Guida al calendario dei prossimi mesi

Otto mostre da non perdere a Milano in autunno

Jean Tinguely, dal 10 ottobre al Pirelli HangarBicocca I Courtesy Pirelli HangarBicocca
 

Francesca Grego

02/10/2024

Milano - Munch. L’Urlo interiore. A Palazzo Reale fino al 18 febbraio 2025
A ottant’anni dalla morte di Edvard Munch, Milano rende omaggio al maestro scandinavo con una grande mostra nata dalla collaborazione con il Munch Museet di Oslo. Prestiti prestigiosi per un percorso ad alto tasso di emozioni curato da Patricia Berman, tra i massimi esperti mondiali dell’artista norvegese, e dallo storico dell’arte Costantino d’Orazio. Nella cornice di Palazzo Reale, circa 100 opere ripercorrono la parabola del celebre pittore espressionista, che torna a Milano dopo quarant’anni di assenza.

Picasso lo straniero. A Palazzo Reale fino al 2 febbraio 2025
Un punto di vista insolito per guardare al genio del Novecento. Perché Picasso trascorse gran parte della vita in Francia senza mai acquisirne la cittadinanza? Come reagì l’artista immigrato all’ostilità delle istituzioni francesi, musei compresi? In che modo la condizione di eterno straniero influenzò le sue ricerche rivoluzionarie? La risposta è in 90 dipinti, sculture e opere grafiche giunte a Milano grazie alla collaborazione con il Musée National Picasso di Parigi, da scoprire accanto a rari documenti e filmati d’epoca in un progetto basato sugli ultimi studi condotti intorno al maestro. 


Pablo Picasso (1881-1973), Grande Baigneuse au livre, Parigi, 18 février 1937. Olio, pastello e carboncino su tela, 130 x 97,5 cm. Musée national Picasso-Paris. Dation Pablo Picasso, 1979. MP160 © Succession Picasso by SIAE 2024. Photo © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris) / Mathieu Rabeau

Niki de Saint Phalle. Al Mudec dal 5 ottobre al 16 febbraio  
Una ventata di colore ed energia è in arrivo al Museo delle Culture nella prima grande mostra dedicata a Niki de Saint Phalle in un’istituzione italiana. Saranno più di 100 le opere esposte, comprese sculture di grandi dimensioni e naturalmente le inconfondibili Nanas. E poi lavori su carta, video, fotografie, abiti che ricordano il passato di Niki come modella. “Donna e artista”, come lei stessa amava definirsi, Saint Phalle sfugge a ogni facile classificazione. Ciò che la rende interessante oggi è forse l’aver sfidato gli stereotipi di genere attraverso l’arte, esprimendo femminilità, sensualità e amore per la vita come creazione. Ma c’è di più, e la mostra milanese è l’occasione giusta per scoprirlo. 

Enrico Baj chez Baj. A Palazzo Reale dall’8 ottobre 2024 al 9 febbraio 2025
A cent’anni dalla nascita e a 12 anni dall’esposizione, nella stessa Sala delle Cariatidi, del famigerato dipinto I funerali dell’anarchico Pinelli, Enrico Baj torna protagonista della scena milanese. Irriverente, anarchico, scanzonato, artista patafisico e maestro della neoavanguardia, Baj si racconta in 50 opere  attraversando un arco temporale che dagli anni Cinquanta giunge all’alba del terzo millennio. In evidenza i temi prediletti e gli inconfondibili personaggi partoriti dalla fantasia dell’artista: le Dame e i Generali, gli Ultracorpi, gli Specchi, i Mobili, i mostri dell’Apocalisse animeranno la giostra surreale e fantascientifica di un autore che ha fatto dell’ironia e del grottesco un grimaldello per scardinare il conformismo borghese e schierarsi contro ogni forma di potere costituito.


Niki de Saint Phalle, Il Giardino dei Tarocchi, 1991. Prestatore: Il Giardino dei Tarocchi © 2024 NIKI CHARITABLE ART FOUNDATION All rights reserved. Photo: Ed Kessler

Jean Tinguely. Pirelli HangarBicocca, dal 10 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025
Dalla collaborazione di Pirelli HangarBicocca con il Museum Tinguely di Basilea nasce la più grande retrospettiva realizzata in Italia dopo la scomparsa dell’artista nel 1991. Pioniere dell’arte cinetica e del riutilizzo di oggetti di scarto, Tinguely ha rivoluzionato il concetto stesso di opera d’arte, creando ingegnose sculture performative. Cuore del lavoro dell’artista è la ricerca intorno alla macchina con i suoi movimenti, i suoi rumori e la sua poesia intrinseca. Negli spazi di archeologia industriale dell’HangarBicocca le sue opere cinetiche daranno vita a una grande installazione sonora e visiva, tra sculture monumentali, macchine cacofoniche, lavori musicali e colorati. 

Dubuffet e l’Art Brut. L’arte degli outsider. Al Mudec dal 12 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025  
Parigi, secondo dopoguerra. Una nuova, dirompente concezione dell’arte emerge lontano dai musei e dai salotti mondani: è un’arte ‘grezza’, ‘pura’, ‘non filtrata’, e a promuoverla è Jean Dubuffet. Teorico e artista a sua volta, Dubuffet colleziona opere di artisti non professionisti e autodidatti, spesso in condizioni di disagio, caratterizzate da un’estrema libertà espressiva. Nel 1971 le donerà alla città di Losanna dando vita a una raccolta unica al mondo, la Collection de l’Art Brut. Arrivano proprio dal museo svizzero dipinti, disegni, sculture e opere tessili selezionati per la grande mostra in programma al Mudec, che riporta alla ribalta un fenomeno di straordinaria potenza, da cui molti artisti contemporanei hanno tratto ispirazione. 


Giacomo Balla, Ritratto di Fanciulla (Bice Morselli), 1910 circa, pastelli su carta, 650 x 500 mm

Divisionismi. Un’altra modernità. Galleria Bottegantica, dal 18 ottobre al 30 novembre 2024
Una full immersion nelle atmosfere soffuse del Divisionismo, tra capolavori di maestri come Giovanni Segantini e Giuseppe Pellizza da Volpedo. Ma non solo. La mostra in arrivo da Bottegantica espande i confini del movimento fino agli anni Venti del Novecento per mostrarci il suo contributo alla pittura del XX secolo e il suo carattere decisamente multiforme. Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo sono tra gli artisti che, raccolta l’eredità dei pionieri, ne hanno portato avanti le ricerche, evidenziando come il Divisionismo possa in realtà essere considerato la prima avanguardia italiana. 

Elio Fiorucci. Triennale di Milano, dal 6 novembre 2024 al 16 marzo 2025
Gillo Dorfles lo definì “il Duchamp della moda italiana”. Certo è che a Elio Fiorucci l’etichetta di stilista stava piuttosto stretta. La mostra in arrivo in Triennale ne esplorerà le poliedriche attività di designer, cool hunter e imprenditore che, a partire dagli anni Sessanta, ha cambiato il costume, la moda e la scena dell’arte contemporanea in Italia, basti pensare ai suoi rivoluzionari concept store, poli di attrazione per performer e artisti. Il percorso sarà accompagnato dalla voce di Elio Fiorucci, presente grazie a registrazioni finora inedite, in dialogo con le voci di altri protagonisti della sua storia. 


Elio Fiorucci ritratto con occhiali Fun, 1978 I Courtesy of Love Therapy Archive

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