità di condividere un doppio livello, quello dell’arte e quello della condizione umana”.
Tra gli artisti in mostra, oltre un centinaio, Marina Abramovic, Carla Accardi, Joseph Beuys, Bianco-Valente, Botto&Bruno, Maurizio Cattelan, Francesco Clemente, Shirin Neshat, Mario e Marisa Merz, Sol Lewitt, Dan Flavin, Mona Hatoum, Andy Warhol. Le opere, quasi mai esposte in Italia e pertanto sconosciute al grande pubblico, occupano interamente i tre piani del Palazzo progettato da Bernardo Rossellino e l’altana, dove due installazioni di Marzia Migliora e Rob Pruit dialogano con il magnifico paesaggio che si apre al di là dei tetti e delle guglie cittadine. Il percorso della mostra prosegue nelle sedi del Museo Archeologico, recentemente riallestito (Wentworth, Calzolari, Merz, Zittel, Gilardi, Pisani, Bianco-Valente, June Paik, Calle, Pancrazzi, Pistoletto, Zhen), e del Santa Maria della Scala dove trovano posto, fra gli altri, Richard Long e Gilberto Zorio (nel Passeggio), Piero Manzoni (in S.Ansano), Joseph Kosuth (nel Fienile).
Il catalogo, edito da Artout M&M, integra i testi dei curatori con una serie di interviste ai collezionisti prestatori e con una reportage fotografico sulle opere in mostra. Fino al 12 maggio prossimo.
“De Gustibus. Collezione privata Italia”
Siena, Palazzo delle Papesse
via di Città 126
3 marzo – 12 maggio 2002
Tutti i giorni 12-19 (chiuso il lunedì)
Biglietto intero 5 €, ridotto 3,50 €
Info tel 0577 22071
papesse@comune.siena.it
www.papesse.org
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