Dopo Parigi, anche i capolavori dei musei milanesi escono in strada
Le opere-pubblicità di Etienne Lavie arrivano anche a Milano

"Il Quarto Stato" di Pellizza da Volpedo in una foto di Etienne Lavie, 2014, © Etienne Lavie
E. Bramati
23/03/2014
Milano - Poche settimane fa l'artista francese Etienne Lavie aveva stupito i suoi connazionali con il progetto "OMG who stole my ads?". L'autore aveva infatti diffuso sul suo blog le foto di una Parigi invasa dalle opere d'arte del Louvre, che campeggiavano su maxi pannelli al posto dei cartelli pubblicitari.
Ora l'idea è approdata a Milano, portando nelle strade le opere di importanti istituzioni della città. Tra i pannelli della Stazione Centrale, le fermate della metro, e perfino le vetrine delle boutique di alta moda, compaiono i capolavori di Brera, della Pinacoteca Ambrosiana, del Castello Sforzesco e delle Gallerie d'Italia.
Mentre la "Pala dei tre arcangeli" del cinquecentesco Marco d'Oggiono illumina i binari del tram, una Madonna di Bernardino Luini osserva San Babila dall'alto. In Piazza Duomo svetta l'"Ultima Cena" di Leonardo e non manca "Il Quarto Stato" di Giuseppe Pellizza da Volpedo, conservato al Museo del Novecento, ad illuminare il traffico delle vie principali.
Solamente i milanesi potranno sciogliere però il dilemma di questo artista: avrà davvero esposto le opere sulle pareti del Duomo o avrà sovrapposto le immagini seduto nel suo studio?
Ora l'idea è approdata a Milano, portando nelle strade le opere di importanti istituzioni della città. Tra i pannelli della Stazione Centrale, le fermate della metro, e perfino le vetrine delle boutique di alta moda, compaiono i capolavori di Brera, della Pinacoteca Ambrosiana, del Castello Sforzesco e delle Gallerie d'Italia.
Mentre la "Pala dei tre arcangeli" del cinquecentesco Marco d'Oggiono illumina i binari del tram, una Madonna di Bernardino Luini osserva San Babila dall'alto. In Piazza Duomo svetta l'"Ultima Cena" di Leonardo e non manca "Il Quarto Stato" di Giuseppe Pellizza da Volpedo, conservato al Museo del Novecento, ad illuminare il traffico delle vie principali.
Solamente i milanesi potranno sciogliere però il dilemma di questo artista: avrà davvero esposto le opere sulle pareti del Duomo o avrà sovrapposto le immagini seduto nel suo studio?
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