Parla l’artista e regista Ioana Păun

Le nuove frontiere del sogno. Al Museo della Scienza per la Notte dei Ricercatori

Illustrazione di Alexandru Paul per All Systems Collapse Tonight
 

Francesca Grego

26/09/2025

Milano - Buio in sala. Una donna dall'abito cangiante si muove silenziosa, illuminata di tanto in tanto dai flash di una macchina fotografica Polaroid. Ogni spettatore ha a disposizione dieci scatti per sapere che cosa accade nella penombra, per veder rivivere nei gesti della performer i propri sogni notturni, precedentemente condivisi con gli artisti. Le esperienze oniriche di venti sognatori si incontrano, dando origine a un unico spettacolo ogni volta diverso. È All Systems Collapse Tonight, il progetto concepito dall’artista e regista Ioana Păun per esplorare l’inconscio collettivo del nostro tempo ed elaborare attraverso l’arte le inquietudini del presente. Dopo le prime due tappe a Matera, nella chiesa barocca di Sant’Eligio, e a Napoli, nello spazio indipendente d’arte e ricerca interdisciplinare Puntozerovaleriapicella, l’opera approda al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" di Milano in occasione della Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori. Per partecipare basta registrarsi sulla piattaforma https://allsystemscollapse.com/ e condividere almeno un sogno. Con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale, Păun e il suo collaboratore Niccolò De Napoli fonderanno le visioni notturne degli spettatori in tre performance live interpretate dall’attrice Silvana Mihai venerdì 26 settembre alle 19, alle 20.45 e alle 22.15.  

Mentre a Milano Palazzo Reale riscopre le donne del Surrealismo con le mostre su Leonora Carrington e Leonor Fini, e a tre anni dalla Biennale di Venezia Il latte dei sogni, Păun indaga sul mondo dei sogni da una prospettiva diversa, che la scienza non ha ancora avuto modo di approfondire.  Alla base del progetto c’è l’idea che i sogni - apparentemente la sfera più intima e personale delle nostre esistenze - presentino una dimensione collettiva altrettanto rilevante, che si evolvano con l’avvicendarsi delle epoche, insieme alle società, agli stili di vita, alle tecnologie, e che guardando a loro l’arte possa aiutarci a metabolizzare i turbamenti del nostro tempo. Ne parliamo con Ioana, regista e artista classe 1984, esploratrice di mondi onirici e appassionata sperimentatrice di live art, che ha realizzato All Systems Collapse Tonight grazie al programma Cantemir per l’internazionalizzazione della cultura rumena finanziato dal Fondo Culturale Nazionale e dall'Istituto Culturale Romeno. 

“Ho iniziato a lavorare con i sogni nel 2023 in un progetto che si chiamava Dreamers”, ricorda: “Una persona raccontava un sogno e io lo espandevo, ne sviluppavo la drammaturgia pensandolo come una narrazione. Anche questo avveniva nell’oscurità. Mi è piaciuto moltissimo trasformare i sogni in arte e così ho pensato di creare un’esperienza per gruppi. L’occasione è finalmente arrivata, ci siamo aggiudicati due bandi per finanziare il progetto e così è nato All Systems Collapse Tonight, che ho sviluppato insieme a Niccolò De Napoli, un artista e un amico incontrato in Italia nel 2013, anche lui affascinato dal dormire e dal sognare”. 

Dove nasce il tuo interesse per i sogni?
“Scrivo i miei sogni da quando ero piccola. Sono cresciuta in un paese, la Romania, dove la gente è in qualche modo repressa: pensieri e sentimenti non sono mai espressi con chiarezza, è una conseguenza di tutto ciò che abbiamo vissuto sotto il regime comunista. Nel periodo del liceo ho letto tanto Freud e Jung. Studiavo informatica e trovavo nei sogni quella libertà che mi mancava nella vita diurna. Ero affascinata e incuriosita da quello che la mia mente costruiva durante la notte. Così ho cominciato a fermare i sogni sulla carta e non ho più smesso. Non penso tanto al loro significato psicanalitico o psicologico, mi piace trattarli come immagini. Mi piace lavorare senza censure e mi interessa confrontare i sogni delle persone, interrogarmi su cosa hanno in comune e come funzionano insieme”. 

Che cosa cerchi nei sogni degli spettatori?
“Quando leggo i sogni delle persone sono interessata a due cose. In primo luogo al modo in cui vengono raccontati: c’è chi fa descrizioni molto minuziose, come se volesse mostrarti tutto quello che ha visto e vissuto mentre dormiva; altri scrivono in modo semplice e diretto, condensando il racconto in poche immagini o azioni. Tutti i sogni sono interessanti, sono fantastici mondi interiori, meglio di un film. In secondo luogo mi interrogo su che cosa posso restituire io come artista, se la mia arte potrà offrire nuove prospettive al potere immaginativo dei sogni. Fare arte in fondo non è troppo diverso dal sognare: le immagini spesso vengono fuori da processi inconsapevoli, dove la razionalità resta sospesa lasciando spazio a elementi surreali”. 


All Systems Collapse Tonight, un'immagine della performance dalla Polaroid di una spettatrice I Courtesy Gessica Paolicelli

Quali rivelazioni ti ha riservato finora la tua indagine sull’inconscio collettivo nel XXI secolo?
“Pur sapendo che ci sono motivi ricorrenti nell’inconscio, non mi aspettavo di trovare così tanto in  comune. Sembra che le persone sognino in modo molto simile. Per esempio oggi sono molto frequenti i sogni in cui il protagonista è seguito o braccato, mentre ho letto raramente di persone che provano la libertà di volare, in teoria un sogno molto tipico. I resoconti che ho ricevuto parlano raramente di amore o di sesso, molto più spesso di ansia, paura, perdite, distruzioni, o di conflitti, specie in famiglia, di situazioni in cui chi sogna si sente poco ascoltato o ignorato”. 

Qual è il tuo ruolo all’interno della performance? Come vivi questa esperienza da artista, regista e sognatrice?
“Durante la performance amo lasciare il pubblico completamente libero, a volte addirittura esco dalla sala. Sono molto attenta a non manipolare l’esperienza degli spettatori, ma mi piace guardare che cosa succede perché ogni gruppo interagisce in modo diverso. È la prima volta che faccio live art e ho trovato molto interessante usare le Polaroid in questo modo: in All Systems Collapse Tonight la gente vede le immagini solo per mezzo secondo, il tempo della luce del flash. Anche questa è una novità per me, come regista di solito utilizzo la luce per tempi lunghi e in modo continuo. Infine mi piace parlare con gli spettatori al termine dello spettacolo, vengono fuori cose molto interessanti”.

Qual è stato il contributo dell’Intelligenza Artificiale? La performance è generata da un algoritmo?
“Qui devo ammettere che abbiamo avuto una delusione. L’AI non ha funzionato come speravo. Elaborando i sogni degli spettatori ha prodotto spesso immagini estremamente banali e siamo stati costretti a intervenire con il nostro lavoro. Insomma, forse non era abbastanza intelligente, ma è stata un’esperienza utile nella prospettiva di sviluppare ulteriormente il progetto”. 

Quali saranno le prossime tappe del tuo atlante dei sogni? Hai già in mente il seguito di All Systems Collapse Tonight?
“Le persone che partecipano a All Systems Collapse Tonight di solito non si conoscono tra loro. Mi piacerebbe studiare i sogni di persone che condividono cultura, esperienze, stili di vita, spazi quotidiani.  Lavorare con comunità di sognatori: gli ospiti di una casa di riposo, ragazze madri che convivono in case famiglia, persone che si riuniscono per fare meditazione. Proverò a farlo in Romania, sarà un pretesto per parlare di istinti, paure, desideri reconditi, perché dalle nostre parti confrontarsi con quello che abbiamo dentro suscita ancora vergogna e timori, anche in un contesto artistico. Poi sarei felice di portare il progetto in Turchia: un luogo davvero onirico, a partire da Istanbul, una città che per me ha molto a che fare con i sogni.  
Infine mi piacerebbe collaborare con chi si occupa di sogni a livello scientifico, per andare oltre il significato psicanalitico, capire se cambiano nel tempo, se sono influenzati dalle tecnologie che usiamo, dagli stili di vita che adottiamo, visto che attualmente non sono disponibili molte ricerche in questa direzione”. 


All Systems Collapse Tonight. Illustrazione di Alexandru Paul