Il dipinto prestato per le celebrazioni dei 50 anni della Repubblica Popolare Cinese
Il caso Delacroix

La libertà che guida il popolo, Eugène Delacroix, 1830, olio su tela
L. Sanfelice
12/12/2013
“La Libertà che guida il popolo” è oggetto di una contesa che schiera su fronti opposti il Museo del Louvre, custode del dipinto di Eugène Delacroix, e il ministero degli Esteri.
Il capolavoro del 1830 è stato inserito nell’elenco di opere che il quai d’Orsay intende prestare alla Cina per le celebrazioni del cinquantesimo anniversario della proclamazione della Repubblica Popolare, ma la decisione non va a genio al museo che si ribella ad un prestito a rischio in considerazione dello stato di fragilità in cui l’opera versa. Perdipiù, la “Marianna”, è appena rientrata da Lens dove lo scorso febbraio è stata vittima di un’aggressione vandalica da parte di una donna che aveva imbrattato la tela con un’evidenziatore. Danno di lieve entità a cui si è posto immediatamente riparo, e che però si somma alle ragioni per le quali il Louvre rifiuta di muovere il dipinto da Parigi.
In alternativa il museo ha proposto come sostituti il ritratto del re Francesco I di Jean Clouet e "Le Verrou" di Jean-Honoré Fragonard, ma il ministro degli Esteri Laurent Fabius ha storto il naso e riavviato il pressing insistendo sul fatto che “La libertà”, oltre ad essere amatissima dai cinesi, si allinea perfettamente alla serie di progetti culturali, economici e scientifici che la Francia mira a sviluppare nel paese.
Nella querelle interviene anche Aurélie Filippetti, ministro della Cultura Francese che esclude il prestito e si mostra sensibile all’opinione degli esperti del Museo opponendosi all’esposizione del dipinto ad un viaggio troppo lungo e complesso. La decisione finale spetta ora all’Eliseo.
Il capolavoro del 1830 è stato inserito nell’elenco di opere che il quai d’Orsay intende prestare alla Cina per le celebrazioni del cinquantesimo anniversario della proclamazione della Repubblica Popolare, ma la decisione non va a genio al museo che si ribella ad un prestito a rischio in considerazione dello stato di fragilità in cui l’opera versa. Perdipiù, la “Marianna”, è appena rientrata da Lens dove lo scorso febbraio è stata vittima di un’aggressione vandalica da parte di una donna che aveva imbrattato la tela con un’evidenziatore. Danno di lieve entità a cui si è posto immediatamente riparo, e che però si somma alle ragioni per le quali il Louvre rifiuta di muovere il dipinto da Parigi.
In alternativa il museo ha proposto come sostituti il ritratto del re Francesco I di Jean Clouet e "Le Verrou" di Jean-Honoré Fragonard, ma il ministro degli Esteri Laurent Fabius ha storto il naso e riavviato il pressing insistendo sul fatto che “La libertà”, oltre ad essere amatissima dai cinesi, si allinea perfettamente alla serie di progetti culturali, economici e scientifici che la Francia mira a sviluppare nel paese.
Nella querelle interviene anche Aurélie Filippetti, ministro della Cultura Francese che esclude il prestito e si mostra sensibile all’opinione degli esperti del Museo opponendosi all’esposizione del dipinto ad un viaggio troppo lungo e complesso. La decisione finale spetta ora all’Eliseo.
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